Forse nessun cineasta ha saputo raccontare l'America con la costanza e la precisione delle canzoni di Bob Dylan, eppure il cinema di tanto in tanto è stato in grado di catturare l'essenza del cantautore più di quanto non abbiano fatto le sue canzoni. Il celebrato artista, l'unica persona insieme a George Bernard Shaw ad aver vinto un Oscar e un premio Nobel, è stato al centro di tantissime opere cinematografiche dagli anni '60 a oggi, alcune espressamente sulla sua figura, altre solo vagamente ispirate a essa. Per celebrare i suoi 80 anni, che Bob Dylan festeggia il 24 maggio, abbiamo riunito i migliori film "dedicati" all'artista di Blowing in the Wind, Mr. Tambourine Man e Murder Most Foul: alcuni lo citano apertamente attraverso i suoi testi, altri parlano proprio di lui e della sua storia e altri ancora lo vedono comparire come personaggio o attore; insomma, ecco i film in cui il ruolo di Bob Dylan, in un modo o nell'altro, è centrale all'economia dell'opera. Vi auguriamo buona lettura, e soprattutto buon ascolto: si consiglia caldamente la riproduzione dei brani di Bob Dylan durante il viaggio di questo articolo, perché è con la sua musica in sottofondo che il pezzo è stato realizzato.
Hurricane di Norman Jewison
Uno dei film più famosi interpretati da Denzel Washington, che per la sua prova nei panni di Rubin Carter fu nominato all'Oscar come miglior attore protagonista dopo aver vinto Golden Globe e Orso d'Argento al Festival di Berlino, dove l'opera di Norman Jewison venne presentata. Hurricane vede Bob Dylan come una sorta di figura centrale ma defilata: del resto fu lui, nel 1975, uno dei primi a uscire allo scoperto per sostenere il pugile accusato di omicidio durante la sua battaglia legale, pubblicando nello scottante 1975 il brano di protesta Hurricane, che faceva nome e cognome dei diretti interessati. Oltre a dare il titolo al film compare anche in colonna sonora: nonostante passino gli anni, il lascito di Bob Dylan riesce ad arrivare dappertutto ed è in grado di ammantare ogni angolo della cultura pop.
Wonder Boys di Curtis Hanson
Con il film interpretato da Michael Douglas e diretto dal grande Curtis Hanson Bob Dylan vinse l'Oscar per la miglior canzone originale, Things Have Changed. Tratto dall'omonimo romanzo di Michael Chabon e con un cast ricchissimo che include anche Tobey Maguire, Frances McDormand, Katie Holmes e Robert Downey Jr, Wonder Boys è la storia del professor Grady Tripp, un romanziere che insegna scrittura creativa all'università ma che deve fare i conti con i rimpianti e il senso di inadeguatezza scaturiti dalla consapevolezza di non essere mai riuscito a finire il suo secondo romanzo.
Watchmen di Zack Snyder
Potrebbe apparire come un dettaglio sullo sfondo, eppure Bob Dylan è una figura essenziale in Watchmen di Zack Snyder: indimenticabile è la sigla introduttiva del film, con la quale Snyder sembra voler realizzare un vero e proprio cortometraggio sulle tappe fondamentali della storia ucronica dell'universo narrativo di Watchmen, scandita dalla voce inconfondibile di Dylan che intona non a caso il suo inno al cambiamento con The Times They're a-Changing. Il cantautore, vera e propria colonna vertebrale sulla quale tutto il film sembra reggersi, tornerà anche sul finire del secondo atto con All Along The Watchtower, nella storica cover elettrica di Jimi Hendrix e nell'ultimissima inquadratura (che si allargherà a tutti i titoli di coda) con Desolation Row, nella cover dei My Chemical Romance: Snyder in persona diresse il videoclip ufficiale della reinterpretazione rock che la band fece del brano di Dylan.
