I prossimi due o tre mesi di cinema saranno diversi da quelli vissuti finora. Proprio in senso storico, dato che in buona sostanza, continuando di questo passo, le sale cinematografiche continueranno e rimanere chiuse almeno fino a maggio, impossibilitando le grandi major come Disney, Universal Pictures o Warner Bros. a rispettare le release già fissate da anni, molte della quali sono infatti già state posticipate. Ormai lo sapete ma si parla di titoli molto importanti come Black Widow di Cate Shortland, Fast & Furious 9 con Vin Diesel o 007 No Time To Die con Daniel Craig, chi rimandato a data da destinarsi, chi di un intero anno e chi invece di mesi.
Ça va sans dire che una situazione tanto complessa comporta delle perdite economiche di una certa rilevanza, tanto sostanziose da poter mettere in difficoltà una società con grande capitalizzazione come la Disney ma anche le major concorrenti. Oltre a dei piani finanziari mirati per arginare le spese e ridurre i prezzi, in verità per le aziende dell'intrattenimento ci sarebbero anche le piattaforma streaming di riferimento come via secondaria di salvezza, cioè come temporanea trincea in tempo di guerra per proteggere in minima parte il calendario delle uscite e "gli incassi", anche se andrebbero introdotte delle specifiche ottimizzazioni riguardo ai costi dei vari servizi.
Mutatis Mutandis
In un contesto come quello odierno, le piattaforme streaming o i servizi digitali sono in verità delle grandi opportunità. L'entertainment è fatto di numeri e di finanze, e tradotto in termini semplici se un film non esce in sala, non può incassare; se viene posticipato, aumenta i costi di gestione e dilata quelli della promozione, aprendo una ferita emorragica in termini di investimenti. In aggiunta, viviamo in un periodo dove le major fissano le release dei loro film con largo anticipo, e in contesto Marvel Cinematic Universe hanno una tabella di marcia molto importante da rispettare, certamente posticipabile ma complessa da riogranizzare. Consideriamo poi il distacco di rilevanza tra i vari periodi d'uscita, come ad esempio quello natalizio, primaverile o estivo, che segnano incassi molto differenti tra loro. Quest'ultimo è ad esempio il motivo per cui la Sony Pictures ha deciso di rimandare a novembre l'uscita di No Time To Die anziché di qualche mese, da aprile a giugno (per dirne una), accettando una perdita stimata di circa 30 milioni in virtù della certezza di un danno molto più elevato se avesse optato per una release estiva. Stesso discorso per Fast & Furious 9, addirittura rinviato di un intero anno per rispettare le stime d'incasso prefissate.
È allora qui che però possono entrare in gioco le piattaforma streaming, da Netflix ad Amazon fino a Disney+ o AppleTV+, considerando anche il VOD (Video on Demand). È anzi la Universal la prima major ad aver pensato bene di optare per il VOD e arginare così il problema della chiusura delle sale, annunciando l'arrivo di film come The Invisible Man di Leigh Whannell, The Hunt di Damon Lindelof, Emma e Trolls: World Tour in versione digitale su richiesta, al costo d'affitto di 20 dollari ciascuno.
Ragionando sulle perdite dovute allo shutdown dei cinema e sul trasferimento in digitale dei titoli, oltre che sul costo medio del biglietto delle sale americane di circa 10-15 dollari, l'opzione e il prezzo sono più che ragionevoli in una situazione tanto articolata, pensando inoltre all'isolamento forzato o volontario in casa di molte famiglie e all'aumento delle sottoscrizioni in abbonamento alle piattaforme digitali.
Dopo la presa di coscienza degli USA circa l'effettiva pericolosità del Coronavirus, gli incassi del box office americano sonno letteralmente colati a picco come quelli Italiani circa tre settimane fa. Per i film sopra citati si parla di un crollo percentuale tra il 60 e il 72% in una sola settimana, costringendo grandi catene come AMC o Regal a diminuire i posti in sala (il che significa ridurre fisiologicamente gli incassi) o a chiudere i battenti e seguire l'evolversi della Pandemia.
