Speciale Diario dalla laguna - Parte II

Cinema&Politica, a Venezia irrompe l'attualità...

Speciale Diario dalla laguna - Parte II
Articolo a cura di

Caro diario..

Comincia male la giornata fesivaliera di oggi. Alle otto, durante la canonica coda per il ritiro degli accrediti per i film della giornata scopriamo che l’attesissimo Cassandra’s Dream di Woody Allen non sarà proiettato se non alla ristretta platea della Sala Grande del palazzo del Festival dato che, secondo la Filmauro (producer del film in Italia), gli Italiani sono un popolo di pirati ed il rischio di registrazioni non autorizzate è troppo alto per poter concedere più di una proiezione al pubblico. Morale della favola, poiché gli accrediti per il palazzo del festival sono già stati distribuiti ad “amici di amici” e a presunte (quando non pretese) personalità, non vedremo il film del buon Woody, un vero peccato. Ma ce ne faremo una ragione.

Le relazioni pericolose

Tuttavia non è tutto perduto, infatti l’improvvisa defezione dell’autore americano ci consente di inserire nel nostro stringatissimo programma l’ultima opera (in concorso) di Claude Chabrol, La fille coupeé en deux, una commedia nera su una ragazza contesa da due uomini.
Per quanto riguarda la giornata di oggi, tutte le luci sono puntate su Paul Haggins e Ken Loach che, con i rispettivi film, potranno seriamente insidiare la posizione di de Palma come miglior regista presente alla mostra. Dal punto di vista degli attori, invece, i grandi arrivi di oggi sono Tommy Lee Jones e Charlize Theron che ci hanno fornito la nostra dose giornaliera di glamour holliwoodiano. Grande attesa, dicevamo, e non solo da parte dei cinefili: se le dichiarazioni di ieri in conferenza stampa di Clooney (“il 70% degli americani sono contro Bush”) e l’arringa di de Palma sull’inutilità del conflitto iracheno hanno scaldato gli animi più polemici, c’è grandissima curiosità soprattutto nei confronti di Loach, che, siamo sicuri, non tradirà la sua reputazione di “polemista” D.O.C..
A proposito di politica segnaliamo anche la conferenza indetta dal duo Rutelli & Cacciari per lanciare il nuovo (l’ennesimo) progetto per la costruzione dell’ormai mitologico Palazzo del festival e dei congressi, una chimera che accompagna la storia della manifestazione lagunare fin dagli anni ’30 del secolo scorso. Stavolta pare che i soldi e la volontà ci siano, speriamo che la politica, come al solito, non si perda per strada; sono, infatti, anni che l’organizzazione del festival annaspa fra il continuo aumentare del pubblico, la malgestione degli spazi espositivi e l’impossibilità di soddisfare tutti coloro che giungono a Venezia e, spesso, troppo spesso, si ritrovano chi senza biglietto, chi senza vaporetto per tornare in stazione e chi senza albergo (dati i costi in molti casi proibitivi delle sistemazioni in laguna). Una nuova struttura, finalmente moderna e funzionale, forse non risolverà tutti i problemi sopra descritti, ma sicuramente donerebbe un po’ di respiro sia ai professionisti del settore (che devono incastrare orari, proiezioni, conferenze e quant’altro) che ai semplici appassionati, desiderosi solo di vedere un bel film in anteprima e, magari, scattare qualche foto rubata ai propri idoli del mondo della celluloide. Ma soprattutto, questo favoleggiato complesso strapperebbe finalmente al festival veneziano quell’aria un po’ melò e sbiadita che da sempre lo circonda proponendolo come una vera, grande, manifestazione internazionale non già relegata a professionisti e cinefili esaltati, disposti a subire ore di coda per due biglietti in seconda fila, ma finalmente davvero aperta al grande pubblico, settore in cui, duole ammetterlo per un “partigiano” della laguna come il sottoscritto, forse la neonata Festa di Roma ha qualcosa da insegnare alla sua ben più blasonata sorella maggiore.