Creed II tra dramma e brutalità: la regia di Steven Caple Jr.

Uno scontro tra retaggio e memoria, che fa della fisicità estrema dell'azione e della ricerca dell'emotività familiare i suoi due grandi elementi cardine.

Creed II tra dramma e brutalità: la regia di Steven Caple Jr.
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"Vola come una farfalla, pungi come un'ape" diceva il grande Cassius Clay, in arte Muhammed Ali. In questa frase tanto celebre e amata, lo storico pugile racchiudeva l'essenza del suo stile, raffinato ed elegante tanto nei movimenti quanto calcolato e decisivo nei colpi da sferrare. Traslando la massima di Ali nel mondo del cinema e adattandola al franchise di Rocky, nel tempo Sylvester Stallone ha saputo concentrare i due elementi portanti del lavoro di Clay in una saga che si è addentrata nel profondo della vita del suo personaggio, sviscerandone il lato emotivo nel mentre di un profuso impegno nella costruzione degli incontri sul ring - con molti alti e pochi bassi.
Evolvendo però il medesimo discorso stilistico, con l'arrivo di Creed - Nato per combattere nel 2016, l'ottimo Ryan Coogler è riuscito a confezionare un film estremamente ricercato nella tecnica e accompagnato da un'esplorazione etica e morale dei suoi due protagonisti, Adonis e Rocky. Forma e contenuto, in quel caso, apparivano bilanciati e intersecati in un prodotto che faceva del virtuosismo nelle scene d'azione e di un rabbioso e scatenato sentimentalismo i suoi due più importanti cardini, avvolgendo palco e vita dei personaggi con tatto e maestria. Le parole d'ordine erano crescita, confronto e vittoria, ma maturare vuol dire anche insistere, perdere e rialzarsi, ed è proprio questo trittico a fungere da grande spinta emotiva per il nostro Adonis in Creed II, nella sfida finora più grande e importante della sua vita.

I duri colpi della vita

L'indisponibilità di Coogler a tornare per il sequel ha costretto la produzione di Creed II a puntare su di un nome che potesse proporre una visione simile a quella del regista di Black Panther, ma che sapesse anche essere personale e ben più legata al lato umano dei protagonisti. Prima che iniziassero le ricerche, allora, lo stesso Coogler ha gettato sul tavolo il nome di Steven Caple Jr, regista proveniente dalla scena indipendente, collega e amico sia di Coogler che di Michael B. Jordan. Quella di Caple Jr. è una sensibilità differente da quella dell'amico Ryan, perché anche a detta di Jordan "è un autore capace di conoscere in qualsiasi momento cosa sta accadendo a un personaggio, sia superficialmente che nell'intimo".
Nella drammatizzazione visiva della penna mai così nostalgica e paternale di Sly, Caple Jr si è impegnato dunque a fondo per raccontare con effetto l'evoluzione sostanziale della vita di Adonis e di Bianca (Tessa Thompson), del rapporto tra Creed e Rocky e dell'ascesa del primo nell'Olimpo della boxe professionistica.
Un grande problema, in questo caso, è stato affrontare il bipolarismo della storia, che viaggia infatti su di un'alternanza identitaria legata tanto ad Adonis quanto a Viktor Drago, figlio di Ivan Drago e imponente rivale del sequel. Il regista si è quindi cimentato in delle scelte che impedissero prima di tutto di intaccare l'unitarietà di un progetto unico con al suo interno due anime differenti, ma anche di rendere un film in realtà molto umano e dedicato alla vita un mero e vuoto titolo sulla vendetta. All'interno di Creed II c'è allora tutto il peso delle scelte di Adonis e Viktor, figli rivali con i propri sogni e legati a doppio filo al retaggio sportivo dei padri.
Prima di arrivare sul palco vero e proprio, gettandosi a capofitto nella costruzione estetica dei match, Caple Jr. sa perfettamente come calibrare anche nel dramma la brutalità di un'esistenza che mette spesso KO, accettando comunque rivincite.