Si parla dei peggiori dati statistici dal 1995 a oggi, il che comporta a questo punto una presa di coscienza della situazione anche da parte delle major, che non possono assolutamente posticipare a oltranza i loro titoli più importanti o lasciarli senza release ufficiale da qui fino a fine anno. Sono già in molti a domandarsi a quanto possa ammontare il rischio effettivo di una disastrosa cine-stagione estiva, questo nel mentre di una piena crisi primaverile, che comporta insomma una visione della lotta all'emergenza sulla lunga distanza. Su questa linea d'onda, come quella Universal, viaggia anche Sony Pictures, che dopo i risultati ovviamente deludenti del Bloodshot con Vin Diesel al box office americano, ha deciso di distribuire in digitale il film con lo stesso identico modello sopra descritto. Si sta ritornando a sette anni fa, più o meno, prima del dilagare dello streaming a cui adesso hanno però libero accesso proprietario major del calibro della Disney e della WarnerMedia. E allora perché non provare a sfruttare la situazione in modo diverso, integrando magari un costo aggiuntivo e distribuendo direttamente su Disney+ titoli come Mulan se non addirittura Black Widow?
Dati alla mano, non sarebbe assolutamente una scelta da scartare: la Casa di Topolino - nello specifico - potrebbe implementare il servizio streaming e aumentare gli introiti su breve periodo, tornando poi alla distribuzione regolare al diminuire dei contagi e alla fine delle misure draconiane. Ma così la Warner Bros. potrebbe distribuire su piattaforme come HBO MAX alcuni loro prodotti di prossima uscita e probabilmente già a rischio posticipo, anche in questo caso integrando un costo aggiuntivo, se vogliamo proprio d'affitto. Fa paura pensarlo, riflettendo sulla già disastrosa caduta dell'esperienza in sala, eppure al momento ci sembra l'unica soluzione attuabile per permettere al cinema di diffondersi e dilagare come grande contromisura culturale alla Pandemia del virus.
Da Universal e Disney, in tempo di guerra si guarda alla trincea streaming
E se le grandi major hollywoodiane sfruttassero in massa le proprie piattaforme di riferimento streaming per arginare il problema delle uscite?
I prossimi due o tre mesi di cinema saranno diversi da quelli vissuti finora. Proprio in senso storico, dato che in buona sostanza, continuando di questo passo, le sale cinematografiche continueranno e rimanere chiuse almeno fino a maggio, impossibilitando le grandi major come Disney, Universal Pictures o Warner Bros. a rispettare le release già fissate da anni, molte della quali sono infatti già state posticipate. Ormai lo sapete ma si parla di titoli molto importanti come Black Widow di Cate Shortland, Fast & Furious 9 con Vin Diesel o 007 No Time To Die con Daniel Craig, chi rimandato a data da destinarsi, chi di un intero anno e chi invece di mesi.
Ça va sans dire che una situazione tanto complessa comporta delle perdite economiche di una certa rilevanza, tanto sostanziose da poter mettere in difficoltà una società con grande capitalizzazione come la Disney ma anche le major concorrenti. Oltre a dei piani finanziari mirati per arginare le spese e ridurre i prezzi, in verità per le aziende dell'intrattenimento ci sarebbero anche le piattaforma streaming di riferimento come via secondaria di salvezza, cioè come temporanea trincea in tempo di guerra per proteggere in minima parte il calendario delle uscite e "gli incassi", anche se andrebbero introdotte delle specifiche ottimizzazioni riguardo ai costi dei vari servizi.
