Quando si parla di Disney, in questo periodo, risulta difficile scindere la multinazionale statunitense da una serie di esperimenti live action che sembrano mirare sia a suscitare discussione tra il grande pubblico, che a ispirare un particolare e mirato "effetto nostalgia". Quasi tutti i film lungo questa strada, infatti, hanno fatto riflettere gli appassionati che, ancor prima del loro rilascio, si sono trovati a discuterne, anche in modo animato, spinti sia da un amore viscerale per la propria infanzia, sia per i classici Disney stessi, che ne hanno delineato le caratteristiche e che, ancora oggi, ne addolciscono alcuni momenti irraggiungibili. Il film di Biancaneve e i sette nani, previsto per il 2024, non fa eccezione in questo senso, specialmente alla luce di alcune recenti rivelazioni e speculazioni riguardo a scelte adottate appositamente per l'adattamento.
Come è avvenuto anche con La sirenetta, Aladdin, Cruella e altri, anche il live action di Biancaneve è finito molto presto nel mirino dei fan Disney. Sembra proprio che alcune rivelazioni riguardo al progetto non stiano convincendo troppo la community degli appassionati, spingendoli a un'operazione difensiva che non è nuova in questo ambito.
Una fiaba, mille polemiche
Prima ancora di parlare dell'attuale progetto al centro del quale troviamo Biancaneve e i sette nani, è bene precisare che il purismo riguardante il film d'animazione Disney, uscito al cinema nel 1937, non è troppo sensato, dato che la versione animata in questione è essa stessa un adattamento differente dalla fiaba originale, ideata dai fratelli Grimm nel 1812. In sostanza, le persone si sono affezionate a una storia già allontanatasi dalle sue origini, probabilmente per motivazioni commerciali e cinematografiche.
I cambiamenti apportati da Disney, infatti, si ipotizza siano stati ispirati dalla necessità di modernizzare gli eventi narrati nella fiaba originale per rivolgersi a un pubblico ben diverso da quello dell'Ottocento, semplificando alcuni momenti e rendendo la narrazione più accattivante e diretta. A titolo di esempio in questo senso, è stata la Disney a concentrare maggiormente l'attenzione sul ruolo dei nani all'interno di Biancaneve, impegnandosi sia a caratterizzarli in termini distinti, che a attribuire loro dei nomi (divenuti poi iconici nella cultura di massa e popolare). È interessante notare, inoltre, come la maggior parte delle scene comiche della pellicola animata, siano state studiate appositamente per alleggerire il materiale originale e includere il maggior numero possibile di dettagli divertenti. Fin dal 1934 si sono tenute numerose riunioni e discussioni con l'unico scopo di trasformare Biancaneve nella storia che poi abbiamo conosciuto, cercando di considerare sia quanto creato dai fratelli Grimm, sia l'opportunità di espandere le sue potenzialità attraverso l'animazione e l'esperimento cinematografico che ne è derivato successivamente.
Così giungiamo al presente, ai lavori attuali legati al live action annunciato nel 2021, che si presenta come un remake del classico di memorabile tradizione disneyana. Dopo aver confermato Mark Webb alla regia, l'assegnazione del ruolo principale a Rachel Zegler ha scatenato le prime polemiche attorno al progetto (accusato di "blackwashing" e revisionismo). La ciliegina sulla torta delle discussioni, però, è arrivata in seguito ad alcune dichiarazioni di Peter Dinklage su Biancaneve, secondo il quale con il film in questione: "Si è progressisti in un modo ma dall'altro si continua a raccontare una favola arretrata su sette nani che vivono in una grotta".
Le parole dell'attore, dunque, avrebbero influenzato la successiva decisione che vedrebbe rimossa la figura dei nani dalla stessa storia live action, optando per un'idea che mira a essere più inclusiva rispetto a quella tradizionalmente tratta dalla fiaba originale. Naturalmente, i fan storici del film Disney non sanno ancora come gestire queste particolari riflessioni, specialmente dopo che la stessa multinazionale ha rivelato l'intenzione di adottare "un approccio diverso" riguardo a questi sette personaggi, al fine di evitare "gli stereotipi del film originale".
