I due Mortal Kombat degli anni '90 a confronto, chi vincerà lo scontro?

Prima del recente reboot cinematografico, la saga di Mortal Kombat ha fatto la sua comparsa in sala già negli anni '90. Ma con quali risultati?

I due Mortal Kombat degli anni '90 a confronto, chi vincerà lo scontro?
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Prima del Mortal Kombat del 2021 diretto da Simon McQuoid, la celeberrima saga di picchiaduro, arrivata sul mercato nel 1992 per sconvolgere in positivo milioni di videogiocatori, ha avuto la sua trasposizione live action già nel 1995.
Il primo film di Mortal Kombat ha saputo così (pur con tutti i suoi limiti) portare sul grande schermo alcuni dei più celebri personaggi della saga, riuscendo a ottenere uno straordinario successo anche al botteghino, tanto da generare anche un sequel, Mortal Kombat - Distruzione Totale (o Annihilation per i puristi).

Soprattutto il primo film, anche se rivisto oggi, è in grado di suscitare nello spettatore un buon grado di sano divertimento, peccato invece per il sequel, chiaramente meno riuscito. Qui di seguito proveremo a scoprire insieme i pregi e i difetti di entrambe le pellicole.

Il Mortal Kombat di Paul W. S. Anderson, Robin Shou e Christopher Lambert

Lo sbarco al cinema della saga di Mortal Kombat ci porta a conoscere le regole del leggendario torneo di arti marziali che si tiene ogni generazione, particolare che riunisce nello stesso luogo alcuni tra i combattenti più forti di vari reami, tra cui ovviamente la Terra, difesa dal dio del tuono Raiden.

Le regole impongono che se un regno riesce a vincere per dieci volte di fila sull'altro (nel film il mondo legato all'Outworld ha vinto nove volte), allora il vincitore potrà reclamare il regno sconfitto e invaderlo di conseguenza.
Liu Kang (interpretato da Robin Shau) è uno dei protagonisti di un'avventura basata fortemente sulla componente action, in grado a suo modo di omaggiare le atmosfere nel videogioco in maniera godibile.
L'opera, grazie a un ritmo sostenuto, riesce a non annoiare dall'inizio alla fine, seppur soffra di un montaggio a tratti confusionario, non tanto per quanto riguarda i momenti legati al combattimento, quanto invece rispetto all'incedere narrativo.
Non sarà infatti raro imbattersi in scene di dialogo troncate di netto per presentare sequenze completamente scollegate, quasi come se tutto il film fosse in realtà un collage di momenti di lotta interrotto, ogni tanto, da istanti per far capire agli spettatori cosa succede.

Emblematiche ad esempio le parti con protagonista Raiden (Christopher Lambert), qui in veste di mentore e maestro in grado di avere sempre la spiegazione giusta al momento giusto per chiunque, trattando gli stessi Liu Kang, Johnny Cage e Sonya Blade un po' come degli sprovveduti in larga parte anche stereotipati.

Nonostante questo particolare approccio alla caratterizzazione dei personaggi, i protagonisti riescono comunque a creare un buon legame empatico con lo spettatore (soprattutto se a digiuno dalla saga videoludica).
Il primo Mortal Kombat sceglie di mostrare alcuni dei personaggi più iconici della saga, tra cui gli immancabili ninja Sub-Zero e Scorpion, puntando su una dimensione smaccatamente spettacolare, senza stare a soffermarsi sull'introspezione, ma è salvato da sequenze di lotta corpo a corpo neanche così malvagie.
I combattimenti risultano in buona parte soddisfacenti, anche se in più di qualche punto si avrà l'amaro in bocca per la fine che faranno alcuni lottatori, basti pensare a Sub-Zero o al terribile Goro, liquidato in fretta e furia in uno scontro che avrebbe potuto dire molto di più.

Nonostante qualche difetto strutturale, come una trama poco approfondita seppur in grado di toccare gli elementi cardine del videogioco e personaggi dal background appena accennato, l'opera risulta ancora oggi un sentito omaggio al videogame.
Lodevole anche l'intenzione di inserire alcune delle mosse tipiche, così come il far pronunciare (anche se un po' troppe volte) alcune parole iconiche della saga, come Fatality o Flawless Victory.

Il Mortal Kombat di John R. Leonetti, Robin Shou e James Remar

Visto l'enorme successo ottenuto dal primo film in termini d'incassi, si è pensato subito a produrre un sequel, che si presenta come una continuazione diretta delle vicende del primo capitolo, nonostante vari membri del cast originale siano in realtà stati sostituiti.

Peccato anche per la sorte toccata a Johnny Cage, rimosso brutalmente all'inizio del film per far posto a un altro comprimario, Jax, lottatore molto conosciuto della saga di videogiochi, ma forse privo del carisma necessario per fare la spalla comica.
La seconda pellicola, seppur incapace di catturare gli spettatori come il primo capitolo, in realtà riesce a reggere abbastanza bene per tutta la prima metà, puntando molto nel mostrare quanti più personaggi possibili della saga, strizzando l'occhio ai fan di lunga data.
Uno dei più grandi difetti a livello di trama (in realtà capace di accomunare il film anche al recente reboot) è che in questo sequel non vi è in realtà un Mortal Kombat a cui partecipare, con Shao Kahn intento a invadere la Terra nonostante il suo regno sia stato sconfitto nel film precedente.
Allo stesso modo, sono molte le incongruenze che affliggono Annihilation, che in breve accumula una serie di trovate non così efficaci (tra cui ad esempio la perdita di poteri di Raiden), senza contare un impiego invasivo della grafica in CGI, invecchiata oltretutto malissimo.

Il secondo capitolo, non potendo oltretutto fare affidamento sul fattore novità, si è così ritrovato in una sorta di limbo contenutistico, formato da personaggi iconici poco sfruttati e da una trama incapace di suscitare il giusto interesse, a tratti insensata perché rende tutto quello visto in passato inutile: se infatti anche vincendo il torneo le regole possono essere infrante, l'intera mitologia del Mortal Kombat perde di senso.

Estremamente lontano dal successo al botteghino del primo film, questo sequel ha così segnato lo stop per molti anni del franchise al cinema, che solo recentemente è riuscito a tornare in pista.
Il secondo risulta così inferiore al primo sotto praticamente tutti i fronti, seppur con un po' di attenzione in più (e parecchi effetti speciali in computer grafica in meno) avrebbe magari potuto proiettare il franchise (anche a livello cinematografico) verso nuove vette qualitative da eguagliare e superare.

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