Da Sully a Yoga Hosers: Torino Film Festival, ecco i film da non perdere

Dal 18 al 26 novembre il capoluogo piemontese diventa un luogo imprescindibile per i cinefili. Ecco alcuni titoli forti da tenere d'occhio.

Da Sully a Yoga Hosers: Torino Film Festival, ecco i film da non perdere
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Per nove giorni (dieci se si include domenica 27 novembre, giornata dedicata alle repliche dei film premiati) Torino diventa la meta ideale per tutti gli appassionati di cinema in Italia, molti dei quali non esiterebbero a definire la kermesse piemontese il miglior festival cinematografico italico in assoluto, per la varietà dell'offerta e la partecipazione attiva del pubblico, coinvolto in un evento che si rivolge a tutta la città e non solo ai cinefili duri e puri. Che siate alla ricerca di cineasti emergenti (Concorso), documentari (TFFdoc), intrattenimento più mainstream (Festa mobile) o vecchie glorie da rivedere (la retrospettiva e i vari omaggi), le diverse sezioni del festival forniscono un'esperienza a 360 gradi, con una tale inondazione di titoli che è facile perdersi. Ecco, quindi, qualche consiglio per gli acquisti durante il Torino Film Festival 2016.


Recuperi di prestigio

Una delle caratteristiche più apprezzabili del Torino Film Festival, che non ha l'obbligo delle anteprime mondiali salvo per i prodotti italiani, è la possibilità di poter (ri)vedere film già passati con successo in altre manifestazioni. L'offerta di quest'anno include, tra le altre cose, Elle, folle ritorno dietro la macchina da presa di Paul Verhoeven che ha suscitato reazioni contrastanti a Cannes; A Quiet Passion, elegante e divertente ritratto di Emily Dickinson ad opera di Terence Davies; War on Everyone, esilarante poliziesco molto politicamente scorretto; e Psycho Raman, un ottimo thriller di matrice indiana. Per i cinefili più avventurosi c'è anche A Lullaby to the Sorrowful Mystery, opera-fiume del filippino Lav Diaz della durata di otto ore...

Il miracolo sull'Hudson e la nascita di Quinto potere

Tra gli eventi più attesi della kermesse c'è sicuramente l'anteprima italiana di Sully, il trentacinquesimo lungometraggio di Clint Eastwood. Basato su una storia vera, il film si avvale del carisma di Tom Hanks, affiancato da Aaron Eckhart, per interrogarsi sull'eroismo ai giorni nostri. Un altro appuntamento imprescindibile per chi ama il cinema americano riguarda la figura di Christine Chubbuck, conduttrice televisiva che ispirò Paddy Chayefsky per la scrittura di Quinto potere. La ritroviamo al festival in una veste duplice: nel biopic Christine (in concorso), con le fattezze di Rebecca Hall, e nel documentario Kate Plays Christine (nella sezione Festa mobile).

Non mangiate quelle salsicce!

Dopo Sausage Party, un altro film dove il cibo non è quello che sembra. Questa volta si tratta di Yoga Hosers, il nuovo lungometraggio di Kevin Smith, regista nerd e sboccato per eccellenza, che firma il secondo capitolo della sua trilogia canadese (il primo era Tusk, uscito due anni fa). Intriso di cinefilia e trovate assurde, Yoga Hosers vanta due ottime giovani interpreti - le figlie di Johnny Depp e dello stesso regista - e dei cattivi davvero particolari: un gruppo di wurstel nazisti, interpretati da Smith, che ammazzano la gente a suon di "Wunderbar!". Da non perdere.

Una notte da brivido

Nell'ambito della sezione After Hours, dedicata al cinema di genere, torna una novità molto apprezzata dal pubblico lo scorso anno: la notte horror. Tra il 19 e il 20 novembre, da mezzanotte fino alle cinque di mattina circa, sarà possibile, con un unico biglietto, farsi una piccola maratona di tre titoli nella sala principale del cinema Massimo. Due novità e un gioiellino del passato: quest'ultimo è The Return of the Living Dead (1985), scanzonato omaggio all'iconografia romeriana da parte di Dan O' Bannon, sceneggiatore del primo Alien. Esso si colloca tra Sam Was Here, un thriller franco-americano dallo stampo molto classico (così dice il programma del festival), e Sadako vs. Kayako, lo scontro tra le due antagoniste più note del cinema horror giapponese.

Da Londra a Roma

Tra i titoli italiani si preannuncia come potenzialmente interessante l'opera terza di Andrea Molaioli, regista de La ragazza del lago e Il gioiellino. Per Slam - Tutto per una ragazza il cineasta romano ha deciso di spostare nella capitale un testo molto londinese, trattandosi di un romanzo di Nick Hornby. Una trasformazione alla quale Molaioli è abituato (La ragazza del lago è basato su un libro norvegese), e che in questa sede gli permette di raccontare una storia sulla gioventù, tra skateboard e aspirazioni adolescenziali. I genitori del protagonista sono interpretati da Jasmine Trinca e Luca Marinelli.

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