Diamo un film di The Punisher VM18 a Gareth Evans: il tempo è arrivato

Sul perché il regista di The Raid e Apostolo sarebbe la scelta vincente per un cinecomic vietato ai minori dedicato a Frank Castle.

Diamo un film di The Punisher VM18 a Gareth Evans: il tempo è arrivato
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A poco più di mese dall'uscita nelle sale, possiamo dirlo: Black Widow è stata un'occasione mancata. Niente a che vedere con la bontà del film, che ancora non possiamo giudicare, perché ci riferiamo alla mancata possibilità di osare dei Marvel Studios, alla sfumata opportunità di mostrare vero coraggio e gettarsi a capofitto nel meraviglioso mondo della violenza senza censura. Senza particolare bramosia di gore esagerato o chissà quale spasmodico piacere cinematografico-feticista: per quello c'è il cinema di genere, di grandi e piccoli autori. No. Qui stiamo parlando dell'imitazione più o meno diretta e funzionale dei modelli dell'ormai fagocitata 20th Century Fox (ora 20th Century Studios), quelli di Deadpool e di Logan per intenderci, che per il momento soltanto la Warner Bros con Joker e Birds of Prey ha deciso di seguire (nel primo caso con grande successo, nel secondo aiutando il flop commerciale del progetto).

Funzionano al box office? La percentuale suggerisce di sì, avendo tre film su quattro - cinecomic - un incasso superiore ai 600 milioni, due superiori ai 700 milioni e uno con più di un miliardo. Un modello produttivo che abbatte i costi d'investimento e aumenta incassi e piacere del pubblico, che però in casa Marvel hanno timore di abbracciare per il solito e noioso mantra del family friendly e del politically correct. Niente da ridire: in fondo siamo sotto l'egida della Disney, eppure perseverare è diabolico e anche sciocco, a dire il vero, soprattutto guardando fuori dal proprio orticello (in realtà ettari di mercato) già ben coltivato e ammirando l'erba dei vicini sempre più verde e arrabbiata (no, Hulk non c'entra). Ma con Black Widow ormai confezionato e Moon Knight su Disney+ mutilato in partenza del suo viscerale potenziale - causa PG-13 obbligato sulla piattaforma -, da dove si potrebbe ripartire ora per un cinecomic Rated-R? Dite dal Blade con Mahershala Ali? Noi suggeriamo invece un The Punisher consegnato in mano a Gareth Evans.

Il Punitore che vorremmo...

Il sogno di ogni appassionato di Frank Castle che si rispetti sarebbe questo. Pochi dubbi al riguardo. Tra il parterre dei personaggi dal "grilletto facile" e dalla rabbia incontenibile della Marvel, oltre a essere il più umano, tormentato e sfaccettato di tutti, The Punisher è anche il più adatto a essere trasposto al cinema nel primo film vietato ai minori della storia degli studios guidati da Kevin Feige. E no, non stiamo pensando alla serie tv, perché essendo il personaggio molto celebre e amato, un suo nuovo ed eventuale adattamento seriale finirebbe su Disney+, che come già sottolineato ha una ferrea politica PG-13 da rispettare. Meglio evitare e andare avanti, verso il buio della sala, dove Frank, i suoi pugni e le sue armi possono sbizzarrirsi liberamente e frantumare quante più ossa possibili, tra urla alla Munch e schizzi di sangue da far invidia a Jackson Pollock e a Dexter.
Questo vorremmo: una sincera espressione artistica dell'intera gamma di brutalità del personaggio. È chiedere troppo? Il Frank Castle di Jon Bernthal era l'elemento perfetto in una serie imperfetta proprio perché si muoveva come doveva, con poche restrizioni morali, una marea di problemi esistenziali e una cattiveria e una frustrazione incontenibili che sfogava - anche divertendosi - sui nemici, senza trattenersi. Se ti uccidono la famiglia e diventi il peggiore incubo dei criminali (quello senza pietà, non supereroe ma giustiziere), allora è così che deve andare ed è esattamente così che devi essere trasposto.

Quel piccolo angolo di paradiso si è però chiuso per Frank, ora tornato in mano a Feige e ai suoi compari che non sanno ancora cosa farsene. Nella vana speranza che possano leggerci e prendere in considerazione la nostra idea, un consiglio lo abbiamo e lo ribadiamo: fatene un cinecomic Rated-R e fatelo dirigere a Gareth Evans, uno che di coreografie mozzafiato, criminalità, arti marziali, armi, sparatorie e inseguimenti ne sa più di tutti. Se avete dubbi provate a guardarvi The Raid o Apostolo, magari anche dopo che Sky avrà messo in onda la sua Gangs of London, che già dal trailer di presentazione è l'esatta crasi tra McMafia di Amazon e la super celebre Peaky Blinders.

La differenza con gli altri registi è che tra la retina e il corpo vitreo del suo occhio cinematografico, Evans sembra ospitare una parte "extra" che gli permette di inserire botte da orbi dirette in modo ineccepibile ovunque. Le persone comuni vedono i "moscerini" (come si dice in gergo oculistico), lui vede i pugni, nell'esatta direzione in cui devono muoversi e nel preciso punto in cui devono colpire per ottimizzare l'impatto scenico con il grande pubblico.
Prendete un autore come questo, unitelo a un'idea clamorosa già proposta ai Marvel Studios dallo sceneggiatore Adam G. Simon (che ha scritto il remake americano di The Raid), metteteci un interprete adeguato (ma il ritorno di Bernthal sarebbe perfetto) e il film è praticamente già confezionato. Basta il coraggio di infiocchettare il regalo.