Captain America: The Winter Soldier, alla riscoperta del film

Approfittiamo dell'uscita di The Falcon and the Winter Soldier su Disney+ per tornare a parlare di uno dei migliori cinecomic targati MCU.

Captain America: The Winter Soldier, alla riscoperta del film
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Archiviata la parentesi WandaVision, a due settimane di distanza dalla fine della prima serie live-action Marvel Studios ecco debuttare su Disney+ The Falcon and the Winter Soldier creata da Malcolm Spellman. Dal clima fantasy-mistery della sit-com in salsa Marvel passiamo così a uno spy thriller a tutto tondo che presenta forti venature buddy movie alla Arma Letale, in cui i protagonisti titolari interpretati da Anthony Mackie e Sebastian Stan rappresentano una sorta di revisione o rivisitazione supereroistica dei mitici Roger Murtaugh e Martin Riggs. Esattamente come già fatto per Wanda Maximoff e Visione nello show di Jac Schaeffer, per questo secondo e intrigante progetto (che in verità sarebbe dovuto essere l'apripista delle serie MCU a marchio Disney+) si è deciso di impalcare una storia di genere per approfondire l'aspetto psicologico e caratteriale di due personaggi "minori" del MCU, intesi non come marginali ma secondari.

Impossibile, dopo tutto, dare il giusto spazio a ogni supereroe - principale, anti-eroe o spalla che sia - in un film di massimo 2 ore e 30, ma il discorso cambia radicalmente guardando al piccolo schermo e allo streaming. L'intenzione di Kevin Feige e degli heads Marvel Studios è infatti proprio questa: addentrarsi nell'intimo e familiare di questi eroi cresciuti nell'ombra cinematografica di un Captain America, un Thor o un Iron Man. Le basi di partenza restano comunque sul grande schermo, come sappiamo, e per Falcon e il Soldato d'Inverno questo significa ovviamente il bellissimo Captain America: The Winter Soldier dei fratelli Russo, ancora oggi considerato uno dei migliori cinecomic dell'intero parco produttivo del MCU.

"A sinistra"

A sette anni dalla sua uscita originale, in effetti, il debutto nell'Universo Cinematografico Marvel dei brillanti fratelli Russo resta un pezzo da 90 del lungimirante ed esteso progetto di Feige. Lo è prima di tutto per il taglio di genere scelto, che lo rende forse il miglior thriller in senso stretto del MCU, e lo è poi per l'oculata e attenta regia dei filmmaker, all'epoca inattesa e persino sorprendente perché curata da due autori provenienti dal piccolo schermo e dalla commedia. Diciamo anche che la scelta dei Russo per The Winter Soldier è stata l'antesignana di tutta un'evoluzione più autoriale e specifica dell'Universo Marvel, quella che ha poi portato all'arrivo di James Gunn o Taika Waititi, per intenderci.
Dunque sì, proprio come il suo protagonista, anche il secondo capitolo cinematografico di Captain America è invecchiato e continua a invecchiare molto bene, senza sentire addosso il peso degli anni, senza perdere colpi. Questo è possibile grazie a una sceneggiatura attenta prima di ogni altra cosa a imbastire un racconto dentro cui non siano solo ed esclusivamente i plot twist e le sorprese a dettare la bontà e la qualità della storia, ma i confronti, i momenti, i dialoghi, il ritmo, l'evoluzione stessa dell'intreccio.

Dopo una prima - e buona - esperienza nel MCU con Captain America: Il primo vendicatore, Christopher Markus e Stephen McFeely riducono il tiro con il non così riuscito Thor: The Dark World, tornando poi vivaci e sagaci con The Winter Soldier, che li consacra a tutti gli effetti come due dei migliori scrittori sul libro paga Marvel Studios.

Un film è comunque ottimo, dentro il suo tempo e comunque fuori da ogni ascrizione temporale, quando vive di un evidente equilibrio tra le parti, e il secondo titolo del franchise di Cap è tra i meglio bilanciati di tutti, nel suo filone. Fa intelligente incetta di molti parametri tipici degli spy movie classici o più moderni e li riutilizza consapevolmente all'interno di un racconto che sa tenere conto della sua natura supereroistica e fantasiosa, pur apparendo più ancorato alla realtà e al suo genere d'appartenenza rispetto a molti altri colleghi.

È intellettualmente onesto nei confronti dell'audience e non tradisce per un secondo il percorso intrapreso, creando dei blocchi narrativi chiari e validi che procedono dalla missione iniziale alla prima rivelazione, dal ribaltamento centrale alla scoperta inattesa e fino ad arrivare a uno showdown finale spettacolare ma comunque in linea con portata e tematiche del progetto in sé.

Più che essere divertente, poi, è soprattutto consapevole della necessità di un mix di toni dove l'ironia non prevalga mai sull'intensità del racconto e sui confronti tra protagonisti. Non poteva esistere film migliore per introdurre infatti nel MCU il personaggio di Sam Wilson e re-introdurre quello di Bucky nelle vesti del Soldato d'Inverno. Il primo riesce a sostenere splendidamente il carisma di Cap, giocando ad armi pari sul fronte patriottico e accettando al contempo la sua forma fisica "inferiore" a quella del Primo Vendicatore. È un soldato dedito ai valori positivi della carica che ricopre, un veterano che ha ancora il desiderio di combattere per una causa giusta, la stessa che gli offre Cap nell'abbattere la parassitaria HYDRA, insediatasi ormai da decenni nello SHIELD, fino ad arrivare ai vertici di comando come un cancro da estirpare. Bucky diventa invece il villain ma perché manipolato da quella stessa HYDRA che si tenta ora di abbattere. Lo spirito patriottico non c'è, nel personaggio, ma compensa con la forza fisica in grado di rivaleggiare con quella di Steve. In questo senso, già nel film dei Russo Falcon e The Winter Soldier erano insieme lo specchio perfetto di Captain America, gli eredi già designati dalla storia solo bisognosi di un approfondimento che li mettese davanti ai loro problemi più personali, ai peccati e ai rimorsi, che è quello che è stato fatto nello show Disney+.

Anche le scene d'azione, per finire, sono confezionate con grande cura tecnica e coreografica, volte a coinvolgere il più possibile lo spettatore nell'azione, sfruttando pochi artifici stilistici e avvalendosi di un'assennata visione figlia di una chiarezza espositiva incapace di esimersi da un elevato grado di entusiasmo e un importante impatto scenico. Questo lo si capisce già dalla prima scena action sulla nave in alto mare, ma poi anche dall'inseguimento tra Cap e Bucky, dalla sequenza dell'ascensore e dalla costruzione del terzo e ultimo atto.

In conclusione, Captain America: The Winter Soldier è a sette anni dalla sua release quel film intraprendente, bilanciato e "allenato" capace di superare a tutta velocità titoli più recenti. Proprio come fa Cap con Falcon davanti agli storici monumenti di Washington DC, sempre "a sinistra", in corsia di sorpasso.

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