Chi è Niki Caro, la regista del live-action Disney Mulan

Mulan passerà alla storia come il live-action Disney più chiacchierato e sfortunato: andiamo a scoprire chi è la regista.

Chi è Niki Caro, la regista del live-action Disney Mulan
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Non è stato per niente facile mettersi al lavoro su un film come Mulan, soprattutto farlo con la convinzione che Niki Caro ha avuto nell'affrontare uno dei compiti più difficili di sempre: mettere d'accordo i fan del Classico Disney e una platea di cinefili pronti ad assistere a una storia vera e meno scanzonata del cartone animato. Un impegno non da poco, perché sin da subito Mulan è stato additato come un errore, soprattutto dai fedelissimi del cartone animato, ma anche perché il lockdown e il successivo annuncio della distribuzione tramite Disney+ ne hanno resa davvero complicata la vita, in tutti i sensi.
La regista Niki Caro, però, ha affrontato tutto con serenità e ora attende l'uscita del film, originariamente prevista a marzo, per dimostrare che le sue idee non erano del tutto sbagliate. Idee che tra l'altro seguono un percorso ben specifico, che inizia dalle origini dell'autrice stessa.

Il peso delle donne a Hollywood

Nata nel 1966 a Wellington, in Nuova Zelanda, Niki Caro detiene già un importante record in ambito Disney: è la seconda regista donna della storia dell'azienda di Burbank a essere stata ingaggiata per un film con più di 100 milioni di budget.
Mulan è costato 200 milioni di dollari e prima di lei, anticipandola di appena due anni, era toccato ad Ava Marie DuVernay creare la breccia all'interno delle mura di Los Angeles, firmando la regia di A Wrinkle in Time.

Tracciando una linea universale nell'ambito del cinema, la regia di Mulan ha permesso a Niki Caro anche di diventare la quinta regista donna a dirigere un film dal costo così alto, succedendo a Kathryn Bigelow (K-19: The Widowmaker), Patty Jenkins (Wonder Woman), Jennifer Yuh Nelson (Kung Fu Panda 2) e la già citata DuVernay: un aspetto da non sottovalutare, soprattutto per il periodo storico che stiamo vivendo.
La regista stessa, nell'intervista che ci ha concesso nel mese di gennaio, aveva sottolineato la grande intraprendenza da parte di Disney nel dare il giusto peso alle donne e al loro impiego nel mondo del cinema. Insomma, Niki Caro punta a dimostrare come non ci debba essere per forza un uomo dietro la macchina da presa di un film molto più action di quanto pensiamo, perché le scene di guerra, di pura adrenalina, appartengono anche al sesso femminile.

Dopotutto, Mulan è questo: un film di guerra e di azione. Non siamo più dinanzi al Classico che ci porta a sorridere del tentativo da parte della ragazza cinese di sembrare un uomo, non è più lo scambio di battute tra lei e Mushu, o gli sguardi d'intesa col proprio cavallo.
Mulan vive una storia molto più vicina a quella che fu la ballata cinese, creando un'icona che ha portato fino a oggi a conoscere un'eroina che riuscì a difendere la Cina dall'invasione mongola.
Da questo ha deciso di ripartire Niki Caro, pur mantenendo alcuni aspetti fantasy, ma tralasciando la presenza di Mushu, quella spalla comica che non necessariamente si sarebbe sposata bene con quanto aveva intenzione di raccontare la regista, che punta alla solennità del momento.

Gli inizi: il dramma giapponese e il respiro internazionale

Partita dalle basi della regia, con qualche piccolo spot commerciale girato in Nuova Zelanda, il suo primo grande lavoro in ambito entertainment risale a una serie televisiva chiamata Another Country.
Pur con poca esperienza, si racconta avesse un grande talento nel gestire gli attori e nel trasmettere loro l'empatia esatta per poi avere, in cambio, un'interpretazione che esaltasse la storia raccontata.
È nel 1998 che arriva il suo primo vero film, all'età di 32 anni: Memorie e desideri era nato con l'obiettivo di esaltare la cultura neozelandese, quello che a tutti gli effetti poteva essere ritenuto un enorme spot pubblicitario per il Paese, con il supporto produttivo proprio dell'ente del turismo nazionale.

Al centro della vicenda, la storia di una coppia giapponese, arrivata in Nuova Zelanda per celebrare le proprie nozze e trascorrere la luna di mele lontano dalla disapprovazione locale.
Un modo, per la regista, di mettere a confronto anche due culture diverse e due modi di approcciare la vita quasi all'opposto, creando uno stacco tra il Giappone e il Paese oceaniano.
Tra il grigio cielo di Tokyo e i tersi mari della Nuova Zelanda, Niki Caro riuscì ad arrivare a Cannes nel 1998, con il suo film presentato durante la settimana della critica del festival.

