"Ho visto il suo unico film e mi sono innamorata del suo stile". Questa è la spiegazione che Margot Robbie ha rilasciato alla stampa americana ogni volta che le è stato chiesto chi fosse a dirigerla in Birds of Prey, spin-off di Suicide Squad. Una scelta che ha destato scalpore e ha puntato i riflettori su una regista che, oltre a tre corti, finora si è cimentata in un solo lungometraggio, oltretutto di produzione cinese e non ancora distribuito nelle sale statunitensi. La decisione che fosse una donna a dirigere questo film era tutto sommato prevedibile, soprattutto dopo l'ottimo risultato di Wonder Woman diretto da Patty Jenkins. Birds of Prey punta a rilanciare il "girl power" con un cast quasi tutto al femminile e raccontando una storia in cui molte ragazze potranno immedesimarsi: la riconquista di una fiera indipendenza dopo la fine di una relazione problematica, dato che la vicenda comincia dalla rottura con Joker.
Un rapporto, quello tra registe e cinecomic, che annovera anche Ava DuVernay, apprezzata grazie al fortunato Selma, scelta alla guida di The New Gods, nelle sale probabilmente nel 2022. Con Birds of Prey, tra l'altro, salgono così a quattro le pellicole che vedono come protagonista un'eroina, dopo il già citato Wonder Woman e il suo sequel, previsto nelle sale per il prossimo giugno (sempre diretto dalla Jenkins e interpretato da Gal Gadot), e Captain Marvel con Brie Larson. Ma perché proprio la Yan? Tra le ragioni di una scelta così (apparentemente) azzardata, c'entrano il Sundance, uno dei più grandi cineasti cinesi viventi e... dei maiali morti.
Cathy Yan da giornalista a videomaker
Cathy Yan nasce in Cina, cresce a Hong Kong per poi trasferirsi negli Stati Uniti, a Washington, e infine a New York. Qui si laurea con lode all'Università di Princeton in Scienze Politiche e Internazionali e comincia una brillante carriera come reporter per il Wall Street Journal, per cui lavora dalla Grande Mela ma anche da Hong Kong e Pechino. Il ritorno in patria da adulta le fa scoprire degli aspetti della Cina che le permettono di pubblicare, giovanissima, diverse storie in prima pagina, attirando l'attenzione della stampa. Prosegue gli studi con un MBA in economia per poi, finalmente, frequentare una scuola di cinema. Il primo corto, Last Night, racconta la notte tormentata, fatta di umiliazioni e una dolorosa scoperta di sé, del figlio di un ricco e potente politico cinese dopo uno scandalo che ha coinvolto la sua famiglia. A trovare un buon riscontro festivaliero è poi According to My Mother, serie di corti su un giovane attore gay di origini coreane e americane e del suo rapporto complicato con una madre bigotta e conservatrice. Il terzo e ultimo cortometraggio, Down River, parla di un allevatore di maiali che va a Shanghai a trovare suo figlio, un ragazzo brillante e di successo, sperando che lo aiuti a uscire da una situazione economica disperata. E a proposito di maiali...
Dead Pigs
Nel 2015 Margot Robbie ha fondato una casa di produzione, la LuckyChap Entertainment, che ha poi co-finanziato Birds of Prey. Cercando chi potesse meritare la regia, la Robbie deve aver ricevuto una segnalazione di Dead Pigs, primo e unico film di Cathy Yan, grazie alla sua partecipazione nel 2018 al Sundance, il celebre festival americano di cinema indipendente. Distintasi per l'ottima recitazione corale, la pellicola ha vinto lo Special Jury Award for Ensemble Acting per poi collezionare nomination e vittorie ai festival di mezzo mondo: secondo alcuni, rientra tra i quattro migliori film di quell'anno rimasti senza distribuzione. Si leggono cose grandiose: c'è chi dice che sembra che Johnny To abbia rifatto Magnolia, e non a caso, dato che la regista ha dichiarato come fonti di ispirazione Robert Altman e Paul Thomas Anderson. A impressionare chi l'ha visto pare sia stata la capacità di creare un tono e un'atmosfera unici con pochissimi mezzi e colori fluo che, come ha rivelato la Yan, si ispirano ai numerosi neon delle metropoli cinesi. Il titolo si riferisce a un fatto realmente accaduto nel 2013, che colpì la regista durante il suo periodo da giornalista, ovvero la sconcertante apparizione sulle rive di un fiume nei pressi di Shanghai di 16.000 carcasse di maiali.