Sia per i protagonisti che per lo spettatore, i colpi più duri da affrontare sono infatti quelli che assesta la vita emotiva, e il regista si muove tra primi piani, close-up e un aspetto visivo celebrativo ricco di ombre e contrasti per addentrarsi nel cuore dei personaggi e della vicenda. Il direttore della fotografia, Kramer Morgenthau, definisce Caple come "un regista desideroso che tutto sia radicato nel reale, amante delle texture e dell'immediatezza dei personaggi": per questo ha voluto progettare gli elementi visivi di ogni scena, così da migliorare sfumature di colore e drammaticità.
Dando così ampio respiro alla storia, focalizzata in modo esaustivo sul rapporto tra Adonis, Bianca e Rocky da una parte e tra Ivan e Viktor dall'altra, Caple Jr. ha sfruttato i momenti di intimità tra amanti - così caldi e ricchi di quiete - o di scontri padre-figlio - invece freddi e furiosi - per equilibrare intelligentemente la scarica elettrizzante e viscerale degli scontri sul quadrilatero, assolutamente entusiasmanti.

Sangue, sudore e brutalità

Se la vita ha un allungo micidiale, anche Viktor Drago non scherza. A vestire i panni del figlio di Ivan troviamo Florian Munteanu, nella vita reale pugile semi-professionista che ha sorpreso Stallone sin dal primo incontro: "Non solo è alto, bello e muscoloso, sa anche combattere e recitare". Ci sono voluti nove mesi per trovare il Viktor adatto a scontrarsi contro il Creed di Jordan, ma alla fine è arrivato il candidato non solo migliore, colui che è praticamente nato per interpretare quel ruolo. Sia Munteanu che Jordan si sono allenati duramente insieme, diventando amici. Gli allenamenti sono stati davvero intensi e con delle precise coreografie da rispettare, tra l'altro difficili da apprendere per Munteanu, perché come ha spiegato "davanti alla telecamere, fingendo un incontro, lo scopo non è quello di sferrare pugni, ma di evitare di colpire e di essere colpiti". Per questo sia lui che Jordan hanno descritto le coreografie e i loro incontri come dei "violenti balletti, incentrati sul calcolo delle distanze e sulla conoscenza dei passi da eseguire", anche se violenti e brutali.
Tornando a parlare dei match veri e propri, e quindi della costruzione sia coreografica che scenica di questo valzer di lotta, Caple Jr. ha lavorato a stretto contatto con gli attori e con Danny Hernandez, coordinatore degli stunt. Il regista ha seguito passo passo l'evoluzione delle coreografie studiando le giuste angolazioni di ripresa per donare carattere, veridicità e soprattutto irruenza e ferocia ai pugni di Drago, che sul ring hanno fatto davvero la differenza.
Lo scopo non era tanto quello di assecondare lo stile di Coogler e addentrarsi nel pugilato di Creed, quanto di sottolineare l'efferatezza e l'aggressività di Viktor, che sul quadrilatero è una macchina da combattimento, oliata a dovere dai ripetuti "distruggilo" o "massacralo" sussurrati dal padre nei momenti di pausa all'angolo.
Caple Jr ha sfruttato molto anche i vari punti di vista e i suoni per attirare il pubblico all'interno del ring e lasciare che la gente percepisse sul suo corpo ogni colpo come lo spostamento d'aria di una schivata. Se nei momenti familiari c'era allora quiete - dal punto di vista visivo ed estetico - negli incontri le telecamere sono aggressive e dinamiche, coadiuvate da un montaggio serrato e decisamente differente dai piani sequenza di Coogler, che volevano donare continuità all'azione.

In Creed II, invece, Caple vuole sottolineare ed evidenziare apertamente stanchezza e dolore fisico, tanto che arriva anche a rallentare diversi momenti dell'incontro per lasciare su schermo, sui volti e sui corpi dei protagonisti i segni dei colpi sferrati, spostare l'attenzione sulla sofferenza, che come per la parte emotiva e intima del film è al centro dell'intero racconto.
Ne vengono fuori degli scontri dinamici e molto violenti che fanno del corpo di Drago un bulldozer in movimento, inquadrato anche in soggettiva mentre scarica diversi colpi contro il suo avversario, all'angolo e sfinito, almeno fino alla prossima ripresa. Tutto lo studio di Caple e il lavoro di coreografia e illuminazione trova comunque il suo apice massimo nell'incontro finale, che segna il punto di non ritorno sia emotivo che sportivo del franchise, dando la perfetta quadratura del cerchio a un film profondo e introspettivo, brutale e stordente.

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