Deadpool 3 sarà diverso rispetto al passato: cambiare è davvero necessario?

Ryan Reynolds è intervenuto per confermare lo sviluppo di Deadpool 3, parlandone come di "qualcosa di completamente diverso". La domanda è: perché?

Deadpool 3 sarà diverso rispetto al passato: cambiare è davvero necessario?
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L'accordo ormai in fase di finalizzazione tra Disney e Fox è vicino alla sua ratifica, il che ha fatto sorgere molti dubbi sul destino dei diversi cinecomic in mano alla seconda società. L'ex-compagnia guidata dalla Famiglia Murdoch verrà inglobata nel conglomerato Disney insieme alle proprietà intellettuali in loro possesso, tra cui quelle Marvel Entertainment che comprendono gli X-Men, i Fantastici 4 e Deadpool. Nell'anno intercorso tra l'annuncio della fusione e la sua effettiva approvazione, sulle prima due IP è stata fatta molta luce, con la chiara intenzione dei Marvel Studios di rilanciare i personaggi nel MCU ripartendo da zero e rendendo quindi i prossimi X-Men: Dark Phoenix e New Mutants gli ultimi due progetti dell'Universo Mutante Fox.
La risposta dei fan al rilancio delle due proprietà è stata veloce e calorosa, soprattutto perché la gestione Fox è stata da un lato caotica e maldestra per gli X-Men (almeno, per buona metà delle produzioni), mentre dall'altro ha trasposto il quartetto di supereroi più famoso della Marvel in tre cinecomic tra i peggio riusciti e odiati della storia del genere.

Cambiare sì, ma... per chi?

Tutto sbagliato nella curatela della Volpe? No, perché con Deadpool e poi Logan la società ha saputo individuare un buco di mercato abbastanza evidente che da tempo si chiedeva di riempire, ed esattamente quello dei cinecomic Rated-R, quindi con linguaggio, situazioni e violenza espliciti. In particolar modo dalle parti del Mercenario Chiacchierone si è andata a creare una formidabile attenzione mediatica, sviluppatasi poi in un vero e proprio successo ai botteghini mondiali, dovuto all'esuberanza del protagonista interpretato da uno scatenato Ryan Reynolds e da un eccesso stilistico difficilmente riscontrabile in altri cinecomic - anzi, in nessun altro cinecomic.
Al di là di questo, Deadpool e tutto ciò che è e rappresenta oggi per il genere passerà ufficialmente a breve sotto le mani della compagnia family friendly per eccellenza, il che comporterà evidentemente l'arrivo di scelte drastiche sui toni e i contenuti del franchise, che anche a detta dello stesso Ryan Reynolds "sarà qualcosa di completamente differente". La domanda allora è: in che senso?
Dopo la grande accoglienza del primo film diretto da Tim Miller, regista che si è impegnato in prima persona insieme allo steso Reynolds nell'imporre all'attenzione della Fox il Mercenario Chiacchierone, le strade tra l'autore e l'interprete si sono separate durante la sviluppo di Deadpool 2. Nulla di eclatante, in fondo, ma è interessante notare il motivo alla base dell'allontanamento di Miller sia da ricercare - a detta sia sua che di Reynolds - nelle "differenze creative sopraggiunte", che nella sostanza riguardavano proprio il cambiare cifra stilistica e "l'evolvere" in termini produttivi. Ecco: l'attore voleva stilizzare un progetto aumentando l'investimento e l'azione, mentre Miller voleva invece continuare sul solco tracciato con il primo film.
A vincerla - per ovvi motivi - è stato Reynolds, che ha ottenuto ciò che voleva, ma a un prezzo. Mentre per molti - compresi noi - Deadpool 2 si è rivelato infatti un film straripante ed esagerato, cinico, scorretto ed esatto miglioramento della struttura del capitolo precedente, per altri il titolo ha perso gran parte della sua magia proprio a causa del suo bisogni di "fare di più".
Che sia piaciuto o meno, comunque, in quel caso il cambiamento era radicato nella volontà del suo protagonista, che ha saputo leggere le esigenze di gran parte dei fan e sviluppare insieme a sceneggiatori e regista un titolo valido, divertente e più che godibile, al netto di molte critiche ricevute.

Con l'accordo Disney-Fox sul piatto, però, il discorso sembra adesso vertere più su di un'obbligatorietà imposta. Cambiare è giusto, specie quando si tratta di continuare un franchise: la ricerca di un tono simile ma differente, di un ingrandimento e perfezionamento delle tecniche di ripresa o l'aggiunta di situazioni nuove e inedite per i protagonisti. Bisogna guardare avanti scrutando il meglio del passato, ma è anche vero che determinate cose, se funzionano, non andrebbero cambiate, e ci riferiamo in questo particolare caso al Rated-R del franchise, alla scorrettezza del suo protagonista e alla stessa portata dell'IP.
Significa che, dopo la ratifica dell'accordo, i Marvel Studios dovrebbero annunciare senza indugi la produzione di cinecomic Rated-R, ufficializzando la decisione di procedere verso questo territorio finora da loro inesplorato e rassicurando i fan di una presa di coscienza su questo particolare e delicato argomento. Comporta che Reynolds debba restare attivamente coinvolto nello sviluppo e trovare il taglio a lui più consono per un'interpretazione libera e incensurata, senza troppi legacci creativi. Vuol dire guardare all'accesso in piccolo e non spostare l'asticella a una produzione gigantesca che finirebbe per infettare l'anima stessa del franchise, mettendone in pericolo la riuscita.
In parole povere, cambiare è giusto quando necessario e soprattutto se le scelte sono condivise, ma mai quando risulta esclusivo capriccio di una produzione cieca e spaventata dal politically (in)correct. Deadpool 3 si farà e sarà "diverso", il che ci rende entusiasti e curiosi, ma la speranza è che il Topo non metta nel sacco il Mercenario Chiacchierone.

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