Chiamami col tuo nome è un capolavoro annunciato? I tre motivi

In arrivo dal 25 Gennaio, esploriamo l'ultimo lavoro di Luca Guadagnino, baciato dalla critica internazionale ma semi-sconosciuto nel Bel Paese.

Chiamami col tuo nome è un capolavoro annunciato? I tre motivi
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Luca Guadagnino per il terzo e ultimo film legato alla "trilogia del desiderio", dopo Io sono l'amore e A Bigger Splash, dirige l'adattamento cinematografico di Chiamami col tuo nome, romanzo di estremo successo anche in Italia scritto da André Aciman. Dopo un lungo percorso tra i festival più ambiti di Stati Uniti e Europa, la stampa internazionale ad esempio ha già ammirato il film del regista nel febbraio del 2017 al Festival del Cinema di Berlino, il prossimo 25 gennaio la pellicola arriva finalmente nelle sale italiane, portando con sé tanta, forse anche troppa, curiosità. "Sublime", "Un'intensa storia d'amore", "Un capolavoro", la critica ha tessuto le lodi della coinvolgente storia d'amore fra il giovane Elio e il 24enne Oliver durante una calda estate dei primi anni '80, definendo il film di Guadagnino una fra le pellicole più belle degli ultimi anni. E se diamo uno sguardo anche ai riconoscimenti che Chiamami col tuo nome ha ottenuto recentemente, come un Gotham Award come miglior film, un premio a Timothée Chalamet come attore rivelazione e 3 nomination ai Golden Globle, si intuisce come il progetto del regista italiano abbia tutte le qualità per diventare un piccolo cult, un fenomeno di nicchia e di grande impatto mediatico. Ma in un panorama cinematografico italiano, ancora avvolto da un finto perbenismo, Chiamami col tuo nome troverà il modo di emergere? Troverà la stessa accoglienza da parte di critica e pubblico come è avvenuto in territori anglofoni? Dopo un'attenta analisi del fenomeno, la riposta potrebbe lasciare di sasso.

L'amore queer che stupisce il cuore delle donne

Che sia un capolavoro annunciato è un dato di fatto, ma se si rivolge uno sguardo all'universo dei social e dei "leoni" da tastiera, sembra che Chiamami col tuo nome unisca detrattori e non, amanti delle storie d'amore intense e convenzionali ma anche quella fetta di pubblico in cerca di un film deciso, coinvolgente e, soprattutto, fuori dagli schemi. Complice il grande impatto a livello mediatico che la pellicola ha ottenuto, il pubblico femminile (young-adult e di mezza metà) è stato uno fra i primi a scoprire l'irruenza e la sacralità del film di Guadagnino, la prima fetta a emozionarsi di fronte alla vibrante storia d'amore inscenata nel romanzo prima e nel film dopo. Un'inversione di tendenza che esula persino dalla comunità LGBT. Si può dire che Chiamami col tuo nome sia uno dei primi lavori a tematica omosessuale che trova spazio in un pubblico ben più ampio, diverso dal solito, in un pubblico aperto all'amore diverso, a storie d'imponenza visiva ed emozionale.

La celebrazione della diversità con una punta di erotismo.

È un capolavoro annunciato soprattutto perché è un film che arriva al momento giusto, proprio quando lo stesso tessuto sociale di oggi comincia a combattere a voce alta per i propri diritti, negati da governi scellerati che operano senza pensare alla salvaguardia del singolo. E quindi l'amore omosessuale tra l'efebico Elio e il carismatico studente Oliver ha la capacità di smuovere le coscienze, di spezzare il filo di perbenismo che aleggia nella nostra modernità, raccontando senza peli sulla lingua una storia di grande impatto visivo che va ben oltre il semplice voyeurismo, una storia che scava in profondità nell'indole dei protagonisti, un lungo flusso di coscienza dove l'erotismo è parte essenziale di questa equazione.

Un quadro in movimento che stordisce i sensi

C'è dell'altro, c'è di più nel grande bastimento pilotato da Guadagnino. Chiamami col tuo nome è soprattutto un film di rara bellezza, dove la scenografia, i paesaggi, i sospiri, le luci e le ombre di un'estate calda e afosa sono la cornice essenziale per mistificare l'amore proibito esploso fra due persone dello stesso sesso. È una celebrazione dell'arte, della musica, delle tradizioni del nostro Paese, di un'epoca lontana, è un film che colpisce i sensi e li stordisce con un violento e metaforico pugno nello stomaco. Riuscirà a trasformare le recenti nomination agli Oscar 2018 in premi? Chi può dirlo, sicuramente la trasposizione del romanzo di Aciman ha già vinto una scommessa che si credeva persa in partenza.

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