DC Extended Universe: gli errori nello sviluppo del franchise

A quattro anni dal primo film e con Justice League nelle sale il DC Extended Universe sta vivendo un momento davvero difficile. Per quale motivo?

DC Extended Universe: gli errori nello sviluppo del franchise
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Justice League doveva rappresentare l'apice, salvare la DC dalle critiche e rilanciarla definitivamente verso il futuro. Purtroppo per Warner le cose non sono andate per il verso giusto e il nuovo film di Snyder e Whedon non solo ha spaccato in due la critica, ma ha anche deluso il pubblico, con risultati al botteghino ancora non incoraggianti. Il film corale con Batman, Superman, Wonder Woman, Aquaman e Cyborg ha fatto emergere in modo definitivo i problemi di un universo cinematografico che ha vissuto sin dall'inizio in balia dei suoi problemi di cattiva gestione e di decisioni sbagliate sempre più grandi. Il tutto con il fantasma di Marvel che continua a ingranare successi e consensi. Ma quali sono stati gli errori che hanno portato DC e Warner in questa situazione?

Non dare fiducia a Zack Snyder

Fin dalla genesi del progetto e dall'uscita di Man of Steel, in casa Warner avevano deciso di affidarsi a Zack Snyder, dandogli in mano le chiavi dello sviluppo del nuovo universo e dei suoi personaggi. La linea tracciata dal ritorno di Superman era chiara e costruita su una forte solennità dei toni, tematiche seriose e un mood dark marcato, in linea con quanto era riuscito a fare Nolan con il suo Batman. I difetti del film con Henry Cavill erano palesi, ma si è comunque deciso di dare fiducia al progetto dando il la ad un sequel, poi trasformatosi nell'attesissimo Batman v Superman, diventato in poco tempo il film più importante del nuovo universo, quello che avrebbe dovuto lanciare nel migliore dei modi Batman e Wonder Woman. Sappiamo tutti com'è andata a finire, con Snyder che ha perso piano piano la fiducia della produzione, portando il film verso una mannaia di tagli e rimaneggiamenti che hanno, di fatto, distorto l'idea iniziale della pellicola, trasformandola in un prodotto riuscito a metà, con svolte narrative pessime, una sceneggiatura piena di buchi e una battaglia finale a tratti assurda. Il film ha di fatto incrinato il rapporto tra Snyder e Warner, peggiorato ulteriormente dopo l'accoglienza negativa di Dawn of Justice da parte di critica e pubblico. L'idea iniziale del successivo Justice League è stata così abbandonata, il progetto di Snyder smembrato nella sua essenza e trasformato in qualcosa di diverso.
La tragedia familiare che ha colpito il regista ha di fatto "tolto le castagne dal fuoco" a Warner e DC, ma erano già ben presenti le voci secondo cui Snyder sarebbe comunque stato allontanato dalla produzione. Sin dall'inizio era ben chiaro quale sarebbe stata l'idea del regista di 300 sull'Universo DC, erano chiare le tematiche, i toni narrativi e lo stile estetico: se non si credeva in lui sin dall'inizio perché dargli la possibilità di girare questi film così importanti? E soprattutto, a decisione ormai presa, perché non arrivare fino in fondo e vedere dove sarebbe arrivato Snyder?

Confrontarsi con la visione Marvel

Molti dei problemi per la DC sono arrivati per il continuo e costante confronto che gli eroi del fumetto americano hanno dovuto intraprendere con i rivali di sempre, la Marvel. A livello cinematografico i Marvel Studios, guidati dalle sapienti e ricche mani della Disney, hanno anticipato i tempi e dettato la linea, costruendo dei prodotti che, con calma e costanza e una visione e programmazione perfetta nel lungo periodo, hanno ottenuto i favori totali di pubblico e critica, creando di fatto tutti gli stilemi di un genere del quale sono dominatori assoluti e incontrastati. Per forza di cose in casa DC si sono dovuti confrontare con l'opera dei rivali, facendosi guidare da un senso di inferiorità più che palese e da una voglia di rincorrere a tutti i costi. Le idee di Marvel si sono imposte grazie alla qualità di prodotti che hanno dettato una linea con cui era impossibile non confrontarsi. I cinecomic DC usciti prima della nascita del Marvel Cinematic Universe erano tutte opere incentrate sui personaggi di Batman e Superman, film senza una visione corale, quella che Marvel ha saputo declinare a sua immagine e somiglianza, quella che anche Warner ha dovuto tenere in considerazione per lanciare il suo progetto cinematografico.
Questo confronto è stato sin da subito impietoso: in DC si sono ritrovati a inseguire, a percorrere una strada già battuta, costruita per sfavorire qualsiasi altra visione. La freddezza della critica e il riscontro mai del tutto positivo del pubblico hanno fatto il resto con gli studios che hanno perso tutto il coraggio e l'indipendenza che avrebbero dovuto avere. Più che andare avanti con decisione, più che costruire la loro visione, sono stati "costretti" ad adeguarsi a quella di Marvel, l'unica dal successo garantito. Il risultato di questo adeguamento? Justice League, un film più simile alle controparti Marvel che ai suoi predecessori.