La stessa Rachel Zegler, la nuova interprete di Biancaneve, ha scelto di sostenere gli attuali pensieri sulla pellicola in favore di una modernizzazione funzionale al prodotto che vedremo proiettato nei cinema. Sembra proprio che nella sceneggiatura di Greta Gerwig (regista e sceneggiatrice precedentemente di Barbie e Piccole donne) porrà maggiore enfasi sul personaggio della protagonista e sulla sua capacità di utilizzare le proprie risorse per risolvere situazioni complesse e venirne fuori senza la necessità di un intervento, o aiuto, esterno. Un tale approccio potrebbe anche influenzare la stessa figura e il ruolo del Principe Azzurro, creando ulteriori sfumature nella visione dei puristi e spingendoli verso nuove critiche, proprio in questa direzione.
Pure in questa circostanza, però, è opportuno ricordare che nel corso degli anni la Disney si è gradualmente impegnata nella creazione di protagoniste femminili sempre più forti e indipendenti, sia nei nuovi film che nelle reinterpretazioni live action e simili, senza alcun legame con il passato.
Ovviamente le dichiarazioni di Peter Dinklage e la conseguente reazione alla pellicola attualmente in fase di produzione, non sono state ben accolte né dai fan, né tanto meno dai suoi colleghi, i quali hanno letto nell'assenza dei nani una possibile mancanza di opportunità lavorative per tutti. "Peter Dinklage, forse la persona più famosa del mondo, l'anno scorso aveva definito questa storia 'un'enorme storiella all'incontrario', ed è stato allora che la Disney ha annunciato che avrebbe sostituito i nani", ha affermato, ad esempio, Megyn Kelly nel suo podcast attaccando Dinklage e continuando, "Quindi ottimo lavoro, Peter! Hai fatto i soldi, sei diventato il nano più famoso d'America, e poi hai rovinato i ruoli che erano disponibili per altri sei nani che volevano solo lavorare ed essere pagati come te".
Anche l'ex wrestler Dylan Postl ha espresso la sua opinione su Dinklage e sulla questione durante un'intervista, su come ci siano attori nani che sognano di poter essere in un film di una grande casa come quella di questo remake Disney, e che ora, a causa di Peter Dinklage e di quello che ha detto l'anno scorso, non ne avranno la possibilità, contando che avevano tutti e sette diverse caratteristiche per sette diversi attori.
Cambiare o no?
Uno degli aspetti più interessanti del nuovo live action di Biancaneve è che sta suscitando idee e proteste molto simili a quelle che i fan sollevarono durante la realizzazione de La sirenetta con Halle Bailey. Anche in quel caso, i dettagli rilasciati durante la produzione hanno alimentato la comunità degli appassionati, al punto da creare vere e proprie fazioni che hanno discusso e riflettuto sulle possibili implicazioni razziste che una scelta di casting come quella ha generato in una parte specifica del pubblico. Qui, al di fuori di alcune immagini che devono ancora trovare una spiegazione logica, praticamente non abbiamo ancora visto nulla riguardo alla pellicola.
Conosciamo solo alcuni dettagli sulla direzione che stanno cercando di intraprendere, anche se si tratta di idee e scelte ideologiche prive di una rappresentazione tangibile, almeno per ora. Eppure il grande pubblico, o almeno una parte di esso, sta già traendo le proprie conclusioni sul progetto. Tornando per un attimo al classico Disney degli anni '30, anche allora avevano optato per una rielaborazione complessiva del materiale di partenza, allo scopo di rendere la fiaba più accessibile a tutti e modernizzarla sia dal punto di vista ideologico che animato. Quindi, non dovrebbe sorprendere un approccio simile anche in questo caso, considerando che stiamo parlando di una multinazionale dell'intrattenimento, sia televisivo che cinematografico, che da sempre decide come adattare le fiabe di cui possiede i diritti, apportando cambiamenti a suo piacimento (lo ha fatto con Peter Pan negli anni '50, con La sirenetta negli anni '80, con La carica dei 101 e così via...).
Nel processo di trasformare un prodotto originariamente fiabesco in qualcosa di più accessibile al pubblico di un determinato periodo, non c'è nulla di nuovo, anche se quando si tratta di live action Disney o di remake entrano in gioco dinamiche commerciali e personali che vanno dalla nostalgia fino a toccare corde più profonde.
