Speciale DisneyXD

A Milano per scoprire il futuro di Disney in Italia, fra nuove serie e l'accordo con Marvel

Speciale DisneyXD
INFORMAZIONI FILM
Articolo a cura di

Dire che Disney, con i suoi personaggi, le sue idee e, perché no, i suoi fenomeni pop, ha fatto la storia dell'intrattenimento è ampiamente riduttivo. Prima nell'animazione, poi nel digitale, nei cartoni animati e nelle serie televisive, la libreria della casa di Burbank è di certo una delle più estese e invidiate dell'intero show - biz. Non stupisce, dunque, che Disney abbia deciso di differenziare ulteriormente la sua offerta, proponendo anche in Italia, oltre ai già presenti Disney Channel e Playhouse Disney, il nuovo canale Disney XD, dedicato al pubblico maschile e, in maniera più specifica, ai ragazzi fra i 6 e gli 11 anni. Everyeye ha partecipato alla conferenza stampa di lancio della nuova piattaforma, cercando di capire dove sta andando l'intrattenimento per ragazzi e, soprattutto, quale sarà il futuro della grande animazione seriale made in Disney.

Una nuova sfida.

La presentazione è stata aperta da Penelope Waller, Vice President e General Manager di Walt Disney Television Italia che, dopo aver elencato gli straordinari successi raggiunti dalle reti già on air (Disney Channel è il canale più visto in prima serata dai bambini e alcune produzioni degli scorsi anni come High School Musical e Hannah Montana si sono rivelate bombe commerciali di dimensioni immani) ha spiegato come la strategia di Disney sia basata sulla volontà di offrire contenuti differenziati per tutte le categorie di pubblico; se negli ultimi anni, infatti, Disney Channel ha avuto più appeal sulle ragazzine, basti pensare a serie come Lizzie mcGuire, il nuovo canale sarà dedicato specificatamente a un pubblico maschile con nuovi cartoon, programmi dedicati allo sport e serie televisive basate su eroi finalmente diversi da ragazze che cantano, scolarette e quant'altro. Disney XD, ospiterà dal lancio quattro serie inedite, due a cartoni animati e due live action. Partendo dalle seconde la più interessante è certamente Aaron Stone, incentrata sulle avventure di un ragazzo che, dopo essere diventato campione di un videogame noto come Hero Rising si troverà a dover combattere per davvero contro la malvagia organizzazione presente nel gioco. Cercando di fondere due mondi abbastanza distanti, questo progetto ha delle potenzialità perché non svilisce l'importanza dei videogiochi nello svago e, volendo allargarci, nella cultura dei ragazzi, ma tenta di fornire una chiave di lettura alternativa, dove, dietro alla mera partita virtuale, si nascondo problematiche reali come la scoperta di sé e l'accettazione dei propri limiti. Passando al versante a disegni animati segnaliamo Jimmy Jimmy, una serie dal tratto molto simile alle esperienze visive di autori come Genndy Tartakovsky e Mai dire Gatto, interessante situation comedy su un ragazzino alle prese con un gatto domestico che nasconde un terribile (e pericoloso) segreto.
Tuttavia l'offerta di Disney XD non si limiterà alle sole serie, ma spazierà anche a film e produzioni indipendenti acquistate da terzi. Nei prossimi mesi, infatti, assisteremo all'arrivo dei Disney XD Original Movies che, nel solco inaugurato da High School Musical, tenteranno di far breccia nei cuori dei maschietti, mentre sono in fase di scrittura le prime produzioni italiane per il canale.
Questa componente Made in Italy è uno degli asset su cui Disney sta puntando di più nella sua strategia europea; alcune serie degli anni passati, come Quelli dell'intervallo o Fiore e Tinelli, sono già state esportante anche al di la delle Alpi, riscuotendo un discreto successo e rilanciando un settore che in Italia ha sempre sofferto la concorrenza estera, per non parlare di quella d'oltreoceano. Disney, come in parte sta facendo anche Sky, ha intenzione di usare le energie e i talenti nascosti nelle scuole di recitazione o nelle tante (troppe) facoltà di cinema e scienze della comunicazione italiane per costruire una struttura produttiva italiana che sia in grado di competere a livello globale. L'obiettivo è tutt'altro che disprezzabile e, anzi, insieme alle esperienze di collaborazione con Rainbow (lo studio italiano già dietro a Winx), può aprire una nuova finestra sull'asfitico mercato italiano, che bypassi finalmente i bizantinismi RAI e Mediaset.

Naturalmente non è mancato un accenno alla rivoluzione copernicana che ha sconvolto l'enterteiment nelle scorse settimane, ovverosia l'acquisto di Marvel da parte di The Walt Disney Company. La casa delle idee non è solo un brand, ma rappresenta un grande universo mitologico, fatto di storie, personaggi e vicende umane che per settant'anni ha raccontato i mille volti dell'America. I supereroi con superproblemi di Stan Lee rappresentano la variante "adulta" dei classici eroi Disney, dove all'eterno ottimismo si accompagna un'ombra fatta dall'eterno incombere della realtà. Chiaramente gli accordi sono ancora a un livello talmente embrionale che risulta impossibile capire quando precisamente vedremo i primi frutti di questa collaborazione fra due giganti dell'intrattenimento. Elizabeth de Grassi (di cui fra qualche giorno potrete trovare un'intervista, in esclusiva, su everyeye.tv), direttrice dei programmi per tutte le reti Disney italiane ci ha assicurato che molto probabilmente tutte le future produzioni Marvel avranno una corsia privilegiata su Disney XD e che, nelle intenzioni dell'azienda c'è certamente la volontà di aprirsi al grande pubblico composto dai fan di Wolverine, Peter Parker e tutti gli altri.

In between.

In definitiva la strategia Disney sembra abbastanza chiara: rafforzarsi ulteriormente nel suo settore di riferimento, cercando nel frattempo di far crescere il suo peso anche nei mercati in cui è ancora poco presente. In questo senso il lancio cross - country di Disney XD e l'acquisizione di Marvel rispondono alla stessa necessità: la riconquista di una fascia di pubblico che ormai è sempre più difficile da inquadrare e convincere. Immersi nel multitasking, con migliaia di input a disposizione, i tween (ragazzini né bambini, né adolesecenti, in betwenn, appunto) sono capaci di grandi slanci d'interesse ma pagano una certa incostanza sul lungo periodo. Dopo aver incantato almeno tre generazioni Disney si trova davanti una sfida per certi versi mai incontrata prima. Vedremo se saprà vincerla di nuovo.