Poca unità tematica

In che direzione andrà il DC Universe? Verso dove si muoveranno le pellicole? Quale sarà lo sviluppo della storia? Tutto, sin dall'inizio, è stato poco chiaro. Quelli che abbiamo visto fino ad ora sono stati dei film tutti diversi l'uno dall'altro: vivendo in un ideale mondo senza informazioni nessuno si sarebbe accorto che fanno parte di una storia unica più grande, se non per la presenza degli stessi attori. Dare tutto in mano a Snyder e poi smontare il suo giocattolo sul più bello ha creato una serie di problemi che hanno avuto grosse ripercussioni su tutti gli altri film. Anche le uscite "minori" di questi anni, il pessimo Suicide Squad e il buon Wonder Woman, non hanno avuto niente a che vedere con la storia principale raccontata da Snyder in Man of Steel, Batman v Superman e Justice League. Si è trattato di film stand alone, tentativi solitari di introdurre nuovi personaggi ma che, alla fine dei conti, non hanno aggiunto niente all'universo di riferimento.
Ognuno dei film Marvel, seppur affidato a registi diversi, ha sempre avuto al suo interno degli elementi e un'estetica che lo riconducevano al progetto generale. Non basta inserire Batman in due scene per trasformare Suicide Squad in un film imprescindibile per la "grande storia" che si vuole raccontare. La sua esistenza e, in misura minore, anche quella del film su Wonder Woman, non hanno inficiato in alcun modo la continuità della vicenda e non hanno spostato di una virgola gli equilibri del DC Universe. Impossibile non parlare, infine, della diversità di toni e del cambio totale di registro arrivata dopo l'uscita di Batman v Superman, dell'alleggerimento della tensione, dell'eliminazione dei toni dark, dell'allineamento totale alla concorrenza.

Confusione

"Abbiamo una grande strategia per i film della DC, ossia prendere questi personaggi molto amati e metterli nelle mani di filmmaker esperti, e fare in modo che siano tutti coordinati tra loro. Ve ne accorgerete quando vedrete Batman v Superman, Suicide Squad, Justice League e tutti gli altri progetti a cui stiamo lavorando. Ogni progetto è diverso. In alcuni abbiamo più sceneggiatori che lavorano insieme. In altri mettiamo insieme sceneggiatori che non hanno mai lavorato insieme. E a volte, c'è un solo sceneggiatore la cui voce è giusta". A giugno del 2015 erano queste le parole dell'allora presidente della Warner Bros Greg Silverman, dichiarazioni che già palesavano una certa confusione di intenti, con ben poca chiarezza nella direzione da prendere. Intendiamoci, non c'è nulla di male nell'affidare i numerosi film a sceneggiatori e registi diversi, ma quello che è sempre mancato nel DC Extended Universe è una guida capace di tenere insieme le fila, di coordinare le maestranze e di pensare allo scopo unico e più alto. Questo personaggio poteva essere incarnato da Snyder, ma i suoi insuccessi e la conseguente poca fiducia hanno creato ancora più problemi. L'ingerenza degli studios sulle produzioni si è fatta così molto forte, tra montaggi rivisti e corretti, tagli e cambiamenti all'ultimo minuto. Ancora una volta la confusa realizzazione che ha regnato nello sviluppo di Justice League è segno inequivocabile di una serie di film che hanno preso una direzione, sono tornati indietro e hanno repentinamente deciso di percorrerne un'altra, e senza alcun filo logico apparente.