Così, gli appassionati si sentono coinvolti personalmente e cercano di proteggere un patrimonio cinematografico che ha influenzato ripetutamente la loro sfera personale, diventando un tesoro inestimabile nei ricordi. Eppure le parole di Peter Dinklage, da un punto di vista puramente razionale, non sono del tutto da scartare, dato che, in fondo, le figure dei sette nani nel Biancaneve disneyano si trascinano dietro un'interpretazione fondamentalmente infantile, relegando il loro ruolo all'interno della storia a quello di gag e di uomini adulti infantilizzati in relazione al leggero scorrere della narrazione. Non è necessario eliminarli completamente, ma sicuramente è opportuno trasformarli o livellarli in qualche modo, così da renderli incisivi in maniera diversa. La risposta alla questione è stata quella di introdurre nel live action di Biancaneve non più dei nani, bensì una sorta di creature appartenenti alla dimensione del fantastico che, almeno in base a un'immagine apparentemente trapelata dal set della pellicola, sembrano rappresentare e comprendere una diversità multietnica variegata.
Anche in questo caso ci sono state polemiche e incertezze riguardo ai protagonisti della fantomatica fotografia, con la Disney che inizialmente l'ha definita un fake, spingendo il Daily Mail a correggersi, per poi ammettere che, pur non trattandosi di foto ufficiali della produzione, erano autentiche. "Le immagini non sono foto ufficiali del film. Mostrano delle controfigure usate per gli attori e non contengono al loro interno Rachel Zegler o Andrew Burnap", ha poi confermato un portavoce Disney a The Independent.
E quindi?
Nonostante non si abbia ancora nulla concreto tra le mani, gli appassionati stanno già traendo, o cominciando a trarre, le proprie conclusioni su Biancaneve (un esempio di ciò lo troviamo nelle dichiarazioni del figlio del regista del classico animato), basandosi esclusivamente sulle dichiarazioni e i dettagli trapelati finora. Una situazione del genere, ovviamente, giova anche alla stessa Disney che, volente o nolente, riesce sempre a far parlare dei prossimi prodotti in cantiere, suscitando discussioni attuali nell'ambito cinematografico e creativo. Ecco che la tendenza a lamentarsi di tutto il web può diventare un vero e proprio strumento di marketing, per ipotesi, di cui potersi servire per promuovere i propri lavori in uscita, anche a distanza di molto tempo.
Le varie voci, le immagini trapelate, le dichiarazioni, le prese di posizione ancor prima dell'uscita ufficiale, le controversie, le discussioni, rimangono in ogni caso mezzi pubblicitari affascinanti tramite i quali questi remake riescono sempre a brillare di luce propria, sia in senso positivo che negativo, intasando le chat e i commenti di tutto il mondo. Pertanto, non sarà né la prima né l'ultima volta che una fiaba o un prodotto di intrattenimento verrà trasformato per rispecchiare la sensibilità del nuovo pubblico che si avvicina alle sale (anche lo stesso classico Disney degli anni '30 si mosse in questa direzione rispetto alla fiaba originale); è solo che oggi una scelta simile ha implicazioni molto più vaste e complesse, specialmente in una società in cui le informazioni circolano a velocità impressionante e le persone, diversamente dal passato, sono sempre pronte a esprimere le loro opinioni in modo diretto e senza troppi fronzoli.
Biancaneve, tra polemiche e malcontento: cosa sta succedendo?
Negli ultimi tempi il live action Disney di Biancaneve è sulla bocca di tutti per alcune idee che starebbero guidando la sua produzione; cosa succede?
Quando si parla di Disney, in questo periodo, risulta difficile scindere la multinazionale statunitense da una serie di esperimenti live action che sembrano mirare sia a suscitare discussione tra il grande pubblico, che a ispirare un particolare e mirato "effetto nostalgia". Quasi tutti i film lungo questa strada, infatti, hanno fatto riflettere gli appassionati che, ancor prima del loro rilascio, si sono trovati a discuterne, anche in modo animato, spinti sia da un amore viscerale per la propria infanzia, sia per i classici Disney stessi, che ne hanno delineato le caratteristiche e che, ancora oggi, ne addolciscono alcuni momenti irraggiungibili. Il film di Biancaneve e i sette nani, previsto per il 2024, non fa eccezione in questo senso, specialmente alla luce di alcune recenti rivelazioni e speculazioni riguardo a scelte adottate appositamente per l'adattamento.
