Bussano alla Porta: cos'è il thriller apocalittico di M. Night Shyamalan

Arriva al cinema l'ultima opera di un regista visionario, che intriga per i suoi temi catastrofisti e l'impostazione da horror psicologico.

Bussano alla Porta: cos'è il thriller apocalittico di M. Night Shyamalan
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Se c'è una cosa che il cinema ci ha insegnato riguardo la vita di tutti i giorni è sicuramente di evitare ad ogni costo i cottage isolati, perché sono il luogo perfetto per imboscate e sanguinosissime tragedie: dopo aver ripassato le origini del Demone Kandariano con il ritorno de La Casa Il Risveglio del Male, spetta infatti a Dave Bautista terrorizzare gli avventori di una casa bucolica con un auto-invito ed una richiesta a dir poco particolare.

Pronto a fare il suo debutto anche nei cinema italiani, tra i film in sala di Febbraio 2023 risuonano i rintocchi di Bussano alla Porta, l'ultima pellicola di M. Night Shyamalan, che adatta un romanzo di Paul Tremblay per calare gli spettatori nell'ansia di una famiglia presa in ostaggio. Il regista indiano torna velocemente dietro la macchina da presa dopo aver diretto Old (combattete la paura della vecchiaia con la nostra recensione di Old), proseguendo il sodalizio tra la sua Binding Edge Pictures e la Universal, la quale si è occupata anche della distribuzione mondiale del titolo.

Un piccolo sacrificio

La trama del film è in apparenza molto semplice, perché descrive la traumatica esperienza di una coppia e della loro figlia adottiva, presi in ostaggio da un manipolo di scellerati mentre trascorrevano qualche giorno di relax in una piccola casa isolata nel bosco. Partendo da un incipit che sembra veleggiare tra i ricordi de La Casa e Funny Games, Shyamalan aggiunge però il suo solito tocco estremizzante quando riconduce il tutto ad un'apocalisse da sventare: come è possibile intuire dal trailer di Bussano alla Porta, gli aguzzini non sembrano affatto dei criminali incalliti ed innamorati dalla violenza, ma sono quasi addolorati nel dover portare a termine un sacrificio che servirà ad evitare la fine del mondo.

La breve presentazione lascia il mistero sull'effettiva natura di questa offerta coatta, ma possiamo immaginare che non sia nulla di semplice per la coppia di genitori, i quali si troveranno a prendere una decisione quantomeno tragica. Dopo un gran numero di pellicole dalla qualità forse fin troppo altalenante, il regista indiano sembra aver ritrovato la sua verve artistica con il trittico ravvicinato di Split, Glass ed Old (usciti a pochi anni di distanza uno dall'altro), eppure è lui stesso ad aver trovato a Bussano alla Porta un paragone ben più lontano nella sua filmografia, perché per temi ed esperienza l'ultima opera sembrerebbe essere molto vicina all'iconico Signs del 2002.

Una famiglia isolata, un complicato rapporto di parentela e soprattutto una colossale minaccia mondiale da evitare sono infatti i punti cardine attorno ai quali ruota una storia carica di suspense e mistero, che tenterà sicuramente di stupire gli spettatori con i classici stratagemmi à la Shyamalan, tra improvvisi twist narrativi e rivelazioni che cambiano l'intera prospettiva del film.

Un arduo pronostico

La mente dietro Il Sesto Senso ed Unbreakable si impegna infatti affinché i suoi film diventino di difficile categorizzazione, cercando costantemente di cambiare le carte in tavola per non ricorrere a stilemi abusati e facili scorciatoie narrative, guadagnandosi di sicuro il merito di una fantasia apprezzabile anche quando i suoi twist non si rivelano efficaci. Impossibile pronosticare tutte le svolte di una trama che possiamo immaginare come al solito arzigogolata e colma di intrighi, perché l'adattamento del romanzo La Casa alla Fine del Mondo non sarà completamente fedele al testo originale e - a detta dello stesso autore - riserverà molte sorprese anche a coloro che hanno già letto il libro.

A portare sullo schermo l'ennesima folle sceneggiatura del regista indiano ci sono Jonathan Groff (volto noto per gli appassionati di serie crime, essendo stato il protagonista di Mindhunter) e Ben Aldridge ad interpretare i genitori della piccola Wen (Kristen Cui), mentre tra i rapitori troviamo i volti arcinoti di Rupert Grint e Dave Bautista.

Proprio l'ex-wrestler si è detto molto provato da quest'ultima esperienza sul set, poiché per la prima volta in carriera ha dovuto recitare numerosi dialoghi, slegandosi quindi dai ruoli fisici e robusti che hanno caratterizzato i suoi ultimi personaggi: se molti membri del cast sono ormai una garanzia di affidabilità, è proprio il rinnovato spunto "attoriale" di Bautista uno dei motivi di curiosità per un film impossibile da prevedere, che tenterà di giocare i suoi assi nella manica per stupire e divertire il pubblico in sala.

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