Dead Pigs è una piccola produzione interamente cinese i cui personaggi finiscono per incrociare le proprie esistenze per questioni economiche: un allevatore di maiali è costretto a dover restituire una grossa somma di denaro a dei gangster dopo un investimento sbagliato. Suo figlio aspira a diventare un grande uomo d'affari e intanto fa il cameriere vivendo in un dormitorio; la figlia guadagna bene come estetista e si rifiuta di vendere la casa d'infanzia a degli speculatori che stanno distruggendo la campagna. C'è poi un architetto americano che insegue un grande affare immobiliare fingendosi ricchissimo attraverso la partecipazione agli eventi mondani dell'alta società di Shanghai.
Si parla di una critica satirica al capitalismo (e del suo potere di trasformare da stabili a precari oggetti, persone e rapporti umani) messa in scena con uno stile accattivante e corrosivo. Variety ha definito Dead Pigs"incantevole e pungente"; The Hollywood Reporter "deliziosamente bizzarro". Il talento della Yan deve aver incuriosito Jia Zhang-Ke, autore di alcuni tra i più grandi film cinesi degli ultimi anni come Still Life, Il tocco del peccato, Al di là delle montagne e I figli del fiume giallo, tanto da spingerlo a diventarne il produttore esecutivo. Non ci stupisce allora che la Yan, così brava ad alternare brillantemente sequenze divertenti al dramma più spietato, sia stata scelta per un personaggio così schizofrenico come quello di Harley Quinn.
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"Ho visto il suo unico film e mi sono innamorata del suo stile". Questa è la spiegazione che Margot Robbie ha rilasciato alla stampa americana ogni volta che le è stato chiesto chi fosse a dirigerla in Birds of Prey, spin-off di Suicide Squad. Una scelta che ha destato scalpore e ha puntato i riflettori su una regista che, oltre a tre corti, finora si è cimentata in un solo lungometraggio, oltretutto di produzione cinese e non ancora distribuito nelle sale statunitensi. La decisione che fosse una donna a dirigere questo film era tutto sommato prevedibile, soprattutto dopo l'ottimo risultato di Wonder Woman diretto da Patty Jenkins.
Birds of Prey punta a rilanciare il "girl power" con un cast quasi tutto al femminile e raccontando una storia in cui molte ragazze potranno immedesimarsi: la riconquista di una fiera indipendenza dopo la fine di una relazione problematica, dato che la vicenda comincia dalla rottura con Joker.
Un rapporto, quello tra registe e cinecomic, che annovera anche Ava DuVernay, apprezzata grazie al fortunato Selma, scelta alla guida di The New Gods, nelle sale probabilmente nel 2022. Con Birds of Prey, tra l'altro, salgono così a quattro le pellicole che vedono come protagonista un'eroina, dopo il già citato Wonder Woman e il suo sequel, previsto nelle sale per il prossimo giugno (sempre diretto dalla Jenkins e interpretato da Gal Gadot), e Captain Marvel con Brie Larson. Ma perché proprio la Yan? Tra le ragioni di una scelta così (apparentemente) azzardata, c'entrano il Sundance, uno dei più grandi cineasti cinesi viventi e... dei maiali morti.
