Dal Voodoo all'IA: com'è cambiato il mondo de La Bambola Assassina?

30 anni dopo l'originale La Bambola Assassina, il mito di Chucky si aggiorna e ci mette in guarda dai pericoli del world wide web.

Dal Voodoo all'IA: com'è cambiato il mondo de La Bambola Assassina?
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Quanti fra voi ricordano almeno un Natale di fine anni '80? A livello formale, molte cose sono rimaste identiche: le grandi tavolate, le cene infinite preparate da mamme, nonne e parenti sparsi, gli alberi addobbati con i regali accatastati sotto. Una Poltrona per Due, il film con Dan Aykroyd ed Eddie Murphy già esisteva, uscito negli USA nel 1983, non era ancora però diventato un simbolo natalizio nel nostro Paese, una tradizione iniziata nel 1997 che dura ancora oggi.
Diversi erano sicuramente i nostri desideri di ragazzini, che ancora scrivevamo speranzosi le lettere (rigorosamente a penna) a Babbo Natale: le liste erano piene zeppe di mattoncini da assemblare, piste e macchine radiocomandate, console portatili e non, anche se il vero boom di queste ultime è scoppiato all'inizio degli anni '90.
Poco prima però si giocava ancora con bambole e bambolotti, che riempivano goffamente gli scaffali dei migliori negozi di giocattoli e la programmazione pubblicitaria televisiva dell'epoca - con un po' di sforzo, siamo sicuri che sareste capaci di ricordare persino i jingle di quelle pubblicità, provate. Figlia di quei tempi è l'idea del primo Child's Play, film diretto da Tom Holland uscito verso la fine (proprio prima del periodo natalizio) del 1988 e tradotto in Italia con l'iconico titolo de La Bambola Assassina.

Il mondo 30 anni fa

Un prodotto forse invecchiato male, che oggi sente tutto - minuto dopo minuto - il peso dei suoi quasi 31 anni. Un lungometraggio che è la perfetta istantanea dell'epoca che racconta, mescolando elementi polizieschi ad altri prettamente sovrannaturali. La massima espressione tecnologica della bambola Chucky era qualche frase farfugliata in malo modo grazie a una coppia di batterie (e neppure stilo, proprio le torce di tipo D, le più cicciose). Quando poi riusciva a parlare in modo più spigliato e aggressivo era perché l'anima al suo interno, quella dell'assassino Charles Lee Ray, prendeva il sopravvento, spinto soprattutto da motivi di rivalsa e vendetta nei confronti del detective Mike Norris - non disdegnava però dispensare un po' di sana violenza gratuita, appena possibile, verso chiunque "lo meritasse".
Tutto questo era possibile (o almeno veniva giustificato in questo modo) grazie a un rito Voodoo, una pratica che a fine anni '80 era alquanto inflazionata - nel senso che veniva spesso utilizzata come espediente dal cinema di genere e dalla televisione, inoltre spuntava spesso nei racconti dell'orrore tramandati dai ragazzini di tutto il mondo. Se non avete mai provato a fare un rito Voodoo su una bambola, ottenendo scarsi risultati ovviamente, probabilmente avete meno di 30 anni...
Molto probabilmente gli adolescenti di oggi non sanno neppure cosa sia un rito Voodoo, allo stesso modo le bambole e i pupazzi parlanti sono usciti prepotentemente fuori da ogni lista natalizia, sorpassati da giochi e oggetti molto più appetibili.

Sempre connessi

È proprio agli adolescenti nati dopo l'anno 2000 che parla il nuovo La Bambola Assassina, reboot dell'omonimo prototipo del 1988 e diretto questa volta dal regista norvegese Lars Klevberg. Tyler Burton Smith, autore della sceneggiatura, si è ritrovato con il difficile compito di svecchiare un brand nato in un'era completamente analogica in un'epoca invece interamente digitale.
I bambini di oggi sognano console di ultima generazione con la grafica 4K, smartphone, tablet, videogiochi, cuffie wireless, perché dunque non mettere insieme tutto quanto, senza escludere nulla di ciò che sta caratterizzando il nostro presente? Il Chucky del 2019 così non è più posseduto, non è vittima di nessun rito Voodoo, al contrario è figlio del cloud, degli assistenti vocali, di internet alla sua massima potenza.
Grazie al WiFi è una bambola sempre connessa, in grado di controllare i più disparati dispositivi smart, dai robot aspirapolvere alle auto a guida autonoma. Eppure quando il nuovo Chucky arriva nelle mani di Andy, ora non più un bambino ma - per l'appunto - un adolescente, il ragazzino non fa certo salti di gioia: per il suo compleanno si sarebbe aspettato un nuovo smartphone, non un "pupazzo per bambini", istantanea perfetta del nostro mondo.
I Buddi prodotti dalla Kaslan però non sono bambole normali, sono dotate di intelligenza artificiale, sono in grado di assorbire tutto dal mondo reale e imparare, in questo modo sanno come esaudire - nel limite del possibile - tutti i desideri dei loro padroncini, i loro "migliori amici". Andy e Chucky fanno infatti amicizia molto presto, appena il ragazzino comprende tutte le reali possibilità della bambola, che inoltre sta per arrivare sul mercato in edizione aggiornata.

Impigliati nella rete

Il Chucky dei nostri giorni, protagonista della pellicola, ha però qualcosa di diverso rispetto a tutti gli altri: non lo spirito di un efferato serial killer ma un codice anomalo, privato di ogni freno e inibizione. Niente firewall, niente limiti. Dice le parolacce, fa pensieri macabri, è disposto persino a uccidere pur di rendere felice il suo Andy. È continuamente in ascolto: registra tutto con gli occhi/telecamera e con le orecchie/microfono, cosa che ci ricorda in maniera diretta gli speaker intelligenti che negli ultimi anni abbiamo iniziato a metterci in casa.
Il cloud, le grandi multinazionali, potenzialmente anche gli hacker più abili sono già dentro casa nostra e siamo stati proprio noi ad aprirgli la porta, proprio ciò che accade con i Buddi della Kaslan.

Nel nostro mondo non è ancora successo nulla di strambo in merito, ma se un giorno qualcuno o qualcosa prendesse il controllo di tutti gli strumenti smart che possediamo? Dalle tapparelle automatiche al termostato, arrivando fino all'auto autonoma connessa in 5G - non più fantascienza ma pura realtà. La Bambola Assassina del 2019 immagina proprio questo: la rivolta delle macchine, il caos digitale più assoluto, un tema che più volte in passato ha caratterizzato film di successo, questa volta però tutto si affronta in maniera più "intima". Ogni smartphone che abbiamo in tasca, ogni assistente vocale, è parte della nostra vita, sono quasi "persone" del nostro quotidiano, che non a caso chiamiamo per nome, proprio come faremmo con Chucky.
Tyler Burton Smith ha dunque aggiornato all'inverosimile il tema abusato delle macchine al potere, sfruttando tutte le tecnologie del momento, compresi i droni comandati a distanza. Proprio quei quadricotteri tanto carucci che, se corredati di lame al posto delle classiche ali, potrebbero non essere poi tanto graziosi. Com'è cambiato, dunque, il mondo negli ultimi 30 anni? È tutto raccontato ne La Bambola Assassina, e forse abbiamo anche avuto un assaggio di ciò che potrebbe accadere un domani, in un futuro sempre più dipendente dal world wide web. È della rete globale che dobbiamo aver paura?

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