Mutatis Mutandis
In un contesto come quello odierno, le piattaforme streaming o i servizi digitali sono in verità delle grandi opportunità. L'entertainment è fatto di numeri e di finanze, e tradotto in termini semplici se un film non esce in sala, non può incassare; se viene posticipato, aumenta i costi di gestione e dilata quelli della promozione, aprendo una ferita emorragica in termini di investimenti. In aggiunta, viviamo in un periodo dove le major fissano le release dei loro film con largo anticipo, e in contesto Marvel Cinematic Universe hanno una tabella di marcia molto importante da rispettare, certamente posticipabile ma complessa da riogranizzare. Consideriamo poi il distacco di rilevanza tra i vari periodi d'uscita, come ad esempio quello natalizio, primaverile o estivo, che segnano incassi molto differenti tra loro. Quest'ultimo è ad esempio il motivo per cui la Sony Pictures ha deciso di rimandare a novembre l'uscita di No Time To Die anziché di qualche mese, da aprile a giugno (per dirne una), accettando una perdita stimata di circa 30 milioni in virtù della certezza di un danno molto più elevato se avesse optato per una release estiva. Stesso discorso per Fast & Furious 9, addirittura rinviato di un intero anno per rispettare le stime d'incasso prefissate.
È allora qui che però possono entrare in gioco le piattaforma streaming, da Netflix ad Amazon fino a Disney+ o AppleTV+, considerando anche il VOD (Video on Demand). È anzi la Universal la prima major ad aver pensato bene di optare per il VOD e arginare così il problema della chiusura delle sale, annunciando l'arrivo di film come The Invisible Man di Leigh Whannell, The Hunt di Damon Lindelof, Emma e Trolls: World Tour in versione digitale su richiesta, al costo d'affitto di 20 dollari ciascuno.
Ragionando sulle perdite dovute allo shutdown dei cinema e sul trasferimento in digitale dei titoli, oltre che sul costo medio del biglietto delle sale americane di circa 10-15 dollari, l'opzione e il prezzo sono più che ragionevoli in una situazione tanto articolata, pensando inoltre all'isolamento forzato o volontario in casa di molte famiglie e all'aumento delle sottoscrizioni in abbonamento alle piattaforme digitali.
Dopo la presa di coscienza degli USA circa l'effettiva pericolosità del Coronavirus, gli incassi del box office americano sonno letteralmente colati a picco come quelli Italiani circa tre settimane fa. Per i film sopra citati si parla di un crollo percentuale tra il 60 e il 72% in una sola settimana, costringendo grandi catene come AMC o Regal a diminuire i posti in sala (il che significa ridurre fisiologicamente gli incassi) o a chiudere i battenti e seguire l'evolversi della Pandemia.
Si parla dei peggiori dati statistici dal 1995 a oggi, il che comporta a questo punto una presa di coscienza della situazione anche da parte delle major, che non possono assolutamente posticipare a oltranza i loro titoli più importanti o lasciarli senza release ufficiale da qui fino a fine anno. Sono già in molti a domandarsi a quanto possa ammontare il rischio effettivo di una disastrosa cine-stagione estiva, questo nel mentre di una piena crisi primaverile, che comporta insomma una visione della lotta all'emergenza sulla lunga distanza.
Su questa linea d'onda, come quella Universal, viaggia anche Sony Pictures, che dopo i risultati ovviamente deludenti del Bloodshot con Vin Diesel al box office americano, ha deciso di distribuire in digitale il film con lo stesso identico modello sopra descritto. Si sta ritornando a sette anni fa, più o meno, prima del dilagare dello streaming a cui adesso hanno però libero accesso proprietario major del calibro della Disney e della WarnerMedia. E allora perché non provare a sfruttare la situazione in modo diverso, integrando magari un costo aggiuntivo e distribuendo direttamente su Disney+ titoli come Mulan se non addirittura Black Widow?
Dati alla mano, non sarebbe assolutamente una scelta da scartare: la Casa di Topolino - nello specifico - potrebbe implementare il servizio streaming e aumentare gli introiti su breve periodo, tornando poi alla distribuzione regolare al diminuire dei contagi e alla fine delle misure draconiane. Ma così la Warner Bros. potrebbe distribuire su piattaforme come HBO MAX alcuni loro prodotti di prossima uscita e probabilmente già a rischio posticipo, anche in questo caso integrando un costo aggiuntivo, se vogliamo proprio d'affitto. Fa paura pensarlo, riflettendo sulla già disastrosa caduta dell'esperienza in sala, eppure al momento ci sembra l'unica soluzione attuabile per permettere al cinema di diffondersi e dilagare come grande contromisura culturale alla Pandemia del virus.
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