Come è avvenuto anche con La sirenetta, Aladdin, Cruella e altri, anche il live action di Biancaneve è finito molto presto nel mirino dei fan Disney. Sembra proprio che alcune rivelazioni riguardo al progetto non stiano convincendo troppo la community degli appassionati, spingendoli a un'operazione difensiva che non è nuova in questo ambito.
Una fiaba, mille polemiche
Prima ancora di parlare dell'attuale progetto al centro del quale troviamo Biancaneve e i sette nani, è bene precisare che il purismo riguardante il film d'animazione Disney, uscito al cinema nel 1937, non è troppo sensato, dato che la versione animata in questione è essa stessa un adattamento differente dalla fiaba originale, ideata dai fratelli Grimm nel 1812. In sostanza, le persone si sono affezionate a una storia già allontanatasi dalle sue origini, probabilmente per motivazioni commerciali e cinematografiche.
I cambiamenti apportati da Disney, infatti, si ipotizza siano stati ispirati dalla necessità di modernizzare gli eventi narrati nella fiaba originale per rivolgersi a un pubblico ben diverso da quello dell'Ottocento, semplificando alcuni momenti e rendendo la narrazione più accattivante e diretta. A titolo di esempio in questo senso, è stata la Disney a concentrare maggiormente l'attenzione sul ruolo dei nani all'interno di Biancaneve, impegnandosi sia a caratterizzarli in termini distinti, che a attribuire loro dei nomi (divenuti poi iconici nella cultura di massa e popolare). È interessante notare, inoltre, come la maggior parte delle scene comiche della pellicola animata, siano state studiate appositamente per alleggerire il materiale originale e includere il maggior numero possibile di dettagli divertenti. Fin dal 1934 si sono tenute numerose riunioni e discussioni con l'unico scopo di trasformare Biancaneve nella storia che poi abbiamo conosciuto, cercando di considerare sia quanto creato dai fratelli Grimm, sia l'opportunità di espandere le sue potenzialità attraverso l'animazione e l'esperimento cinematografico che ne è derivato successivamente.
Così giungiamo al presente, ai lavori attuali legati al live action annunciato nel 2021, che si presenta come un remake del classico di memorabile tradizione disneyana. Dopo aver confermato Mark Webb alla regia, l'assegnazione del ruolo principale a Rachel Zegler ha scatenato le prime polemiche attorno al progetto (accusato di "blackwashing" e revisionismo). La ciliegina sulla torta delle discussioni, però, è arrivata in seguito ad alcune dichiarazioni di Peter Dinklage su Biancaneve, secondo il quale con il film in questione: "Si è progressisti in un modo ma dall'altro si continua a raccontare una favola arretrata su sette nani che vivono in una grotta".
Le parole dell'attore, dunque, avrebbero influenzato la successiva decisione che vedrebbe rimossa la figura dei nani dalla stessa storia live action, optando per un'idea che mira a essere più inclusiva rispetto a quella tradizionalmente tratta dalla fiaba originale. Naturalmente, i fan storici del film Disney non sanno ancora come gestire queste particolari riflessioni, specialmente dopo che la stessa multinazionale ha rivelato l'intenzione di adottare "un approccio diverso" riguardo a questi sette personaggi, al fine di evitare "gli stereotipi del film originale".
La stessa Rachel Zegler, la nuova interprete di Biancaneve, ha scelto di sostenere gli attuali pensieri sulla pellicola in favore di una modernizzazione funzionale al prodotto che vedremo proiettato nei cinema. Sembra proprio che nella sceneggiatura di Greta Gerwig (regista e sceneggiatrice precedentemente di Barbie e Piccole donne) porrà maggiore enfasi sul personaggio della protagonista e sulla sua capacità di utilizzare le proprie risorse per risolvere situazioni complesse e venirne fuori senza la necessità di un intervento, o aiuto, esterno. Un tale approccio potrebbe anche influenzare la stessa figura e il ruolo del Principe Azzurro, creando ulteriori sfumature nella visione dei puristi e spingendoli verso nuove critiche, proprio in questa direzione.
Pure in questa circostanza, però, è opportuno ricordare che nel corso degli anni la Disney si è gradualmente impegnata nella creazione di protagoniste femminili sempre più forti e indipendenti, sia nei nuovi film che nelle reinterpretazioni live action e simili, senza alcun legame con il passato.
