Captain Marvel e il Viaggio dell'Eroe all'inverso

Partendo dall'analisi dei personaggi di Christopher Vogler, approfondiamo brevemente il cambio di rotta di Captain Marvel.

Captain Marvel e il Viaggio dell'Eroe all'inverso
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Christopher Vogler è uno sceneggiatore americano che nel 1992 ha pubblicato un libriccino conosciuto come The Writer's Journey: Mythic Structure For Writers, pubblicato in Italia con il titolo Il viaggio dell'eroe. Questo piccolo ma brillante saggio è diventato nel corso del tempo un vero caso studio, perché prende le idee sulla figura dell'eroe del grande Joseph Campbell e le approfondisce, ricalibra e rielabora in relazione al mito nel mondo della narrativa e del cinema. Dice Vogler: ogni racconto ha in sé degli elementi strutturali universalmente rintracciabili, grazie ai quali è possibile tracciare una sorta di atlante dei comportamenti e del viaggio di un eroe, che spesso (ma non sempre) coincide proprio con il protagonista o la protagonista della storia.
Si tratta in sostanza di archetipi, che rappresentano funzioni plasmabili e non rigide, che riguardano l'introspezione, le relazioni, il pensiero e la vita, differenti quindi dagli stereotipi, luoghi comuni, rigidi e inflessibili. Analizzando allora Captain Marvel all'interno di questa grande teoria ci si accorge che, da supereroina, la nostra Carol Denvers rientra solo in parte nei diversi archetipi del Viaggio dell'Eroe, mischiando un po' le carte in gioco rispetto alle funzioni di altre storie d'origini del MCU.
[ATTENZIONE, SPOILER A SEGUIRE]

Collisione di Mondi

La Danvers rispecchia in pieno i canoni dell'eroina, in questo caso super: è il personaggio più attivo della storia, forte di uno spirito di sacrificio, in parte contraddittoria, con un punto debole e in crescita nel procedere del racconto. È la protagonista che verte al gioco di squadra, poi tenta un'azione in solitaria ma viene ri-equilibrata verso il gruppo, ma a cambiare sembra soprattutto essere l'impostazione del viaggio, il passaggio delle varie tappe che lo vanno a formare.
Questo perché in realtà la natura di Carol non è segreta quasi a nessuno ed è combattuta già inizialmente dal suo lato umano e dall'altro Kree. Parte effettivamente da un mondo per lei ordinario, che è Hala, ma la sua presunta casa è in verità un crogiolo dove è stata costretta a vivere per sei anni dopo essere stata portata lì di peso e senza memoria da Yonn-Rogg, che nella storia di Captain Marvel rappresenta invece le funzioni di mentore e di ombra (villain). Diciamo che il mondo ordinario di partenza è una menzogna, perché da adulta perfettamente cosciente della verità delle cose, del pericolo incombente e in relazione con Mar-Vell, la Denvers comincia concretamente il suo viaggio sulla Terra, dove peraltro acquisisce i poteri. Su Hala c'è l'identificazione dell'eroina e la sua ferita tragica, l'hamartia, che poi obiettivamente la conducono verso una conseguenza importante, cioè l'arrivo sulla Terra.
Il paradosso è che proprio la Terra, come spiegavamo, è il suo punto di inizio, il Mondo Ordinario al quale Carol fa ritorno, abbandonando quello Speciale, che nella teoria di Vogler e in generale nelle analisi del viaggio dell'eroe è il punto di approdo che - storia permettendo - sarà poi il mondo finale in cui si muoverà il/la protagonista. Continuando, la Denvers è quel tipo di supereroina che non rifiuta la "chiamata all'avventura", che nel caso specifico riguarda la lotta contro gli Skrull e l'individuazione dell'oggetto o del punto d'interesse del racconto. Anche qui, Anna Boden e Ryan Fleck ricalibrano un po' il viaggio.

È chiaro come il personaggio interpretato da Annette Bening sia proprio "il vecchio saggio" che sprona l'eroina al sacrificio e alla missione, non come Yon-Rogg, in realtà impostore che sfrutta l'hamartia della Denvers per i propri scopi, per un tornaconto importante in favore dell'Impero Kree. Tutto è perfettamente impostato affinché ci sia più che altro una riscoperta di se stessi, piuttosto che un viaggio per maturare e crescere come eroi nel senso più specifico del termine.
Carol Denvers è in realtà già una un'eroina, in quanto si sacrifica per non permettere a Yonn-Rogg di mettere le mani sul motore a velocità luce, ricevendo i super poteri e schierandosi subito dalla parte dei buoni. La trasfusione del sangue Kree, il blocco delle sue abilità e la mancanza di memoria la catapultano poi nel Mondo Speciale, che è quello da cui poi scopre di dover fuggire per fare ritorno al mondo ordinario, certamente cambiata e qui in linea con il secondo e terzo atto del Viaggio dell'Eroe (discesa e ritorno).
La narrazione sfrutta egregiamente i flashback come punto di contatto e miscelazione dell'inizio e della fine del viaggio, che infatti in Captain Marvel sono curiosamente invertiti e al contempo gli stessi, lasciando evolvere umanamente e psicologicamente la protagonista, che torna infine cambiata e rinata, con in mano "l'elisir" da sfruttare sia nel Mondo Ordinario che in quello Speciale.

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