Cannes 70: vincitori e vinti di un'edizione in sordina

Si sono spenti i riflettori sul Festival di Cannes numero 70, un'edizione che ha fatto parlare più per le polemiche che per i film in concorso.

Cannes 70: vincitori e vinti di un'edizione in sordina
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Come tradizione, alla fine di ogni evento che si rispetti arriva sempre il tempo dei bilanci, e anche l'ultimo Festival di Cannes ovviamente non fa eccezione. Proprio ieri sera, nel Grande Teatro Lumière della croisette, i migliori attori e registi del mondo si sono dati appuntamento per riscuotere (o almeno provare a farlo) uno dei riconoscimenti in palio, certamente fra i più prestigiosi del settore. Fra vincitori e vinti, ecco un'analisi a grandi linee dell'edizione appena trascorsa, la numero 70.

Zona di guerra

Parliamo subito dell'esperienza festivaliera, ancor prima del concorso in sé: dal punto di vista emotivo, è stata un'edizione pesante, tetra, nonostante il sole e il caldo che hanno trasformato Cannes in una piccola Ibiza per dieci giorni. L'atmosfera di paura internazionale ha pesato e non poco sulla piccola cittadina francese della Costa Azzurra, come vi abbiamo raccontato in uno speciale dedicato. Quest'anno per entrare in un qualsiasi luogo bisognava attraversare enormi metal detector, far ispezionare borse e zaini, insomma perdere un po' del proprio tempo e della propria dignità in nome della sicurezza (questo per svariate volte al giorno). Misure forse esagerate, poiché al Festival di Cannes non esiste neppure il pubblico, tutte le persone che possono entrare nei luoghi interessati hanno un badge di qualche tipo, ma visti i recenti fatti di Manchester la cautela non è mai troppa. Al di là di questo clima da zona di guerra, con militari armati piazzati in ogni angolo, parliamo finalmente di film, delle opere in concorso, che sono la cosa più importante.

Tre su cinque

Com'è facile immaginare, non tutte le edizioni sono uguali. Esistono anni più fortunati, in cui si vede sfilare davvero il gota del settore e si assiste a proiezioni destinate a restare nella storia, e altri che passano più in sordina, per un motivo o per un altro. Questa edizione 70 non ha certo brillato per le sue opere in concorso, come del resto hanno confermato i giornalisti incaricati di riempire il Daily del The Hollywood Reporter. Questi "prescelti", in pratica gli Dei del settore, assegnano ai film in concorso delle stelle giorno per giorno, e quest'anno la media dei voti non ha visto alcun film superare il 3 su 5. Significa che nessuna opera ha davvero colpito, sensazione confermata anche dalla carta stampata (anche digitale) e dal passaparola fra colleghi. Non a caso infatti la Palma d'Oro ha sollevato più di una polemica, a vincerla il film The Square di Ruben Östlund, che ha lasciato indifferente più d'uno - per via del suo stile particolare e del suo finale troppo scontato e didascalico, in poche parole un'opera tutt'altro che perfetta. La perfezione, in ogni caso, raramente esiste, esistono però i grandi interpreti e i grandi registi: questo 2017, a Cannes, è stato l'anno di Joaquin Phoenix e Diane Kruger, rispettivamente per You Were Never Really Here e In The Fade, eletti migliori attori praticamente all'unanimità. Miglior regista passata quest'anno sulla croisette è stata invece eletta Sofia Coppola, che con il suo The Beguiled ha convinto in molti. La figlia del più famoso Francis Ford ha abbandonato i capricci e gli adolescenti, diventando matura e spietata come mai prima, riuscendo a chiudere un'opera con un rigore stilistico impeccabile - che vi piaccia o meno la sua carriera cinematografica.


Vincitori reali e vincitori morali

A strappar via il Grand Prix della Giuria 120 Beats per Minute di Robin Campillo, film già acquistato per la distribuzione in Italia che dunque vedremo molto presto. Una favola amara sull'AIDS, sulla speranza, sulla morte e la sopravvivenza, che ha emozionato e scioccato. Chi invece è riuscito a vincere senza portare a casa neppure un premio è stata Netflix, la piattaforma online americana, che ha monopolizzato l'attenzione della stampa mondiale per tutto il periodo del Festival. I due film presentati in concorso, The Meyerowitz Stories e Okja, non hanno entusiasmato più di tanto, si è invece parlato senza freni della questione Cannes contro la distribuzione televisiva, che ad oggi ha portato a regole chiare e ferree: niente Festival per chi non porta i film su grande schermo, almeno in Francia. Non sappiamo se Netflix e Amazon si piegheranno per la causa, quasi certamente il loro personalissimo spot internazionale quest'anno lo hanno avuto eccome, e probabilmente si accontenteranno per i decenni a venire. Ma questa è una storia che va ancora scritta.