Dal manga al film: Alita - Angelo della battaglia

In attesa dell'uscita del film Alita - L'angelo della battaglia, vogliamo confrontare quanto visto con il manga originale di Kishiro.

Dal manga al film: Alita - Angelo della battaglia
Articolo a cura di

Alita - Angelo della battaglia è un manga di Yukito Kishiro del 1991. L'opera ha avuto notevole fortuna negli anni '90, tanto da essere anche ristampata più volte nel nostro Paese (e non abbiamo dubbi che l'arrivo del film porti nuova linfa ai volumi originali).
Il film invece, girato a partire dal 2016, doveva uscire nelle sale a luglio di quest'anno, ma ha subito slittamente vari, finendo per essere proiettato a dicembre negli Stati Uniti e a gennaio del 2019 in Italia.
Per ora quindi si conosce solo il poco visto nel teaser trailer dell'anno scorso e nel più corposo trailer di fine luglio. Nonostante il materiale sia scarno, è evidente una certa, grande differenza - anche solo stilistica - tra le due opere.

Il manga di Kishiro

Il manga di Alita, il cui nome originale è "Gunnm", ossia sogno di una pistola, propone uno stile grafico interessante, a tratti distante da molti altri autori nipponici. Nelle tavole si vede molto di Moebius, una commistione interessante tra le rappresentazioni classiche dell'arte del manga giapponese e quelle più ruvide e sobrie di stampo occidentale (pur banalizzando un poco il discorso).
Principalmente l'esigenza di Kishiro è quella di proporre un mondo cyberpunk tanto basato sui classici cliché del genere, quanto plausibile nella sua assurdità, nella sua esagerazione. In questo modo, quindi, l'autore preferisce allontanarsi dal seminato di molti colleghi, evitando di proposito alcune situazioni più classiche del genere futuristico (almeno nel campo del manga) e aprendo la porta all'esasperazione, alla violenza ironica, al "troppo".
Non manca chiaramente un certo senso del poetico, o quantomeno della riflessione, soprattutto nei momenti chiave dei personaggi principali, in quelle svolte di trama che servono non solo a descrivere il soggetto, ma anche a farlo crescere insieme al lettore stesso.
Sotto questo punto di vista la trama del fumetto offre un intreccio piuttosto semplice: il cyborg senza vita di Alita viene ritrovato nella Città Discarica da un mercenario e successivamente dotato di un nuovo corpo, cosa che regala all'eroina una seconda chance.
Nel corso degli eventi, Alita inizierà non solo a ricordare gli episodi della sua precedente vita, ma anche a rispolverare le sue incredibili e letali doti marziali, in un turbinio di scontri, riflessioni filosofiche e violenza pura.

Nel complesso, il personaggio delineato da Kishiro è molto sfaccettato, lontano dai soliti cliché sulle eroine che devono farsi strada in un mondo cattivo e brutale, o simili. Alita è, narrativamente parlando, sia un eroe che un anti-eroe, soprattutto per quanto riguarda la sua precedente vita, la cui scoperta graduale appassionerà il lettore durante tutto il racconto.
Alita inoltre non ha bisogno di farsi strada con difficoltà, né di imparare qualcosa. È una macchina da guerra, letteralmente predisposta a schiacciare ogni tipo di minaccia (pur non senza qualche difficoltà).
Questi elementi la pongono chiaramente su un piano profondamente diverso dal solito: alla nostra protagonista serve crescere spiritualmente, creare una sua nuova e originale personalità. La sua crescita quindi è interiore e il violentissimo mondo che la circonda non è poi un ostacolo troppo grande.

Il trailer di Rodriguez

Per quanto concerne il film del pupillo di Tarantino (AKA Robert Rodriguez), il trailer presentato pochi giorni fa lascia intendere una rilettura profonda dell'opera di Kishiro. Certo, cautamente non si possono trarre conclusioni sulla base di pochi minuti di anteprima, ma nel complesso il personaggio di Alita che traspare è quello della classica "bambolina", avulsa dalla realtà che la circonda, a tratti quasi timorosa del mondo che è costretta - volente o nolente - ad affrontare.
Ancora, l'impressione è quella di un personaggio che è già chiaramente ben definito nei tratti e nelle caratteristiche, la cui lotta è solo esteriormente atta ad affermarsi in un contesto brutale, a eliminare tutte le ombre del proprio passato. E visivamente la pellicola sembra dare prova di quanto detto, scegliendo (questo, bisogna dirlo, è piaciuto molto poco ai fan) di caratterizzare in maniera estrema i tratti somatici della protagonista.
Alita assomiglia più a un elfo che a un cyborg dalle fattezze umane, con un evidente tocco di CGI e due occhi semplicemente enormi. Un approccio quasi caricaturale a quella che è sì una caratteristica prettamente nipponica nello stile grafico, ma che fuori dal suo naturale contesto stona leggermente (in più il manga, diversamente da molti altri esempi, indugia ben poco nell'accentuare le caratteristiche fisiche dei personaggi).
Manca ancora molto all'uscita della pellicola nelle sale e gli interrogativi sono svariati, tra tutti anche il livello di violenza scelto da Rodriguez per questa trasposizione cinematografica. Nel frattempo, attestato un certo grado di differenza tra le due opere, aspettiamo fiduciosi la pubblicazione di nuovo materiale.

Che voto dai a: Alita - Angelo della battaglia

Media Voto Utenti
Voti: 74
7.7
nd