Cathy Yan da giornalista a videomaker
Cathy Yan nasce in Cina, cresce a Hong Kong per poi trasferirsi negli Stati Uniti, a Washington, e infine a New York. Qui si laurea con lode all'Università di Princeton in Scienze Politiche e Internazionali e comincia una brillante carriera come reporter per il Wall Street Journal, per cui lavora dalla Grande Mela ma anche da Hong Kong e Pechino. Il ritorno in patria da adulta le fa scoprire degli aspetti della Cina che le permettono di pubblicare, giovanissima, diverse storie in prima pagina, attirando l'attenzione della stampa. Prosegue gli studi con un MBA in economia per poi, finalmente, frequentare una scuola di cinema. Il primo corto, Last Night, racconta la notte tormentata, fatta di umiliazioni e una dolorosa scoperta di sé, del figlio di un ricco e potente politico cinese dopo uno scandalo che ha coinvolto la sua famiglia. A trovare un buon riscontro festivaliero è poi According to My Mother, serie di corti su un giovane attore gay di origini coreane e americane e del suo rapporto complicato con una madre bigotta e conservatrice. Il terzo e ultimo cortometraggio, Down River, parla di un allevatore di maiali che va a Shanghai a trovare suo figlio, un ragazzo brillante e di successo, sperando che lo aiuti a uscire da una situazione economica disperata. E a proposito di maiali...
Dead Pigs
Nel 2015 Margot Robbie ha fondato una casa di produzione, la LuckyChap Entertainment, che ha poi co-finanziato Birds of Prey. Cercando chi potesse meritare la regia, la Robbie deve aver ricevuto una segnalazione di Dead Pigs, primo e unico film di Cathy Yan, grazie alla sua partecipazione nel 2018 al Sundance, il celebre festival americano di cinema indipendente. Distintasi per l'ottima recitazione corale, la pellicola ha vinto lo Special Jury Award for Ensemble Acting per poi collezionare nomination e vittorie ai festival di mezzo mondo: secondo alcuni, rientra tra i quattro migliori film di quell'anno rimasti senza distribuzione. Si leggono cose grandiose: c'è chi dice che sembra che Johnny To abbia rifatto Magnolia, e non a caso, dato che la regista ha dichiarato come fonti di ispirazione Robert Altman e Paul Thomas Anderson.
A impressionare chi l'ha visto pare sia stata la capacità di creare un tono e un'atmosfera unici con pochissimi mezzi e colori fluo che, come ha rivelato la Yan, si ispirano ai numerosi neon delle metropoli cinesi. Il titolo si riferisce a un fatto realmente accaduto nel 2013, che colpì la regista durante il suo periodo da giornalista, ovvero la sconcertante apparizione sulle rive di un fiume nei pressi di Shanghai di 16.000 carcasse di maiali.
Dead Pigs è una piccola produzione interamente cinese i cui personaggi finiscono per incrociare le proprie esistenze per questioni economiche: un allevatore di maiali è costretto a dover restituire una grossa somma di denaro a dei gangster dopo un investimento sbagliato. Suo figlio aspira a diventare un grande uomo d'affari e intanto fa il cameriere vivendo in un dormitorio; la figlia guadagna bene come estetista e si rifiuta di vendere la casa d'infanzia a degli speculatori che stanno distruggendo la campagna.
C'è poi un architetto americano che insegue un grande affare immobiliare fingendosi ricchissimo attraverso la partecipazione agli eventi mondani dell'alta società di Shanghai.
Si parla di una critica satirica al capitalismo (e del suo potere di trasformare da stabili a precari oggetti, persone e rapporti umani) messa in scena con uno stile accattivante e corrosivo. Variety ha definito Dead Pigs "incantevole e pungente"; The Hollywood Reporter "deliziosamente bizzarro". Il talento della Yan deve aver incuriosito Jia Zhang-Ke, autore di alcuni tra i più grandi film cinesi degli ultimi anni come Still Life, Il tocco del peccato, Al di là delle montagne e I figli del fiume giallo, tanto da spingerlo a diventarne il produttore esecutivo.
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