Coco: abbiamo incontrato il regista e le voci italiane del nuovo film Pixar

Che cosa rende Coco un film di successo? Ce lo hanno raccontato le voci italiane del film e il regista Lee Unkrich

Coco: abbiamo incontrato il regista e le voci italiane del nuovo film Pixar
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Quando il regista e la produttrice di un successo come Toy Story 3 - La Grande Fuga si mettono insieme a lavoro sul nuovo film di Natale Disney - Pixar, le possibilità che si tratti di un buon prodotto sono davvero molto alte, anche nel caso di un progetto un po' di nicchia e decisamente poco cosmopolita come Coco. Ci troviamo davanti infatti a un film con una duplice anima: da un lato quella mistica di una tradizione fortemente radicata nella cultura messicana, quella del giorno dei morti, in cui tutto è volto alla celebrazione dei propri cari defunti; dall'altro quella sognatrice e più universale, rappresentata da un ragazzino come tanti che, per affermare sè stesso, è chiamato ad andare contro tutto quello che la sua famiglia gli ha sempre insegnato. Un compito non facile quello che si sono prefissati di portare a termine Lee Unkrich e Dana K. Anderson, completamente soddisfatti e felici del risultato finale raggiunto e del successo che Coco sta già riscuotendo in molti Paesi (il film, che da noi in Italia uscirà il 28 Dicembre, è già uscito negli USA il 22 Novembre).

Coco non è certo il primo film d'animazione ambientato nel mondo dei morti, quella realtà alternativa in cui spesso tutto sembra più vivo e possibile. Da La Sposa Cadavere di Tim Burton a Il Libro della Vita di Jorge Gutierrez, solo per citarne alcuni, molti hanno subito il fascino di questa possibilità, utilizzando l'ambientazione come un vero e proprio espediente narrativo, il che rende sempre più difficile la possibilità di fare qualcosa di originale, di diverso. "Ovviamente abbiamo guardato tutti i film con gli scheletri, da Burton a Harryhausen, dovevamo scovare qualcosa di nuovo. E lo abbiamo trovato nell'utilizzo degli occhi, che da sempre sono la finestra dell'anima e che di solito gli scheletri non hanno", spiega la produttrice Dana K. Anderson, consapevole fin dall'inizio dei paragoni che Coco si sarebbe trovato ad affrontare, primo fra tutti, appunto, il film di Gutierrez arrivato nei cinema solo qualche anno fa. "Si tratta solo di una coincidenza. Stavamo lavorando a questo film già da un paio di anni quando abbiamo scoperto dell'uscita de Il Libro della Vita. Esistono però un sacco di film sul Natale, per esempio, perché non possono essercene diversi anche sul giorno dei morti?", continua Lee Unkrich. E quello di valorizzare questa importante tradizione messicana è stato fin dall'inizio il motore portante di tutto Coco, tanto che, all'inizio, doveva proprio chiamarsi Dia de los muertos: "Durante il primo anno di lavorazione non avevamo ancora deciso il titolo del film e volevamo appunto registrarlo come Dia de los muertos, ma il popolo latino ha pensato che Disney volesse rovinare l'immaginario di questa tradizione, che volesse rendersi proprietaria delle celebrazioni. Ci siamo quindi trovati costretti a cambiarlo, ma è stata una cosa positiva, perché ci ha spinto a circondarci ancora di più di esperti che ci hanno aiutato a rendere il film migliore, rispettoso al massimo delle usanze latine", spiega il regista che spera che Coco, proprio grazie alla sua particolare natura e ambientazione, possa creare una specie di ponte e abbattere delle barriere anche a livello sociale e politico.

Coco punta quindi a emozionare il suo pubblico, grazie a un'ambientazione magica e una storia universale, seppur radicata in una tradizione lontana dalla nostra. Un obiettivo raggiunto in pieno, stando a quanto hanno raccontato i talent che prestano la propria voce nella versione italiana del film: "Io ve lo dico, ho pianto per la metà della sua durata", esordisce Michele Bravi che ha cantato la versione italiana del brano dei titoli di coda, chiamata Ricordami, e che in parte si immedesima molto con Miguel e il suo sogno di diventare un artista. "In questo film si percepisce il sacrificio che ogni artista è chiamato a fare per salvaguardare la propria creatività... e la magia che si sprigiona quando tutto si incastra alla perfezione. È quello che vivo tutti i giorni". Affermazione con cui sono d'accordo anche i suoi compagni di avventura: "Nella sua famiglia hanno mille buoni motivi per essere contrari alla musica", continua Matilda De Angelis, voce della giovane (anche se un po' morta) Tia Victoria. "Nel mio caso, ammetto, è stato diverso. È stato mio nonno a confessarmi che il suo sogno era che io imparassi a suonare il violino e così a 11 anni ho iniziato questo percorso". Nella vita reale i genitori, infatti, sono quasi sempre una spinta o una barriera verso il sogno dei ragazzi, proprio come racconta con la sua solita forza comunicativa Mara Maionchi, voce di mamà Coco: "Io questo lavoro del musicista l'ho sempre visto dall'esterno, ho visto questi ragazzi combattere per inseguire il proprio sogno. Miguel va contro tutto e contro tutti, è pieno di intuizione e volontà. È ammirevole. Nel mio caso nessuno è mai andato contro i miei sogni, ma sai, io facevo l'impiegata, che mi dovevano dire? Però ho visto tantissimi genitori che non volevano che i figli facessero i cantanti, è un mestiere misterioso, difficile da capire". Idea con la quale concorda in pieno anche Valentina Lodovini, voce di mamà (la mamma di Miguel): "Verissimo. La mia famiglia, per esempio, non mi ha mai presa sul serio e mi ha lasciata un po' fare quello che volevo!!!".

Nel suo percorso di scoperta del proprio passato, di affermazione dei suoi sogni e dei legami famigliari, Miguel sottolinea i diversi temi portanti di Coco, che non riguardano solo la potenza del talento e della naturale inclinazione verso la musica, ma anche i pericoli della celebrità e il valore profondo della memoria. "C'è una battuta all'interno del film in cui Hector differenzia la celebrità dalla creatività. Da un lato ci sono le canzoni scritte per il mondo, dall'altro quelle scritte per Coco. In quella battuta c'è tutta l'importanza dell'anima di questo mestiere", specifica in merito Michele, mentre Mara Maionchi preferisce sottolineare il profondo legame che unisce tutti i personaggi di questo nuovo film Disney - Pixar: "Un po' li capisco, io ho un forte senso di appartenenza alla mia famiglia, ho un ricordo molto dolce dei miei antenati e racconto spesso storie ridicole o piacevoli che li riguardano. Per me è come se fossero ancora vivi e, fino a quando io ci sarò, probabilmente sarà davvero così, almeno nei miei ricordi".

Coco Sogni, musica, famiglia, amore, amicizia... questi sono solo alcuni dei temi che rendono Coco un film adatto a tutta la famiglia, in grado di riuscire a far immedesimare ogni tipo di spettatore con almeno un piccolo aspetto della storia di Miguel, rendendo quella che apparentemente potrebbe sembrare una storia un po’ fuori dal tempo, una dolcissima favola universalmente accettabile.

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