A proposito di Davis dei Fratelli Coen
A proposito di Davis è un'ode all'immanenza, alla gloria grigia e infreddolita del fallimento umano, che è certamente possibile in chiunque e che si nasconde nel fato di molti ma che solo pochi sanno raccontare con questa dolcezza distaccata, con questo calore estatico, con questo senso elegante di dignità e modestia nella sconfitta che può vantare il film dei fratelli Coen. Un'opera che può essere considerata quasi come l'anti-biopic su Bob Dylan, lui che invece è destinato al successo e compare quasi di sfuggita, sullo sfondo, come una visione amarissima e canzonatoria per il povero protagonista di Oscar Isaac, che i fratelli Coen seguono nel suo viaggio verso il nulla.
Pat Garrett e Billy Kid di Sam Peckinpah
Nel seminale western di Sam Peckinpah Bob Dylan compare personalmente come attore (come sarebbe accaduto anche in Masked and Anonymous, opera prima di Larry Charles scritta e interpretata da Dylan) oltre a firmare la storica e celebrata colonna sonora che accompagnerà la suggestiva avventura dei fuorilegge interpretati da James Coburn e Kris Kristofferson. Il film prosegue filologicamente la natura revisionista del cinema di Peckinpah ed è impreziosito dalle note di Dylan: da questa soundtrack arriva la celeberrima Knockin' on Heaven's Door, che immortala la storia di Pat Garrett e Billy the Kid e accompagna alcune delle sequenze più poetiche e riuscite dell'intero film.
Io non sono qui di Todd Haynes
In attesa di vedere l'interpretazione di Timothée Chalamet nei panni di Bob Dylan nel biopic attualmente in lavorazione, Io non sono qui di Todd Haynes di interpretazioni del cantautore ne offre ben sei, tramite cinque attori diversi. Il film, l'unico sulla figura di Dylan ad aver ricevuto l'approvazione da parte del cantautore, è il metaforico racconto della storia del vero Bob Dylan attraverso le vicende di sei personaggi fittizi, ognuno dei quali rappresenta un aspetto specifico dell'artista. Ci saranno il Poeta (Arthur Rimbaud, interpretato da Ben Whishaw), il Profeta (Jack Rollins/Padre John, due personaggi diversi impersonati da Christian Bale), il fuorilegge (Billy McCarty, col volto di Richard Gere), il Falso (Woody Guthrie, Marcus Carl Franklin), il Martire (Jude Quinn, interpretata addirittura da Cate Blanchett), e la "Stella Elettrica" (Robbie Clark, impersonata dal compianto Heath Ledger). Un'opera assolutamente fuori dagli schemi che gioca di grande fantasia con le regole del biopic.
Rolling Thunder Revue: A Bob Dylan Story by Martin Scorsese
Martin Scorsese, nel corso della sua carriera, ha sempre portato avanti tramite i suoi progetti più piccoli una grande voglia di sperimentazione: Rolling Thunder Revue è elettrizzante, originale e decisamente riuscito, fra i tre che il regista ha firmato per Netflix. Immaginando un universo di magia e di poesia partendo da una concezione di cinema molto specifica (quella di George Melies, in grado di pensare e creare qualsiasi cosa), Scorsese fonda e crea il suo personale Bob Dylan che, rispetto a quello più canonico del precedente No direction home (altro documentario scorsesiano sul cantautore uscito nel 2005), è in tutto e per tutto finto, un'icona costruita su falsi miti che il film racconta come fossero autentici. Ma quei miti diventano realtà concreta tramite il montaggio - aspetto chiave dell'opera di Melies, citato in apertura come dichiarazione d'intenti - di immagini di repertorio, un trucco col quale Scorsese con un documentario pieno di finzione restituisce il Bob Dylan più cinematografico che ci sia, perché proprio tramite il cinema viene riscritto e ricreato.
Bob Dylan compie 80 anni: i migliori film per celebrare una leggenda
Per festeggiare gli 80 anni di Bob Dylan, ecco i migliori film realizzati intorno alla sua figura, ispirati a essa o influenzati dalla sua arte.
