Disney vs Redbox: la casa di Topolino ostacola la concorrenza negli USA?

L'azienda rivenditrice di Blu-ray, DVD e videogiochi va all'attacco della Casa di Topolino a causa di un presunto "soffocamento della concorrenza"

Disney vs Redbox: la casa di Topolino ostacola la concorrenza negli USA?
Articolo a cura di

La chiacchieratissima e miliardaria acquisizione della 21st Century Fox da parte della Disney Company è attualmente sotto l'attenta valutazione dell'organo Antitrust, ma la Casa di Topolino guidata attualmente dal lungimirante Bob Iger viene adesso coinvolta in una bega legale non di poco conto. Ad attaccare apertamente la compagnia ci ha infatti pensato in queste ultime ore la Redbox, azienda specializzata nella rivendita di Blu-ray, DVD e videogame tramite i cosiddetti "automated retail kiosks", ovvero macchine automatizzate specifiche per la vendita della merce in questione.
Tutto però nasce in verità da una causa intentata lo scorso novembre dalla Disney, nella quale chiedeva un'ingiunzione proprio alla Redbox per evitare di smontare il loro "combo pack" e rivendere separatamente i codici di download dei film. La Redbox ha così deciso di trasformare questa controversia legale a tutto tondo in un vero e proprio problema di concorrenza sleale, così da "smascherare i veri intenti della Disney".

Lotta aperta per il corretto utilizzo del Copyright

La compagnia guidata da Galen C. Smith si sta difendendo dalla causa di novembre, per la quale il giudice deve ancora decidere se la Disney possa impugnare o meno un'ingiunzione preliminare. Ascoltata allora in tribunale lo scorso martedì, la Redbox ha suggerito un uso improprio del Copyright da parte della Disney, con lo specifico intento di "soffocare la concorrenza per lanciare nel 2019 la propria piattaforma streaming senza troppi intoppi, massimizzando il prezzo di altri servizi come iTunes o Amazon per i titoli a marchio Disney e garantendo così una maggiore quota di mercato per Hulu", che a questo punto pare scontato sarà la base sulla quale la compagnia costruirà il proprio servizio streaming. Questa causa potrebbe creare un importante precedente in un territorio ancora relativamente inesplorato. Dal canto suo, infatti, la Disney si opporrebbe al modo in cui Redbox "disassembli i propri combo pack" composti da Blu-ray, DVD e codice per il download da riscattare su piattaforme autorizzate, anche se quest'ultimo è effettivamente contrassegnato da un bollino che specifica "l'impossibilità di vendita separata".
La compagnia di Iger sottolineerebbe la violazione del contratto sui termini di vendita dei combo-pack insieme a una violazione della quota contributiva del copyright. Nella sostanza, secondo Disney, riscattare un codice download acquistato tramite combo-pack Redbox è un atto illecito. La società di Smith ovviamente non ci sta, sopratutto dopo il colossale ingrandimento grazie ai kiosks in tutta America, e per difendersi ha assunto anche un ex procuratore della divisione antitrust del Dipartimento di Giustizia.

È presto per capire se la Redbox presenterà o meno reclami dopo una presumibile approvazione dell'acquisizione Fox da parte della Disney come forma di opposizione, ma è certo che in una lotta legale alle prime fasi già costata alla società la bellezza di 700 mila dollari, la difesa e il contrattacco sono assolutamente essenziali. Sempre la Redbox affermerebbe così che "un'ingiunzione per rimuovere la compagnia dal mercato del download nel mentre di una crescita della tecnologia potrebbe causare danni forse irreversibili alla capacità di muoversi in futuro nello stesso mercato, danno che verrebbe amplificato anche dal lancio della piattaforma streaming Disney".

Un ostacolo per la concorrenza?

In pratica, l'azienda di Smith sostiene che le rivendicazioni sul copyright da parte della Disney siano vietate dalla cosiddetta First Sale Doctrine, secondo la quale chi acquisisce legalmente un'opera protetta da copyright ha il diritto di disporre o vendere a piacimento la propria copia. Spiega infatti la Redbox: "I querelanti sostengono che possiamo noleggiare o rivendere Blu-ray o DVD in base alla prima dottrina, ma asseriscono anche in modo assurdo che il codice non può essere trasferito a meno che questo non avvenga assieme al resto del combo-pack.
Supportano erroneamente la causa per la frase "i film non possono essere venduti separatamente", anche se questa appare solo su 5 dei 20 titoli citati nel reclamo
". Scaldando ulteriormente i toni, sempre la Redbox attacca in conclusione la Disney su di un presunto uso improprio del copyright, affermando che "l'imposizione di accordi di licenza indebitamente onerosi che limitano la concorrenza possono violare l'ordine pubblico e costituire un'espansione inammissibile di un monopolio sul controllo stesso del copyright".
Che si tratti o meno di un tentato soffocamento della concorrenza con sperata attuazione legale, è certo che, dopo l'acquisizione della 21st Century Fox, la Disney abbia un controllo esagerato del mercato dell'entertainment, che la Redbox non stenta a definire un problema a causa della costituzione di un possibile monopolio della società.
E in un mercato libero dove le percentuali di controllo sono già state ampiamente ridotte dalla stessa Casa di Topolino, questo è senza troppi giri di parole davvero inaccettabile. La causa in questione potrebbe creare un precedente importante, dicevamo, ma data la ferma e accurata opposizione della Redbox sul riscatto legale dei codici di download, forse l'interpretazione corretta della legge vincerà insieme al buon senso.