Speciale Cannes 2009 - Commento ai Premi

La vittoria degli Estremi

Speciale Cannes 2009 - Commento ai Premi
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A Cannes, per la prima volta, trionfa l'Austria, con Il Nastro Bianco di Michael Haneke, un film per nulla semplice, tutto girato in bianco e nero, in cui il regista ci racconta gli orrori nascosti dietro alle porte di un villaggio operaio tedesco dei primi anni '20. Come in Funny Games (notissimo al grande pubblico per il remake americano realizzato dallo stesso Haneke l'anno scorso) e La Pianista, premiato con il Gran Premio della Giuria proprio qui al Festival del 2001, l'autore non rinuncia al suo gusto macabro e malsano, fatto di torture, morti violente e perversioni sessuali. Il Nastro Bianco è un film che colpisce e che, fortunatamente, vedremo in Italia quanto prima, grazie all'ottimo lavoro di BiM che s'è già accaparrata i diritti per la distribuzione nel Bel Paese.Jaques Audiard, l'altro grande papabile per la Palma D'oro, invece deve accontentarsi del Gran Premio della Giuria, presieduto tra l'altro dal nostro Paolo Sorrentino; Un Prophéte è la storia vera di un gruppo di avvocati francesi che, disgustati dalle condizioni dei carcerati Francesi, decidono di intraprendere un viaggio attraverso i peggiori penitenziari d'Oltralpe. Come accadde per La Classe l'anno scorso, il nuovo cinema francese sta recuperando una dimensione neo - realista e di impegno sociale estremamente interessante, lontana dagli artifici del docu - film ma, al tempo stesso, alternativa al paradigma classico del cinema verità. Sarà interessante vedere come questa tendenza si evolverà nel futuro prossimo, magari con altri film che indaghino sempre più a fondo le contraddizioni sociali non solo francesi ma anche europee.Passando ai premi agli interpreti, la sempre bellissima e bravissima Charlotte Gainsbourg si porta a casa la sua prima Palma per il suo ruolo di moglie ossessiva (e ossessionata) nel satan - horror Antichrist di Lars Von Trier. Anche se l'eclettico autore danese non ha riscosso troppi applausi, il film si regge bene sulle spalle della Gainsbourg e di William Dafoe che, nonostante le molte scene ai limiti del trash, riescono a salvare una pellicola complessivamente poco riuscita e, a tratti, quasi fastidiosa nel suo voler essere "alternativa" (nel senso più deleterio del termine) a ogni costo. Sorpresa invece per la Palma maschile a Chris Waltz, quasi esordiente co (quasi co. co. co.) protagonista del nuovo delirio di Tarantino, Inglorious Basterds, dedicato a una pattuglia di Marines Ebrei che, nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, si divertivano a collezionare scalpi dei nemici abbattuti. Il film, nonostante qualche eccesso tipicamente Tarantiniano è piaciuto abbastanza al pubblico della Croisette e di certo farà incetta di fan e incassi appena uscirà al cinema, entro il prossimo Ottobre.Delusione, grandissima delusione, per Marco Bellocchio che, forte del suo status di "unico italiano prescelto", sperava di bissare il successo di Gomorra e de Il Divo. Vincere, melodramma storico dedicato alla giovinezza del Duce e al suo infelice matrimonio con Ida Dalser, non ha riscosso le simpatie della giuria, presieduta quest'anno da Isabelle Huppert, e, molto probabilmente, non è neppure mai stato nella rosa dei premiabili, la stessa Asia Argento, unica giurata italiana, s'è mostrata piuttosto insofferente alle domande riguardo i premi, segno evidente che le discussioni sono state laboriose e, molto probabilmente, infuocate.In conclusione anche quest'anno Cannes conferma la sua leadership incontrastata. Il Festival continua a miscelare perfettamente opere di grande impegno artistico con l'attenzione della stampa generalista e del grande pubblico. Il cartellone di questa sessantaduesima edizione ha proposto almeno due capolavori (Il nastro bianco e Prophéte) e un'infinità di pellicole interessanti, proposte da tutte le più grandi cinematografie del mondo. Tarantino, Bellocchio, Haneke e anche la stessa Pixar (che ha aperto la rassegna con la prima mondiale del suo Up) e tutti gli altri sono la prova che il grande cinema è più vivo che mai e che, soprattutto è ancora in grado di regalare sogni e riflessioni quanto mai in linea con i tempi. Ma dimostrano anche che non sempre per raccontare il presente, come ha fatto magistralmente Audiard, è necessario rincorrere l'estetica predominante, allo stesso modo Haneke, con il suo cinema ultrasintetico, difficile fino all'ermetismo, colpisce al cuore tutti coloro che sostenevano la morte della avanguardie. Cannes, dunque, ha premiato un cinema che qualcuno si affretterà a definire d'elité, quasi snob ma, come spesso accade, sono sempre le minoranze a portare avanti le innovazioni più interessanti.

(Nella Pagina successiva trovate l'elenco completo dei premi e dei premiati)

Tutti i premi

PALMA D'ORO

  • Il nastro bianco di Michael Haneke
GRAN PREMIO DELLA GIURIA
  • Prophète di Jacques Audiard
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
  • Alain Resnais per Les Herbes folles
MIGLIOR REGIA
  • Brillante Mendoza per Kinatay
PREMIO DELLA GIURIA ex aequo
  • Fish Tank di Andrea Arnold
  • Thirst di Park Chan Wook
MIGLIOR ATTRICE
  • Charlotte Gainsbourg per Antichrist
MIGLIOR ATTORE
  • Christoph Waltz per Inglourious Basterds
MIGLIOR SCENEGGIATURA
  • Spring fever di Lou Ye
PALMA D'ORO PER IL CORTOMETRAGGIO
  • ARENA di João Salaviza
CAMERA D'OR
  • 'SAMSON ET DELILAH' di Warwick Thornton
MENZIONE SPECIALE (Camera d'or)
  • 'AJANI' di Scandar Copti e Yaron Shani