David di Donatello 2023: trionfano Le otto montagne, vincitori giusti?

I David di Donatello non hanno avuto un vincitore “pigliatutto”: a dividersi i primi sono stati Esterno notte, La stranezza e Le otto montagne.

David di Donatello 2023: trionfano Le otto montagne, vincitori giusti?
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La notte più importante del cinema italiano si è appena conclusa: la cerimonia di assegnazione dei David di Donatello 2023, che si è tenuta nella notte tra mercoledì 10 e giovedì 11 maggio, ha visto trionfare Le otto montagne di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, con Alessandro Borghi e Luca Marinelli. La vittoria di Le otto montagne come miglior film, però, non è stata seguita da una cascata di altri premi per la stessa pellicola: al contrario, le statuette dell'edizione 2023 degli "Oscar italiani" sono state assegnate secondo una ripartizione estremamente equilibrata, che ha premiato almeno quattro film diversi, tra cui, oltre alla già citata coproduzione italo-franco-belga, anche Esterno notte di Marco Bellocchio, La stranezza di Roberto Andò e Settembre di Giulia Steigerwalt (quest'ultimo nemmeno candidato al miglior film e, soprattutto, diretto da una cineasta esordiente). Vediamo dunque tutti i principali vincitori dei David di Donatello 2023, categoria per categoria.

Il trionfo di Le otto montagne, Esterno notte e La stranezza

La statuetta per il miglior film è andata a Le otto montagne, pellicola diretta dai belgi Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch e basata sull'omonimo romanzo di Paolo Cognetti, arrivato nelle librerie nel 2017.

La vittoria del film ai David di Donatello 2023 non stupisce affatto, soprattutto considerato che esso aveva già raccolto il Premio della Giuria del Festival di Cannes del 2022, superando pellicole come Decision to leave di Park Chan-wook, Broker - La buona stella di Kore'eda Hirokazu e Crimes of the future di David Cronenberg. La pellicola, un potente dramma che racconta le traversie trentennali dell'amicizia di una vita tra Pietro (Luca Marinelli) e Bruno (Alessandro Borghi), ha anche ottenuto i premi per la miglior sceneggiatura non originale, per la miglior fotografia e per il miglior suono. Tre vittorie "tecniche" meritatissime, soprattutto nel campo fotografico: il David, in questo caso, è andato a Rubens Impens, la cui direzione ha saputo valorizzare il paesaggio delle Alpi valdostane, in cui è ambientata gran parte del film, con delle inquadrature di enorme impatto, capaci di rendere la montagna una co-protagonista viva e onnipresente, quasi capace di rubare la scena a due mostri sacri del cinema italiano come Luca Marinelli e Alessandro Borghi.

Desta scalpore, invece, il fatto che né Borghi né Marinelli abbiano ricevuto il David come Miglior attore protagonista (a cui erano entrambi candidati). La concorrenza di quest'anno era però molto serrata, con un sestetto finale composto anche da Salvatore Ficarra e Valentino Picone (entrambi candidati per La stranezza, commedia drammatica diretta da Roberto Andò e che vede anche la partecipazione di Toni Servillo), da Luigi Lo Cascio (Il signore delle formiche) e, soprattutto, da Fabrizio Gifuni, a cui è stata infine assegnata la statuetta in virtù della sua incredibile performance in Esterno notte.

Se volete saperne di più sul film, vi consigliamo di dare un'occhiata alla nostra Recensione di Esterno notte, anche se saranno certamente in pochi a non conoscere quello che forse è stato il caso cinematografico italiano del 2022: la pellicola diretta da Marco Bellocchio, già candidata al David per il miglior film, racconta infatti uno dei periodi più turbolenti della storia italiana del dopoguerra, focalizzandosi sul Compromesso storico tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano e, soprattutto, sul rapimento di Aldo Moro, impersonato proprio da Gifuni.

Esterno Notte era il chiaro favorito ai David di Donatello 2023, a cui si presentava con la bellezza di 17 candidature, praticamente una per ogni categoria. Alla fine, il bottino della pellicola distribuita da Lucky Red è stato inferiore alle aspettative, conquistando "solo" quattro statuette: oltre a quella già citata per il Miglior attore, infatti, il film di Marco Bellocchio ha ricevuto anche i riconoscimenti per il montaggio, per il trucco e, soprattutto, per la regia.

In termini puramente numerici, non possiamo non sottolineare che Esterno Notte e Le Otto Montagne hanno vinto lo stesso numero di David, a sottolineare come la proposta cinematografica italiana di quest'anno sia stata di indiscussa qualità, al punto quasi da rendere impossibile identificare un chiaro "vincitore" artistico tra le uscite in sala degli ultimi dodici mesi. Quattro statuette anche per La stranezza, di Roberto Andò: il film, che narra romanticamente la genesi di Sei Personaggi in cerca d'autore, la pièce che valse il Nobel a Pirandello nel 1934, ha conquistato la giuria nelle categorie più tecniche, come la scenografia, i costumi e la produzione, non mancando però di portare a casa anche una statuina di enorme importanza come quella per la miglior sceneggiatura originale.

