Da 58 minuti per morire a Profondo rosso, i cult di mercoledì 14 settembre.

Cosa ci propone la serata di oggi, mercoledì 14 settembre? I sequel 58 minuti per morire e La mummia - La tomba dell'imperatore dragone, e Profondo Rosso.

Da 58 minuti per morire a Profondo rosso, i cult di mercoledì 14 settembre.
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Una discreta varietà di titoli è quella offertaci dal roster televisivo di oggi, mercoledì 14 settembre. Primo in ordine cronologico, sia per ciò che concerne la datazione che per l'orario di trasmissione, è Profondo Rosso, in onda alle 21 spaccate su IRIS: occasione per tanti amanti del cult di Dario Argento di poter rivedere il Maestro all'apice della sua forma, ormai ahinoi solo un lontano ricordo. La serata prosegue con due sequel, uno assai riuscito l'altro molto meno. Alle 21.15 infatti RETE4 ci regala un classico quale Die Hard 2 - 58 minuti per morire, seconda avvincente (dis)avventura di Bruce Willis - John McClane che non sfigura assolutamente di fronte all'illustre predecessore, mentre solo cinque minuti prima è ITALIA1 a proporre La mummia - La tomba dell'imperatore dragone, stanco terzo capitolo della saga con protagonista Brendan Fraser.

La mummia - La tomba dell'imperatore dragone

Non basta il cambio di ambientazione in Cina, con tanto di passaggio sull'Himalaya, a rivitalizzare il brand della Mummia, già in calo dopo un secondo capitolo che si muoveva tra alti e bassi. Stephen Sommers lascia la cabina di regia a Rob Cohen ma il regista di Fast & Furious (2001) non riesce a trovare la giusta quadratura per colpe anche non sue: la sceneggiatura di Miles Millar e Alfred Gough è infatti sin troppo imprecisa e caotica, nonostante non sia priva di gustose citazioni di genere, per riuscire a dare coerenza ad una storia il cui taglio avventuroso è spesso lasciato in secondo piano in favore degli effetti speciali, buoni ma spesso fini a loro stessi. Il mix di azione e comicità funziona meno che in passato e solo la presenza di star orientali come Jet Li e Michelle Yeoh garantisce un elemento di novità, trovando in acrobazie vagamente memori dei wuxiapian un punto di forza nelle sequenze più visivamente spettacolari. Ma, in definitiva, La mummia - La tomba dell'imperatore dragone si rivela più fumo che arrosto.

58 minuti per morire

Un Renny Harlin a inizio carriera e all'apice della sua scalata registica non fa rimpiangere il collega John McTiernan nella seconda installazione su grande schermo della saga di Die Hard. Intelligentemente (auto)ironico, con un gran numero di morti ammazzati, 58 minuti per morire è un film costruito su misura sulla fisicità espressiva di Bruce Willis, qui impegnato a sventare un attacco terroristico all'aeroporto di Los Angeles. E' ancora Natale come nel precedente episodio in questa trasposizione del romanzo di Walter Wager, e ancora una volta un uomo solo si trova a lottare contro nemici in gran numero maggiore per cercare di salvare più persone possibili, moglie inclusa. Perfetto ed implacabile giocattolo action incentrato sul carisma della figura di McClane, impegnato nell'ambientazione innevata a far fuori cattivi in serie mantenendo sempre il gusto per la battuta pronta. Un film dinamico e con buon senso del ritmo, tra inseguimenti, sparatorie e un elemento di novità dato dalla presenza di velivoli "a rischio" che omaggia classici del filone quali Airport (1970) ed affini.

Profondo rosso

Opera immortale, elemento di studio e di ispirazione per intere generazioni di cineasti a venire, Profondo Rosso è anche il film che ha consacrato definitivamente la carriera di Dario Argento, qui intento a speziare il classico thriller all'italiana con una spruzzata di sovrannaturale. L'omicidio della sensitiva tedesca, in una sequenza che è Storia, dà il via alle improvvisate indagini personali di un pianista inglese in vacanza nel Belpaese ed unico testimone dell'accaduto. Tra soggettive di grandissimo impatto visivo, un'atmosfera mystery che però non snatura mai la verosimiglianza degli eventi ed una piacevole ironia di contorno, questo teso meccanismo thrilling che si muove con mirabile equilibrio tra sguardo autoriali e strizzate d'occhio al cinema popolare, trova nello sfruttamento degli oggetti ambientali un vero e proprio fiore all'occhiello, con la presenza dello specchio che si rivelerà fondamentale nel bellissimo colpo di scena finale. La scelta del titolo non casuale fa sì che le tonalità di rosso abbondino nella visione, con un'eleganza fotografica capace di trasformare la componente scenografica in una vera e propria co-protagonista della vicenda, sempre sorretta da un senso di suspense inquieto ed altamente empatico.

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