Forse nessun cineasta ha saputo raccontare l'America con la costanza e la precisione delle canzoni di Bob Dylan, eppure il cinema di tanto in tanto è stato in grado di catturare l'essenza del cantautore più di quanto non abbiano fatto le sue canzoni. Il celebrato artista, l'unica persona insieme a George Bernard Shaw ad aver vinto un Oscar e un premio Nobel, è stato al centro di tantissime opere cinematografiche dagli anni '60 a oggi, alcune espressamente sulla sua figura, altre solo vagamente ispirate a essa.
Per celebrare i suoi 80 anni, che Bob Dylan festeggia il 24 maggio, abbiamo riunito i migliori film "dedicati" all'artista di Blowing in the Wind, Mr. Tambourine Man e Murder Most Foul: alcuni lo citano apertamente attraverso i suoi testi, altri parlano proprio di lui e della sua storia e altri ancora lo vedono comparire come personaggio o attore; insomma, ecco i film in cui il ruolo di Bob Dylan, in un modo o nell'altro, è centrale all'economia dell'opera.
Vi auguriamo buona lettura, e soprattutto buon ascolto: si consiglia caldamente la riproduzione dei brani di Bob Dylan durante il viaggio di questo articolo, perché è con la sua musica in sottofondo che il pezzo è stato realizzato.
Hurricane di Norman Jewison
Uno dei film più famosi interpretati da Denzel Washington, che per la sua prova nei panni di Rubin Carter fu nominato all'Oscar come miglior attore protagonista dopo aver vinto Golden Globe e Orso d'Argento al Festival di Berlino, dove l'opera di Norman Jewison venne presentata.
Hurricane vede Bob Dylan come una sorta di figura centrale ma defilata: del resto fu lui, nel 1975, uno dei primi a uscire allo scoperto per sostenere il pugile accusato di omicidio durante la sua battaglia legale, pubblicando nello scottante 1975 il brano di protesta Hurricane, che faceva nome e cognome dei diretti interessati.
Oltre a dare il titolo al film compare anche in colonna sonora: nonostante passino gli anni, il lascito di Bob Dylan riesce ad arrivare dappertutto ed è in grado di ammantare ogni angolo della cultura pop.
Wonder Boys di Curtis Hanson
Con il film interpretato da Michael Douglas e diretto dal grande Curtis Hanson Bob Dylan vinse l'Oscar per la miglior canzone originale, Things Have Changed.
Tratto dall'omonimo romanzo di Michael Chabon e con un cast ricchissimo che include anche Tobey Maguire, Frances McDormand, Katie Holmes e Robert Downey Jr, Wonder Boys è la storia del professor Grady Tripp, un romanziere che insegna scrittura creativa all'università ma che deve fare i conti con i rimpianti e il senso di inadeguatezza scaturiti dalla consapevolezza di non essere mai riuscito a finire il suo secondo romanzo.
Watchmen di Zack Snyder
Potrebbe apparire come un dettaglio sullo sfondo, eppure Bob Dylan è una figura essenziale in Watchmen di Zack Snyder: indimenticabile è la sigla introduttiva del film, con la quale Snyder sembra voler realizzare un vero e proprio cortometraggio sulle tappe fondamentali della storia ucronica dell'universo narrativo di Watchmen, scandita dalla voce inconfondibile di Dylan che intona non a caso il suo inno al cambiamento con The Times They're a-Changing.
Il cantautore, vera e propria colonna vertebrale sulla quale tutto il film sembra reggersi, tornerà anche sul finire del secondo atto con All Along The Watchtower, nella storica cover elettrica di Jimi Hendrix e nell'ultimissima inquadratura (che si allargherà a tutti i titoli di coda) con Desolation Row, nella cover dei My Chemical Romance: Snyder in persona diresse il videoclip ufficiale della reinterpretazione rock che la band fece del brano di Dylan.
