Bussano alla Porta: le differenze tra il film di Shyamalan e il libro

La pellicola di M. Night Shyamalan è basata sul romanzo di Paul G. Tremblay, ma in cosa si discosta l'opera cinematografica rispetto alle pagine del libro?

Bussano alla Porta: le differenze tra il film di Shyamalan e il libro
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M. Night Shyamalan, dopo Old basato sulla graphic novel Castello di sabbia (recuperate la nostra recensione di Old), si dedica a un altro adattamento e lo fa con Bussano alla porta, ispirato al romanzo del 2018 La casa alla fine del mondo scritto da Paul G. Tremblay e vincitore del Premio Bram Stoker per il miglior romanzo horror. Un testo cruento e mistico, pieno di colpi di scena e di svolte sorprendenti, a cui l'autore cinematografico ha deciso di affidarsi solamente in parte, cercando di condurre gli spettatori in una dimensione in cui a essere fondamentale è la scelta presa dai suoi protagonisti e non la casualità degli eventi che si svolgono attorno - volete sapere se ci è piaciuto il film di M. Night Shyamalan? Per scoprirlo vi lasciamo la recensione di Bussano alla porta.

Ecco così che il regista e sceneggiatore spoglia il libro di Tremblay e arriva a mantenerne solamente l'ossatura, tenendo fede a alcuni punti cardine del racconto, ma sapendosene anche allontanare realizzando un'opera che fosse sia in linea con la sua poetica, ma che rappresentasse anche un'evoluzione della propria carriera. Per questo vi portiamo all'interno delle differenze che avvicinano e allontanando Bussano alla porta a La casa alla fine del mondo, così da osservare e giudicare voi stessi le modifiche apportate alla versione filmica dell'opera letteraria e cogliere il lavoro di trasposizione effettuato da Shyamalan.

Chi si sacrifica per salvare il mondo?

Partiamo dalla prima grande differenza tra film e romanzo. M. Night Shyamalan ha ribadito a più riprese che per la sua pellicola era essenziale che i protagonisti compiessero una scelta. Costretta una famiglia a decidere chi dover sacrificare del proprio trio da parte di quattro individui i quali si professano i moderni cavalieri dell'Apocalisse, in tale contesto per l'autore era importante instaurare una dinamica di confronto e di discussione che coinvolgesse vittime e carnefici.

I genitori del film, interpretati da Jonathan Groff e Ben Aldridge, sono invitati a compiere un sacrificio scegliendo un componente tra loro e la piccola figlia Wen per salvare così il mondo intero. Opzione per nulla facile su cui però Shyamalan è ben intenzionato a indugiare, mentre nel libro un evento tragico cambia all'improvviso l'equilibrio della famiglia. Nel romanzo, infatti, a causa di una colluttazione tra personaggi, parte per sbaglio un colpo di pistola che va a colpire direttamente e irrimediabilmente la bambina. Un accadimento devastante che pone in una situazione di emotività straziante i due genitori, i quali per il resto del libro dovranno convivere con il destino toccato alla loro figlia. In più, in risposta alla morte di Wen, nel libro i personaggi dei padri Eric e Andrew decidono di non compiere volutamente nessuna scelta come segno di rifiuto verso qualsiasi avvenimento divino o meno, avendo ormai già perso quello che per loro era la cosa più importante. Un finale diverso e che nella pellicola porta invece Shyamalan a riprendere un momento quasi di speranza per i protagonisti. Dopo una discussione, infatti, Eric si sacrifica davvero così da fermare quella che sembra effettivamente essere la fine del mondo, per una conclusione che vede Andrew andare a cercare Wen, la quale si era nascosta, e dando ai due uno spiraglio per un possibile e sereno futuro.

L'ambiguità del film di M. Night Shyamalan

Altra morte differente tra libro e pellicola è quella di Leonard, personaggio interpretato dal bravissimo Dave Bautista. Messosi a capo di quella banda di novelli annunciatori di morte, Leonard è determinato a portare a compimento la loro missione ossia avvertire la famiglia che dovrà decidere chi sacrificare così da impedire il collasso del genere umano.

Se in Bussano alla porta l'uomo è l'ultimo "cavaliere" in vita e finisce per uccidersi con le sue stesse mani, nel romanzo viene assassinato da uno dei suoi compagni, il quale stufo di quella situazione vuole porre fine a quell'insana e inspiegabile operazione. In più, se morendo per propria stessa mano, nel film Leonard si taglia la gola e Shyamalan (non) inquadra l'evento rendendolo più drammatico che orrorifico, nel libro la sua uccisione risulta assai sanguinolenta e raccapricciante. Sicuramente ciò su cui si incontrano romanzo e film è l'ambiguità sull'annuncio biblico, che la pellicola lascia sospeso con vari interrogativi: i personaggi hanno davvero sventato una catastrofe (già cominciata)? Era tutta una casualità o la morte di quella persona da loro amata (Eric) ha davvero fatto la differenza? Quesiti che Bussano alla porta lascia volutamente aperti, per continuare sulla scia del cinema enigmatico di M. Night Shyamalan.

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