Troppa fretta

Cinque film in quattro anni e una voglia di emergere a tutti i costi. L'Universo cinematografico DC ha intrapreso una corsa contro il tempo che si è rivelata improduttiva e dannosa. Nella mente dei produttori c'era la necessità di "raggiungere" i rivali, di presentarsi alla pari con i loro progetti, di regalare un universo compiuto in poco tempo. Si è così deciso di trasformare il sequel di Man of Steel nel primo film (semi)corale del franchise, di introdurre in un'unica pellicola due personaggi iconici come Batman e Wonder Woman e di realizzare il film più importante di tutti nel 2017, introducendo tutti i protagonisti in una sola volta. Con un universo e personaggi così importante sarebbe stato preferibile attendere di più, preparare maggiormente il terreno con altre pellicole, lanciare agli occhi del pubblico i nuovi protagonisti, costruire il loro background narrativo con calma e, soprattutto, creare attesa per quella che sarebbe stata la loro unione definitiva. Regole narrative di base che però sono state giudicate troppo rischiose ed economicamente dannose.
Arrivati in ritardo su tutta la linea in casa DC hanno deciso di massimizzare i profitti buttando subito nella mischia - e tutti insieme - i loro personaggi, nella speranza di sfondare il botteghino. Tattica che si è ritorta palesemente contro gli studios, visto che il pubblico non ha perdonato questa mancanza di strategia e la nascita di storie che volevano dire troppo in troppo poco tempo. In soli tre film si è cercato di raccontare una grande storia, di presentare tutti i personaggi, di creare un rapporto tra loro, di lanciare le basi per il futuro della storia. Troppa carne al fuoco per sperare che la superficialità non venisse fuori anche agli occhi degli appassionati. I film "solitari" dei vari personaggi arriveranno solo nei prossimi anni, ora che la frittata è già stata fatta: non era meglio ragionare in modo diverso?

Un'eredità troppo pesante

Costruire una storia e dei personaggi è sempre molto difficile: partendo da zero si hanno infinite possibilità di impostare il proprio racconto come meglio si crede, con i numerosi rischi del caso ma anche con la possibilità di ottenere il meglio e di avere tra le mani un'occasione unica. Diventa invece più complicato creare una nuova storia quando si ha a che fare con personaggi già ampiamente rappresentati al cinema e con un'iconografia da tempo cementata negli occhi e nel cuore della gente. Superman prima e Batman poi sono stati due personaggi ampiamente rappresentati al cinema, e quasi sempre con grandi risultati. Confrontarsi con un'eredità così grande era un problema ancora prima di iniziare, soprattutto per un personaggio come Batman, rappresentato in modo molto personale, ma definitivo, nella recentissima trilogia sul Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan. L'iconografia creata del regista americano, molto realistica e cruda, è stata universalmente accettata da critica e pubblico e ha creato un percorso "fatto e finito" per il personaggio dell'Uomo Pipistrello. Rimettere mano a quel percorso solo un anno dopo, inserendolo in un mondo fatto di alieni, elementi extranaturali, magia, personaggi divini e dei immortali, ha creato non poche perplessità tra gli spettatori. Fare meglio era impossibile, soprattutto perché Snyder ha cercato sin da subito di riprendere quelle atmosfere, avendo però tra le mani elementi che non potevano essere trattati allo stesso modo. Nolan aveva saggiamente "intrappolato" i suoi personaggi nella realtà dei nostri tempi, eliminando ogni elemento di rischio che avrebbe appesantito la sua visione e rimaneggiando a suo piacimento le storie originali. Il nuovo DC Universe si è suo malgrado dovuto confrontare con tutto questo, con un complesso di inferiorità impossibile da sradicare, ancora di più quando è la qualità generale dei vari film a latitare.

Quali soluzioni?

Alle porte del 2018 non sappiamo verso dove si spingerà il DC Extended Universe. Non è una questione di film, visto che pellicole potenzialmente interessanti sono state programmate fino al 2020 e altri progetti ancora in fase embrionale sono pronti per essere realizzati. A mancare è proprio una visione di insieme con un timoniere che tracci la via per i futuro. Quella della Warner Bros sembra una barca piena di buchi, in balia delle tempeste più scure, delle onde più alte e con tanti marinai pronti ad abbandonare il battello prima che affondi. Snyder ha già lasciato per i motivi che conosciamo, Ben Affleck si prepara a farlo molto presto, e nessuno ai vertici sembra interessato a qualcosa che vada oltre il più semplice e facile dei guadagni. Se a questo aggiungiamo i non esaltanti risultati al botteghino di Justice League è davvero difficile essere positivi per il futuro. Serve una scossa, una figura che venga innalzata sopra tutto il resto e che rappresenti una guida sicura capace di risollevare le sorti di questi film ma, soprattutto, di dare le linee generali cui sceneggiatori e registi dovranno attenersi per il futuro. Non sappiamo se Joss Whedon, scelto all'ultimo secondo per "salvare" Justice League e futuro regista di Batgirl, sia l'uomo giusto, ma serve una figura con carisma, talento ed esperienza, ma soprattutto una cui venga regalata piena fiducia e pieni poteri, cui sia data la possibilità di costruire un progetto che non cambi da un giorno all'altro a seconda delle folate di vento e delle voci di corridoio. Gli errori sono stati fatti e ripeterli ancora rischia davvero di far affondare definitivamente questo progetto: le possibilità di salvataggio sono poche e potrebbe già essere troppo tardi, ma perché non provare a dare una svolta?