Chris Hemsworth oltre i fulmini e le saette del Marvel Universe

In occasione dell'uscita del suo nuovo film, 12 Soldiers, riviviamo la folgorante carriera della star australiana.

Chris Hemsworth oltre i fulmini e le saette del Marvel Universe
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Dopo il clamoroso successo ottenuto con Avengers: Infinity War, finito col diventare nel giro di poche settimane dall'uscita il quarto maggior incasso di sempre (con 2 miliardi e 40 milioni al box office mondiale, una cifra che resta indietro soltanto rispetto ad Avatar, Titanic e Il Risveglio della Forza), Chris Hemsworth torna nelle sale nostrane col dramma bellico 12 Soldiers, diretto dall'esordiente Nicolai Fuglsig e incentrato sul plotone di soldati americani che per primo fu inviato in Afghanistan, all'indomani dell'attentato alle Torri Gemelle.
Un film dal buon ritmo, che intrattiene il giusto e porta un po' di originalità nel filone war-movie americano post 11 settembre avvicinandosi ad atmosfere simil-western, che funziona soprattutto per la presenza di Hemsworth stesso. L'intera storia infatti si poggia esclusivamente sulle spalle del biondo (super)eroe dal sorriso solare e lo sguardo pieno d'ottimismo.
Un campione, un leader, gentile e divertente, la persona che tutti noi vorremmo essere. Chris Hemsworth è un Dio, ma non solo del tuono: ripercorriamo le tappe della sua carriera al di fuori dell'MCU.

Degno, ma non solo di Mjolnir

Nato a Melbourne, in Australia, da un amministratore impegnato nel sociale e un'insegnante, Chris è il mezzano di tre fratelli - non Hela e Loki ma Luke e Liam, entrambi attori di fama internazionale e bellocci di prim'ordine. Nella primavera del 2011 diventa famoso in tutto il mondo dopo essersi fatto crescere i capelli fino alle spalle - e dopo aver imbiondito le sopracciglia, brr - per volere del mitico Kenneth Branagh, che gli affida il mantello rosso e soprattutto il martello Mjolnir del personaggio Marvel Thor.
Il mantello a Chris sta da Dio - perdonate la battuta - ma a stupire è la naturalezza con la quale riesce a brandire il martello, senza alcuno sforzo, come il più degno fra tutti. Come se quel personaggio fosse stato creato affinché un giorno lui potesse impersonarlo sullo schermo.
Grazie a Branagh e alla Marvel, raggiunge un livello di popolarità che poche persone al mondo possono vantare, la sua carriera però è iniziata molto prima del Dio del Tuono, anche grazie a J.J. Abrams.
Dopo aver stravolto le regole della televisione nei primi anni del nuovo millennio, l'autore ha deciso di buttarsi nella regia cinematografica prima col claudicante ma spassoso Mission Impossible III (2006), poi con l'esuberante Star Trek (2009), reboot della celeberrima serie TV ideata da Gene Roddenberry nel 1964.
Abrams, che già all'epoca aveva dimostrato (e avrebbe continuato a farlo) un certo fiuto nello scovare talenti, affida il ruolo del padre del protagonista Kirk (Chris Pine) a un quasi sconosciuto Chris Hemsworth, che fino ad allora era comparso soltanto nella soap australiana di successo Home and Away e, che ci crediate o meno, nella versione della terra dei canguri di Ballando con le Stelle (rimanendo in gara per sei settimane prima di essere eliminato).
Il primo ruolo da protagonista arriva un anno dopo, nel 2010, nel piccolo e indipendente crime movie Cash Game - Paga o muori, nel quale Chris se la vede con Sean Bean (che, come da tradizione, non fa propriamente una bella fine). Qualche mese dopo arriva Thor e la vita del nostro eroe cambia radicalmente.

Inarrestabile

In sette anni Chris Hemsworth realizza ben diciotto film, e quasi sempre da protagonista: il 2012 lo vede impegnato su quattro diversi fronti, dall'adattamento in chiave dark Biancaneve e il Cacciatore di Rupert Sanders (il film raccoglie un successo tale da meritare un sequel, uscito nel 2016 e nel quale Chris ovviamente torna al fianco di Emily Blunt, Jessica Chastain e Charlize Theron) al remake del cult del 1984 Alba Rossa di John Milius (nel quale eredita il ruolo che fu di Patrick Swayze), passando naturalmente per l'imprescindibile meta-horror Quella Casa nel Bosco di Drew Goddard (prodotto da Joss Whedon, che qualche mese prima aveva diretto la hit mondiale The Avengers con lo stesso Hemsworth).
Mentre la serie di Thor prosegue fra alti e bassi, andando a braccetto con quella di Avengers (nel 2016 il Dio del Tuono compare anche in Doctor Strange, sebbene di sfuggita), Chris Hemsworth riesce a incrociare il suo cammino professionale con quello di alcuni apprezzati registi della Hollywood contemporanea, da Ron Howard (in Rush nel 2013 e in Heart of the Sea - Le Origini di Moby Dick nel 2015) al leggendario Michael Mann (nel poco fortunato ma anche molto sottovalutato Blackhat, sempre nel 2015).

Con una nomination agli importanti Critic's Choice Award (come miglior attore in una commedia per Ragnarok del geniale Taika Waititi), Hemsworth in pochi anni riesce a ritagliarsi uno spazio enorme nell'industria cinematografica hollywoodiana, scalando di prepotenza la classifica dei nomi più richiesti dagli studios, motivo di vanto e orgoglio per un attore professionista, al di là del più materialistico cachet: attualmente, infatti, con un patrimonio di circa 33 milioni di dollari, è all'undicesimo posto degli attori più pagati al mondo e al secondo nella sfida in famiglia con gli altri colleghi del Marvel Universe, dietro solo a Robert Downey Jr.
Nel 2018, dopo i sopracitati Infinity War e 12 Soldiers (attualmente in sala in Italia), rivedremo Mr. Hemsworth nell'attesissimo secondo lungometraggio di Drew Goddard, 7 Sconosciuti a El Royale. Nel 2019, invece, tornerà a dare la caccia a Thanos nel quarto capitolo della saga di Avengers e rincontrerà la sua compatriota asgardiana Tessa Thompson nel nuovo film del franchise di Men in Black, diretto da F. Gary Grey. Insomma, Chris Hemsworth è apparentemente inarrestabile e ne ha per tutti. Il Titano folle è avvisato.

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