In quello stesso anno, nel frattempo, Niki Caro aveva avuto il primo approccio con uno scritto di Witi Ihimaera, il primo romanziere Maori della storia, quell'anno alle prese con la pubblicazione del suo quinto libro: The Whale Rider.
Niki Caro decise di trasporre l'intera storia in film, mantenendone il titolo e affidandosi a Keisha Castle-Hughes per il ruolo della protagonista.
Si trattò del debutto assoluto per l'attrice, che negli anni successivi, dopo una parte in Episodio III di Star Wars, si è fatta conoscere dal grande pubblico grazie al ruolo di Obara Sand in Game of Thrones.

All'uscita del film di Niki Caro aveva appena 13 anni e divenne la più giovane candidata alla vittoria per l'Oscar come miglior attrice protagonista: quell'anno, nel 2003, lo vinse Charlize Theron per Monster, ma intanto la giovanissima attrice neozelandese si poté togliere lo sfizio di ritrovarsi accanto a Diane Keaton, Naomi Watts e Samantha Morton.
La ragazza delle balene fu un successo di incassi e di critica, acclamando la sensibilità che Niki Caro aveva dimostrato nel dirigere un film del genere, senza sfociare in inutili cliché e affrontando la storia in maniera genuina.
Era l'inizio di una carriera che l'avrebbe portata, di lì a poco, a Los Angeles, grazie anche ai premi che riuscì a vincere con il suo primo vero film di respiro internazionale.

Charlize Theron e il cinema femminile

Con il successo in tasca, la Caro venne scelta per dirigere il suo primo film a Hollywood, North Country, con protagonista Charlize Theron.
L'attrice venne candidata anche in questo caso all'Oscar per il ruolo di Miglior attrice, accanto a Frances McDormand, da non protagonista.
Nessuna delle due portò a casa la vittoria, ma la regista ebbe il modo di confermare quel talento nella direzione degli attori che le avevano già attribuito nei primissimi tempi delle produzioni neozelandesi.
Ancora una volta, Niki Caro si era fatta coinvolgere da una storia non originale, stavolta basata su un'opera di Clara Bingham, giornalista americana che aveva denunciato le problematiche di una vita femminile all'interno di una società maschilista.

Forte di un ennesimo successo, Niki Caro decise però di tornare in Nuova Zelanda, per riassaporare il gusto delle storie casalinghe, della forza delle vicende che facevano parte della sua infanzia.
È qui che decide di dirigere nuovamente Keisha Castle-Hughes in The Vintner's Luck, nel 2009. Basato sul romanzo omonimo di Elizabeth Knox, la storia racconta, con toni romantici e a volte anche drammatici, la rincorsa da parte di un vinaio al sapore perfetto, tra il procedimento della selezione dell'uva e alla produzione stessa del vino.
Poi nel 2013 toccò al romanzo di La signora dello zoo di Varsavia essere adattato in film, con altrettante recensioni positive da parte della critica, soprattutto per l'ennesima dimostrazione, da parte di Niki Caro, di avere una grande propensione e attenzione al punto di vista femminile in tutte le sue storie.

L'arrivo in Disney

Terminato il suo percorso neozelandese, la regista ebbe finalmente l'occasione di approcciare il mondo Disney, negli Stati Uniti.
Il suo primo lavoro con l'azienda di Burbank risale al 2015, con McFarland, USA, con protagonista Kevin Costner nei panni di Jim White.
Racconta di un allenatore di football che nel 1987 si trasferisce a McFarland per insegnare a degli studenti latinoamericani il sogno USA e l'importanza che lo sport può avere nel riscatto sociale.

Una vicenda prettamente americana, che permette alla Caro di staccarsi da quella che era la sua comfort zone, concentrata sulle storie al femminile.
Con una candidatura al Teen Choice Award per il miglior film drammatico e film sportivo, la regista neozelandese era riuscita così a creare un primo contatto importante con le produzioni Disney, che di lì a poco sarebbe sfociato nel suo incarico più importante: Mulan.
L'annuncio da parte della Walt Disney Pictures risale al febbraio del 2017, al quale fece seguito la conferma che Mulan sarebbe stato il più recente dei Classici a ricevere un adattamento cinematografico.
D'altronde il film risale al 1998, proprio l'anno in cui Niki Caro debuttava per la prima volta dietro la macchina da presa, e per adesso non sono contemplati remake live-action successivi a quello che si può ritenere, senza alcun dubbio, l'ultimo grande colpo del Rinascimento Disney.

Non si tratta, però, dell'unico film per il quale Niki Caro firma con Disney, perché l'azienda decide di affidarle anche un film sui Wuzzles, serie televisiva del 1985 mandata in onda in contemporanea con I Gummi.
Tra i due ad avere successo fu la seconda, ma Disney resta affezionata ai propri brand, a prescindere dal successo che riscuotono.
Con appena tredici episodi, toccherà a Niki Caro riportare in auge il brand, che di recente ha anche avuto un cameo nel reboot di Duck Tales.
Aspettando quindi Mulan e la conferma della grande attenzione che Niki Caro ha sempre rivolto al punto di vista femminile all'interno dei propri film.

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