Quale futuro per Christopher Nolan dopo la rottura con Warner Bros.?

La criticata scelta della distribuzione ibrida sarebbe infine costata alla major hollywoodiana la collaborazione con l'autore di Tenet e Inception.

Quale futuro per Christopher Nolan dopo la rottura con Warner Bros.?
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Non c'è ancora nulla di confermato circa l'eventuale rottura tra Christopher Nolan e Warner Bros., ma l'indiscrezione viene dall'affidabile Wall Street Journal, il che rende la notizia alquanto credibile. Un rapporto collaborativo, quello tra l'autore e la major, grazie al quale Nolan è cresciuto subito dopo aver mosso i suoi primi passi nel complesso e articolato mondo di Hollywood, uscendo blasonato e vittorioso dalla sua prima e importante sfida con Memento (anche se il suo esordio è stato Following nel 1998). Quel clamoroso e imitato successo fece meritare al regista l'appellativo di visionario, pur essendo troppo presto per sbilanciarsi e definirlo autore.
Essendo il suo ticket d'ingresso nell'affollato universo hollywoodiano, comunque, Memento non venne prodotto nel 1999 da una delle major del settore ma da una casa più piccola, la Summit Entertainment, con cui però Nolan non proseguì la collaborazione perché appena due anni dopo Warner Bros. gli offrì soldi, denaro e libertà creativa - la classica offerta che non si può rifiutare.

Lo studio non vedeva però in Nolan un autore ancora formato e gli propose la regia del remake americano di un film norvegese, Insomnia, sceneggiato da scrittori diversi da lui o dal fratello Jonathan Nolan ma per il quale Warner lasciò completa carta bianca stilistico-creativa al regista, tanto da permettergli l'azzardo di scegliere un comico come Robin Williams nel ruolo del serial killer co-protagonista. L'accoglienza positiva del progetto e questo suo exploit iniziale convinse poi lo studio ad affidare a Nolan il rilancio cinematografico di Batman in collaborazione con David S. Goyer, film che tratteggiò ancora di più il suo piglio autoriale e confermò i termini e i vantaggi della proficua cooperazione tra Christopher Nolan e la major, proseguita fino all'ultimo e sconquassante Tenet per 19 lunghi e importanti anni.

Quando una storia finisce...

Quella tra lo studio e l'autore è stata per un intero ventennio una relazione lavorativa stabile sorretta da dialogo, rispetto e libertà, tutti valori che purtroppo sono venuti a mancare nel momento stesso della criticata decisione di Warner Bros. di optare per una distribuzione ibrida tra cinema e streaming per tutto il 2021. Sorvolando sugli evidenti svantaggi relativi all'esperienza comunitaria della sala, già profondamente in crisi a causa della Pandemia di Coronavirus, il problema di fondo di questa scelta dello studio è stato soprattutto inerente la mancanza di dialogo con le parti direttamente interessate, cioè le case di produzione o co-produzione e gli autori (a volte anche produttori) dei relativi film. Questo ha ovviamente comportato una mancanza di rispetto etico e deontologico nei confronti dei partner lavorativi persino storici come Legendary Pictures e appunto Christopher Nolan con la sua Syncopy, che infatti a poche ore dall'annuncio è intervenuto per criticare aspramente e senza mezzi termini Warner Bros., essendo lo stesso regista per altro tra i più ferventi sostenitori della sala cinematografica e in qualche modo contro il sopravvento fuori controllo delle piattaforme streaming.

Nell'immediato, questo ha comportato due pensieri condivisi: l'entrata in crisi della relazione collaborativa tra Warner e Nolan e il quasi sicuro rifiuto da parte dell'autore di un contratto con un colosso dello streaming che non abbia a cuore l'esperienza condivisa della sala. E infatti, seguendo proprio quanto riportato dal Wall Street Journal, il regista starebbe già guardando altrove per il suo prossimo progetto, profondamente deluso dal comportamento della major.

Riflettendo dunque sulle dichiarazioni di Nolan, siamo quasi certi (a meno di sorprese improvvise) che il futuro dell'autore non sarà in casa Netflix né in casa Disney: nel primo caso per la sua avversione a un sistema distributivo che predilige lo streaming prima della sala, nel secondo per evidenti limiti di creatività, rating e politiche interne. Dati i costi esorbitanti dei suoi film e la volontà di svilupparne forma, stile e contenuto in totale autonomia, sono facilmente eliminabili anche le case di produzioni minori, il che lascia sul tavolo Sony Pictures, Universal, Amazon Studios e Apple.

Per quanto riguarda le prime due major, entrambe stanno godendo del rispetto di stimati autori per non aver seguito di pancia la mossa di Warner Bros., tanto che il presidente di Sony Pictures ha addirittura dichiarato "di aver registrato un incremento di contatti con importanti registi dopo la scelta ibrida del competitor". Tra Sony e Universal, però, c'è un'importante differenza economica, dato che la seconda - a parità o quasi di libertà - ha molte più possibilità finanziarie rispetto alla prima, e ricordiamo che i progetti di Nolan costano mediamente (e senza marketing) più di 150 milioni base.

Dovesse optare per una delle due storiche major, insomma, Universal ci sembra la casa adatta alla sua portata, ma la verità è che tra tutti gli studios che non vedono sicuramente l'ora di offrire il loro denaro e tempo a Nolan, Apple al momento è quella su cui punteremmo di più, anche rispetto al valore di Amazon Studios. I motivi sono tre: la predilezione della sala rispetto allo streaming, i grandi investimenti e la libertà creativa concessa agli autori di un certo calibro, la creazione di un portfolio di registi importanti nel giro di appena un anno. È infatti saggio sottolineare come Apple abbia di recente acquistato da Paramount il progetto The Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese e anche Kitbag di Ridley Scott, atteso ed epico biopic su Napoleone Bonaparte con protagonista Joaquin Phoenix. Nella corsa all'acquisto di nomi altisonanti e titoli forti, insomma, Apple sta investendo tempo e capitali notevoli (potendoselo anche permettere più di ogni altra compagnia), il che ci rende fiduciosi del fatto che Nolan possa essere serenamente irretito in senso positivo da tutte le possibilità incredibili che potrebbero nascere da una collaborazione di questo tipo. Ma dati i tempi di sviluppo e annuncio del film dell'autore, bisognerà almeno aspettare la fine dell'estate 2021 per capire cosa accadrà.

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