Death Note arriva su Netflix: le curiosità attorno all'adattamento

Dal 25 agosto è disponibile su Netflix Death Note, ecco qualche curiosità sul nuovo adattamento americano del famoso manga.

Death Note arriva su Netflix: le curiosità attorno all'adattamento
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Oggi 25 agosto è un giorno importante per gli appassionati di Death Note, è infatti disponibile su Netflix il nuovo adattamento live action del famoso manga giapponese scritto da Tsugumi Ohba e Takeshi Obata nel 2003, di cui abbiamo già parlato nella nostra recensione. Una festa purtroppo sporcata da un prodotto non riuscito al 100%, frettoloso e forse troppo "americano" nella sua natura. Nonostante questo, sono già molti i fedelissimi che hanno già visto il film, anche perché è incluso nell'abbonamento, e molti lo vedranno nelle prossime ore. L'Hollywood Reporter, per facilitare la visione anche ad un pubblico che conosce poco il manga e l'anime, ha persino stilato una lista in cinque punti di cose da sapere a tutti i costi sull'adattamento, che va effettivamente a cambiare alcuni elementi pur rimanendo fedele ad altri. Resta ovviamente invariata l'idea del Death Note, il nome di battesimo del protagonista (anche se cambia il cognome), l'immagine di Ryuk, l'aspetto del Dio della Morte che ha il volto (in motion capture) e la voce di Willem Dafoe, ma cambia il colore della pelle del giovane investigatore folle L. Andiamo dunque a scoprire alcune curiosità a proposito di Death Note, disponibile da oggi su Netflix.

Bianco VS Nero

Partiamo dal principio, dall'oggetto da cui parte l'intera narrazione. Il Death Note non è altro che un quaderno dalla copertina scura con cui è possibile, sotto la "supervisione" di un Dio della Morte, uccidere un altro uomo, purché si conosca di lui il nome e il volto. Il protagonista Light Turner/Kira (Nat Wolff) vive a Seattle e non in Giappone, dove insieme alla sua ragazza Mia (Margaret Qualley) decide di usare il quaderno oscuro per eliminare gli uomini più cattivi e spregevoli d'America. Nonostante un rimpasto alquanto azzardato, l'essenza di fondo del Death Note è rimasta invariata anche nell'adattamento, ciò che invece è cambiato completamente è il colore della pelle di L. Per il ruolo dell'investigare in versione americana è stato scelto Lakeith Stanfield, che ha per l'appunto una carnagione scura, dettaglio che ha subito alzato polveroni e polemiche. Il personaggio di L originale è decisamente bianco pallido, quasi cadaverico, sembra un ragazzo denutrito e per certi versi autistico, motivo per cui il web è insorto contro la decisione. Eppure questa scelta del casting ha avuto la benedizione degli autori originali del manga, Tsugumi Ohba e l'illustratore Obata, che hanno definito questo nuovo Death Note "un thriller di primo livello" - per buona pace di chi la pensa in maniera totalmente opposta.

David Bowie e Prince nel ruolo di Ryuk

Oggi possiamo vedere il film bello e pronto, eppure la sua pre-produzione è stata lunga e travagliata, tanto da durare anni. Anni in cui il progetto è passato dalle mani della Warner Bros. a quelle di Netflix, mentre il regista Adam Wingard sognava di avere David Bowie nei panni di Ryuk. Alla morte della rockstar, avvenuta purtroppo il 10 gennaio 2016, si è reso necessario un cambio di rotta, così nella mente del regista è balenata l'idea di offrire il ruolo a Prince, deceduto a sua volta nell'aprile dello stesso anno. "Sembra stupido eppure è tutto vero, così ho smesso di pensare a quel ruolo" ha raccontato Wingard a Gizmodo, che probabilmente ha scritto il nome delle due star in qualche quaderno maledetto. Fortunatamente non è successo nulla con Willem Dafoe, che anzi ha svolto un lavoro egregio ricreando il suo personalissimo Ryuk. Mentre si pensava a produrre un film in salsa occidentale, nel 2005 il governo cinese è arrivato al punto di bandire il manga originale per legge, poiché fra i ragazzi e gli adolescenti era scoppiata la moda di scrivere nomi di professori, compagni di classe e avversari su imitazioni del vero Death Note - del resto facilmente reperibili presso fiere ed eventi. Il divieto di queste copie farlocche è arrivato anche ad Albuquerque, nel New Mexico, e in Russia, così come a Sidney in Australia e nella Carolina del Sud, dove sempre più studenti venivano trovati in possesso di quaderni pieni di nomi di compagni e maestri.


Un successo globale

Un successo dunque planetario per un manga assolutamente iconico, unico nel suo genere, talmente suggestivo da vendere 30 milioni di copie soltanto in Giappone. Dalle pagine del fumetto sono poi nati un anime di qualità composto da 37 episodi, storie illustrate, serie TV live action, videogiochi e persino un musical portato in scena in Giappone e in Corea del Sud. L'adattamento di Adam Wingard realizzato per Netflix tiene conto della prima parte della storia, vale a dire dei primi 100 capitoli, abbastanza pregni di fatti e storie per creare un film live action. Film che potrebbe sicuramente continuare con nuovi capitoli, ma tutto dipenderà dal successo di questo primo esperimento, motivo per cui il potere passa a voi, pubblico di Netflix.

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