A proposito di Davis dei Fratelli Coen
A proposito di Davis è un'ode all'immanenza, alla gloria grigia e infreddolita del fallimento umano, che è certamente possibile in chiunque e che si nasconde nel fato di molti ma che solo pochi sanno raccontare con questa dolcezza distaccata, con questo calore estatico, con questo senso elegante di dignità e modestia nella sconfitta che può vantare il film dei fratelli Coen.
Un'opera che può essere considerata quasi come l'anti-biopic su Bob Dylan, lui che invece è destinato al successo e compare quasi di sfuggita, sullo sfondo, come una visione amarissima e canzonatoria per il povero protagonista di Oscar Isaac, che i fratelli Coen seguono nel suo viaggio verso il nulla.
Pat Garrett e Billy Kid di Sam Peckinpah
Nel seminale western di Sam Peckinpah Bob Dylan compare personalmente come attore (come sarebbe accaduto anche in Masked and Anonymous, opera prima di Larry Charles scritta e interpretata da Dylan) oltre a firmare la storica e celebrata colonna sonora che accompagnerà la suggestiva avventura dei fuorilegge interpretati da James Coburn e Kris Kristofferson.
Il film prosegue filologicamente la natura revisionista del cinema di Peckinpah ed è impreziosito dalle note di Dylan: da questa soundtrack arriva la celeberrima Knockin' on Heaven's Door, che immortala la storia di Pat Garrett e Billy the Kid e accompagna alcune delle sequenze più poetiche e riuscite dell'intero film.
Io non sono qui di Todd Haynes
In attesa di vedere l'interpretazione di Timothée Chalamet nei panni di Bob Dylan nel biopic attualmente in lavorazione, Io non sono qui di Todd Haynes di interpretazioni del cantautore ne offre ben sei, tramite cinque attori diversi.
Il film, l'unico sulla figura di Dylan ad aver ricevuto l'approvazione da parte del cantautore, è il metaforico racconto della storia del vero Bob Dylan attraverso le vicende di sei personaggi fittizi, ognuno dei quali rappresenta un aspetto specifico dell'artista.
Ci saranno il Poeta (Arthur Rimbaud, interpretato da Ben Whishaw), il Profeta (Jack Rollins/Padre John, due personaggi diversi impersonati da Christian Bale), il fuorilegge (Billy McCarty, col volto di Richard Gere), il Falso (Woody Guthrie, Marcus Carl Franklin), il Martire (Jude Quinn, interpretata addirittura da Cate Blanchett), e la "Stella Elettrica" (Robbie Clark, impersonata dal compianto Heath Ledger).
Un'opera assolutamente fuori dagli schemi che gioca di grande fantasia con le regole del biopic.
Rolling Thunder Revue: A Bob Dylan Story by Martin Scorsese
Martin Scorsese, nel corso della sua carriera, ha sempre portato avanti tramite i suoi progetti più piccoli una grande voglia di sperimentazione: Rolling Thunder Revue è elettrizzante, originale e decisamente riuscito, fra i tre che il regista ha firmato per Netflix.
Immaginando un universo di magia e di poesia partendo da una concezione di cinema molto specifica (quella di George Melies, in grado di pensare e creare qualsiasi cosa), Scorsese fonda e crea il suo personale Bob Dylan che, rispetto a quello più canonico del precedente No direction home (altro documentario scorsesiano sul cantautore uscito nel 2005), è in tutto e per tutto finto, un'icona costruita su falsi miti che il film racconta come fossero autentici.
Ma quei miti diventano realtà concreta tramite il montaggio - aspetto chiave dell'opera di Melies, citato in apertura come dichiarazione d'intenti - di immagini di repertorio, un trucco col quale Scorsese con un documentario pieno di finzione restituisce il Bob Dylan più cinematografico che ci sia, perché proprio tramite il cinema viene riscritto e ricreato.
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