Una delusione e un'improbabile outsider

Se c'è uno sconfitto della 68° edizione dei David di Donatello, però, quello è sicuramente Il Signore delle formiche, di Gianni Amelio: zero vittorie su ben 11 candidature complessive, tra cui miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale e miglior attore (protagonista e non). Una vera e propria dêbacle per la biografia sul grande schermo del poeta Aldo Braibanti, che tuttavia resta sicuramente uno dei migliori film italiani del 2022, come vi spieghiamo nella nostra recensione di Il signore delle formiche. Tra gli altri vincitori "minori", invece, abbiamo Nostalgia, il racconto del ritorno al Rione Sanità di Napoli di Felice Lasco (Pierfrancesco Favino): a convincere la giuria dei David, però, non è stato il personaggio principale della pellicola diretta da Mario Martone, ma Francesco di Leva, che interpreta don Luigi, parroco e confessore del protagonista.

Per saperne di più, potete dare un'occhiata alla nostra recensione di Nostalgia. Infine, non possiamo non segnalare il trionfo di una delle attrici più amate dal grande pubblico dei social, ossia quello di Emanuela Fanelli, David di Donatello per la miglior attrice non protagonista con Siccità, commedia dai toni post-apocalittici e fantascientifici di Paolo Virzì, che proietta gli spettatori in uno scenario da incubo in cui le riserve di acqua di Roma sono terminate. Proprio grazie ai suoi panorami quasi-fantascientifici, il film si è anche portato a casa il David di Donatello per gli effetti visivi, in un'annata in cui la concorrenza è stata tuttavia estremamente sottotono. Anche in questo caso, vi rimandiamo alla nostra recensione di Siccità (che, a dir la verità, non ci ha convinto più di tanto) se desiderate approfondire ulteriormente.

Caso a parte lo fa Settembre, miglior esordio alla regia dello scorso anno, certificato dalla giuria dei David con un doppio premio.

Alla statuetta per la miglior cineasta esordiente, andata all'attrice e regista italoamericana Giulia Steigerwalt, che a soli 41 anni si appresta a diventare uno dei nomi femminili di maggior peso del cinema italiano, si aggiunge infatti uno dei riconoscimenti più importanti tra quelli assegnati la scorsa notte, ovvero quello per la miglior attrice protagonista. A trionfare, in questo caso, è Barbara Ronchi, nome ormai sinonimo di qualità dopo le partecipazioni dell'attrice a film come Favolacce dei fratelli D'Innocenzo, Gli sdraiati di Francesca Archibugi e Mondocane di Alessandro Celli. Vi segnaliamo inoltre che proprio Ronchi tornerà al cinema il 25 maggio con Rapito, il nuovo film di Marco Bellocchio, che già si candida a travolgere i David di Donatello del prossimo anno: la pellicola è tratta dalla vera storia di Edgardo Mortara, bambino di soli sei anni tolto dalla gendarmeria pontificia alla propria famiglia ebrea nel 1858, per essere trasferito a Roma e cresciuto da cattolico sotto la custodia di Papa Pio IX.

Concludono infine la nostra rassegna due premi sui generis, ossia quello per il miglior film internazionale, andato a The Fabelmans di Steven Spielberg e il David dello Spettatore, che quest'anno ha premiato Il grande giorno, la pellicola che segna il ritorno sul grande schermo del trio comico di Aldo, Giovanni e Giacomo.

Potete approfondire i due film dando un'occhiata alla recensione di Il grande giorno e alla recensione di The Fabelmans presenti sul nostro sito. Se il trionfo di pubblico di Aldo, Giovanni e Giacomo era pressoché scontato, vista la mancanza di alternative comiche italiane di grande richiamo (e soprattutto di buona qualità) nella scorsa stagione, la vittoria della pellicola quasi-biografica di Spielberg come miglior film internazionale era decisamente meno prevedibile, specie se consideriamo che nella shortlist elaborata dalla giuria dei David abbiamo anche il bellissimo Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson e il nuovo film di Luca Guadagnino con Timothée Chalamet, Bones and All. Nonostante ciò, viene difficile criticare la decisione dell'Accademia del Cinema Italia, che pure di fronte ad un elenco di pellicole di innegabile qualità ha saputo selezionare una delle più impegnate e meta-cinematografiche tra quelle uscite nello scorso anno, nonché forse il film più intimo mai realizzato da Spielberg.