Crawl - Intrappolati fra uragani e alligatori: il Climate Change al cinema

In Crawl - Intrappolati, un padre e una figlia sono schavi di un uragano e un alluvione. Com'è stato trattato il Climate Change al cinema?

Crawl - Intrappolati fra uragani e alligatori: il Climate Change al cinema
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Il nostro pianeta è in continua e costante evoluzione, da almeno 4,5 miliardi di anni. A partire dalla seconda metà dell'800 però, con l'avvento della Rivoluzione Industriale, l'umanità ha contribuito ad accelerare alcuni processi naturali, innalzando di anno in anno le temperature globali e portando tutti noi a parlare di Climate Change e Global Warming.
I ghiacciai si stanno lentamente sciogliendo, il livello generale dell'acqua sta pian piano salendo, nei peggiori incubi (cinematografici e non) molte isole e coste sono destinate a sparire, a finire sotto il livello del mare. I cambiamenti climatici però hanno modificato anche altri assetti, con fenomeni naturali - anche gravi - che hanno iniziato a verificarsi in zone prima tranquille, in altre aree storicamente afflitte invece le cose sono peggiorate, pensiamo alla Florida ad esempio, dove si verificano spesso uragano di media e grossa portata.
Il teatro perfetto per ambientarvi il nuovo disaster horror Crawl - Intrappolati, che spazia dal Climate Change all'eterna lotta "a tre" fra uomo-natura-mondo animale. Quali altri film hanno toccato in maniera catastrofica il cambiamento del clima globale?

Ghiacciai e terremoti

Nel 2009, provando ad anticipare i tempi di circa 3 anni, Roland Emmerich ha rilasciato nelle sale il pessimista 2012, nel quale il nucleo della Terra subiva un surriscaldamento tale da dislocare l'intera crosta del pianeta. Il risultato era ovviamente il caos: eruzioni letali, terremoti di dimensioni bibliche, tsunami, le famose onde anomale che hanno condizionato anche altri lungometraggi recenti (pensiamo a The Impossible, ad esempio). Nel film, che non ha avuto un grande riscontro di critica ma ha spinto al cinema milioni di spettatori, vi era anche una spiccata vena critica nei confronti della politica e dei governi, poiché i maggiori governanti venivano a sapere dell'imminente catastrofe eppure tenevano il tutto segreto fino all'ultimo secondo utile.
Nel frattempo parti privilegiate dell'umanità venivano portate in salvo senza che la maggioranza della popolazione lo venisse a sapere, con persone senza scrupoli pronte a lucrare anche su questo - chiaro simbolo di come l'uomo sia avido in qualsiasi occasione, anche prima di un disastro di dimensioni gigantesche.

Roland Emmerich all'epoca non era certo nuovo alle catastrofi su grande schermo, nel 2004 aveva infatti diretto The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo, altro prodotto che mescolava critica politica e cambiamento climatico. In questo caso i governi non avevano abbastanza fondi per intervenire sul Climate Change, magari neppure poi tanta voglia, una situazione che in qualche modo è stata quasi profetica guardando al mondo attuale - con gli USA in primis che fanno orecchie da mercante rispetto a ciò che sarebbe possibile fare per frenare il deterioramento del pianeta.

Sterminati deserti e oasi arruginite

Se fino ad ora abbiamo assistito soprattutto a un innalzamento dei mari, in Mad Max: Fury Road George Miller ha giocato sull'effetto contrario: la completa desertificazione. Nel mondo di Immortan Joe, villain e despota del lungometraggio, l'acqua è razionata all'estremo, concessa al popolo solo per lo stretto necessario alla sopravvivenza e al lavoro forzato, stoccata all'interno di un'arrugginita oasi post-apocalittica.
Tutto attorno vi è soltanto il deserto, distese lunghe chilometri perfette soltanto per diventare territorio di caccia fra fazioni. Un gioco letale fra uomini fuori di testa, nel quale si inserisce la meravigliosa imperatrice Furiosa, metafora perfetta del rinascimento e della vita che resiste a tutti i costi (per saperne di più su Mad Max: Fury Road, abbiamo dedicato al capolavoro di George Miller un recente Everycult).
Parlare di sabbia a perdita d'occhio però non fa certo bene nel mese di agosto, meglio cambiare ancora setting: in Snowpiercer, il regista sudcoreano Bong Joon-ho scatena una nuova era glaciale, causata da esperimenti falliti proprio per evitare il surriscaldamento globale. L'unico modo per sopravvivere è imbarcarsi sul treno Snowpiercer per l'appunto, che raccoglie l'energia utile alla vita (essenziale eh) grazie al suo moto perpetuo. Una situazione davvero claustrofobica e drammatica, che tiene collegata la spina a un'umanità ormai destinata a scomparire, che sta esalando i suoi ultimi respiri dopo secoli di pessima condotta in materia ambientale.

Nell'occhio del ciclone

Un lungometraggio che lascia un peso enorme sulle spalle e sulla coscienza, anche giorni e settimane dopo la visione, meglio dunque provare ad alleggerire le cose: anche il mondo dell'animazione ha provato ad affrontare il Climate Change parlando un linguaggio universale, adatto agli adulti come ai bambini, stiamo pensando a Happy Feet 2. Il film è stato un vero e proprio flop a livello di critica e di pubblico, attaccato su più fronti proprio per essere smaccatamente "di sinistra", uno strumento di propaganda utile appunto a diffondere teorie sui cambiamenti climatici.
Si tratta in realtà di un film estremamente toccante, che parla soprattutto di collaborazione, un elemento essenziale per sopravvivere ai cambiamenti climatici sia per i pinguini che per gli umani. Avvicinandoci invece ai temi dietro il racconto di Crawl - Intrappolati, e saltando indietro al 1993, la miniserie in due parti The Fire Next Time con Craig T. Nelson ha messo una famiglia della Louisiana di fonte a svariate catastrofi: siccità, alluvioni e uragani, tutti fenomeni direttamente correlati ai cambiamenti climatici.

Anche la Florida di Crawl subisce la potenza di un terribile uragano, combinato a un alluvione inarrestabile e a un'invasione di alligatori famelici. Il plot è estremamente semplice: un padre e una figlia restano intrappolati all'interno di uno scantinato che, a causa dell'acqua che cade copiosa dal cielo, si sta lentamente allagando, spalancando le porte ai coccodrilli che abitano la zona, abili nuotatori.
Uscire sani e salvi da questa situazione sarà infinitamente meno facile del descrivere in poche righe gli eventi del nuovo "disaster horror" targato 20th Century Fox, in uscita nelle nostre sale il prossimo 15 agosto. La lista dei disaster movie connessi ai cambiamenti climatici è ovviamente parziale, abbiamo scelto solo i più significativi degli ultimi tempi, quali sono i vostri preferiti? Parliamone pure nei commenti in basso, come tradizione.

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