Speciale César Awards 2014

Vincitori e vinti dell'edizione 2014 del prestigioso premio francese

Speciale César Awards 2014
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In attesa della notte degli Oscar, lo scorso venerdì sera sono stati assegnati al Théâtre du Châtelet i premi per la 39° edizione dei César, i massimi riconoscimenti dedicati al cinema francese, con l’attore François Cluzet nelle vesti di presidente della giuria di quest’anno e l’attrice Cécile de France nel ruolo di madrina della cerimonia. Una cerimonia che ha suscitato diverse polemiche fra addetti ai lavori e semplici cinefili a proposito delle scelte della giuria di César: a destare scalpore, infatti, è stato il trionfo di Tutto sua madre, commedia degli equivoci scritta, diretta e interpretata dall’esordiente Guillaume Gallienne (che ha adattato un suo monologo teatrale), a scapito del film francese più apprezzato del 2013, ovvero La vita di Adèle di Abdellatif Kechiche, racconto della formazione e dell’educazione sentimentale di una ragazza lesbica, già premiato con la Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes.

GUILLAUME GALLIENNE ASSO PIGLIATUTTO

Tutto sua madre, forte di dieci nomination, ha messo a segno in tutto cinque César: miglior film, miglior attore per Guillaume Gallienne (nel doppio ruolo di Guillaume e di sua madre), miglior sceneggiatura adattata, miglior opera prima e miglior montaggio. Un trionfo ritenuto da molti eccessivo, soprattutto considerando che La vita di Adèle, definito un capolavoro fin dalla sua presentazione a Cannes, su otto nomination ha dovuto accontentarsi del César come miglior attrice emergente alla sua intensa protagonista, la ventenne Adèle Exarchopoulos. E non sono mancate le ipotesi secondo le quali la sostanziale débâcle de La vita di Adèle sia stata causata dalla “scarsa popolarità” di Kechiche, dotato notoriamente di un carattere un po’ ‘spinoso’, fra i suoi colleghi dell’ambiente cinematografico, nonché dalle recenti polemiche sull’atteggiamento autoritario del regista sul set nei confronti delle sue attrici (basti ricordare la famigerata querelle a distanza fra Kechiche e Léa Seydoux). La commedia 9 mois ferme, divertente storia di una gravidanza inaspettata, scritta e diretta da Albert Dupontel, ha ottenuto due César su sei nomination: miglior sceneggiatura originale e miglior attrice per Sandrine Kiberlain.

ROMAN POLANSKI MIGLIOR REGISTA PER VENERE IN PELLICCIA

Il grande regista polacco Roman Polanski, uno dei maestri della settima arte, ha conquistato a sorpresa il premio per la miglior regia grazie a Venere in pelliccia, trasposizione del dramma di David Ives, con Mathieu Amalric ed Emmanuelle Seigner impegnati in un raffinato gioco metateatrale; per Polanski, 80 anni appena compiuti, si tratta dell’ottavo César della sua carriera e del quarto come miglior regista, categoria in cui era già stato premiato per i film Tess, Il pianista e L’uomo nell’ombra. L’apprezzatissimo thriller erotico Lo sconosciuto del lago, diretto da Alain Giraudie e vincitore della Queer Palm al Festival di Cannes, ha ricevuto otto nomination e un premio César per l’attore emergente Pierre Deladonchamps; fra i titoli in lizza come miglior film, invece, fumata nera per il nuovo capolavoro di Asghar Farhadi, Il passato (cinque nomination), e per Jimmy P. di Arnaud Desplechin (tre nomination), a breve in uscita anche nelle nostre sale. Sei candidature e due premi, per le musiche e il sonoro, sono andati invece al dramma in costume Michael Kohlhaas, tratto dal romanzo di Heinrich von Kleist.

ALABAMA MONROE BATTE CUARÓN, ALLEN E SORRENTINO

Nella categoria per il miglior film straniero, che quest’anno vedeva in competizione, fra gli altri, anche Blue Jasmine di Woody Allen, Django Unchained di Quentin Tarantino, Gravity di Alfonso Cuarón e La grande bellezza di Paolo Sorrentino, a prevalere è stato Alabama Monroe - Una storia d’amore, melodramma belga di Felix Von Groeningen con contorno di musica bluegrass. Tornando ai premi per la recitazione, il veterano Niels Arestrup si è aggiudicato il suo secondo César come miglior attore supporter (dopo quello ottenuto per Il profeta) grazie al film di Bertrand Tavernier Quai d’Orsay, ispirato ad una popolare striscia a fumetti, mentre la giovane Adèle Haenel ha vinto il César come miglior attrice supporter per il film Suzanne. Curiosamente, il premio alla carriera di quest’anno è stato assegnato ad un’attrice non ancora trentenne, ovvero la star americana Scarlett Johansson; un’altra scelta discutibile (se non altro per la giovanissima età della Johansson) nel contesto di un’edizione dei César che ha lasciato numerose perplessità, in particolare se messa a confronto con gli illustri vincitori degli anni passati (fra cui titoli del calibro di Amour, The Artist e Il profeta).