Ovviamente le dichiarazioni di Peter Dinklage e la conseguente reazione alla pellicola attualmente in fase di produzione, non sono state ben accolte né dai fan, né tanto meno dai suoi colleghi, i quali hanno letto nell'assenza dei nani una possibile mancanza di opportunità lavorative per tutti. "Peter Dinklage, forse la persona più famosa del mondo, l'anno scorso aveva definito questa storia 'un'enorme storiella all'incontrario', ed è stato allora che la Disney ha annunciato che avrebbe sostituito i nani", ha affermato, ad esempio, Megyn Kelly nel suo podcast attaccando Dinklage e continuando, "Quindi ottimo lavoro, Peter! Hai fatto i soldi, sei diventato il nano più famoso d'America, e poi hai rovinato i ruoli che erano disponibili per altri sei nani che volevano solo lavorare ed essere pagati come te".
Anche l'ex wrestler Dylan Postl ha espresso la sua opinione su Dinklage e sulla questione durante un'intervista, su come ci siano attori nani che sognano di poter essere in un film di una grande casa come quella di questo remake Disney, e che ora, a causa di Peter Dinklage e di quello che ha detto l'anno scorso, non ne avranno la possibilità, contando che avevano tutti e sette diverse caratteristiche per sette diversi attori.
Cambiare o no?
Uno degli aspetti più interessanti del nuovo live action di Biancaneve è che sta suscitando idee e proteste molto simili a quelle che i fan sollevarono durante la realizzazione de La sirenetta con Halle Bailey. Anche in quel caso, i dettagli rilasciati durante la produzione hanno alimentato la comunità degli appassionati, al punto da creare vere e proprie fazioni che hanno discusso e riflettuto sulle possibili implicazioni razziste che una scelta di casting come quella ha generato in una parte specifica del pubblico. Qui, al di fuori di alcune immagini che devono ancora trovare una spiegazione logica, praticamente non abbiamo ancora visto nulla riguardo alla pellicola.
Conosciamo solo alcuni dettagli sulla direzione che stanno cercando di intraprendere, anche se si tratta di idee e scelte ideologiche prive di una rappresentazione tangibile, almeno per ora. Eppure il grande pubblico, o almeno una parte di esso, sta già traendo le proprie conclusioni sul progetto. Tornando per un attimo al classico Disney degli anni '30, anche allora avevano optato per una rielaborazione complessiva del materiale di partenza, allo scopo di rendere la fiaba più accessibile a tutti e modernizzarla sia dal punto di vista ideologico che animato. Quindi, non dovrebbe sorprendere un approccio simile anche in questo caso, considerando che stiamo parlando di una multinazionale dell'intrattenimento, sia televisivo che cinematografico, che da sempre decide come adattare le fiabe di cui possiede i diritti, apportando cambiamenti a suo piacimento (lo ha fatto con Peter Pan negli anni '50, con La sirenetta negli anni '80, con La carica dei 101 e così via...).
Nel processo di trasformare un prodotto originariamente fiabesco in qualcosa di più accessibile al pubblico di un determinato periodo, non c'è nulla di nuovo, anche se quando si tratta di live action Disney o di remake entrano in gioco dinamiche commerciali e personali che vanno dalla nostalgia fino a toccare corde più profonde.
Così, gli appassionati si sentono coinvolti personalmente e cercano di proteggere un patrimonio cinematografico che ha influenzato ripetutamente la loro sfera personale, diventando un tesoro inestimabile nei ricordi. Eppure le parole di Peter Dinklage, da un punto di vista puramente razionale, non sono del tutto da scartare, dato che, in fondo, le figure dei sette nani nel Biancaneve disneyano si trascinano dietro un'interpretazione fondamentalmente infantile, relegando il loro ruolo all'interno della storia a quello di gag e di uomini adulti infantilizzati in relazione al leggero scorrere della narrazione. Non è necessario eliminarli completamente, ma sicuramente è opportuno trasformarli o livellarli in qualche modo, così da renderli incisivi in maniera diversa. La risposta alla questione è stata quella di introdurre nel live action di Biancaneve non più dei nani, bensì una sorta di creature appartenenti alla dimensione del fantastico che, almeno in base a un'immagine apparentemente trapelata dal set della pellicola, sembrano rappresentare e comprendere una diversità multietnica variegata.
Anche in questo caso ci sono state polemiche e incertezze riguardo ai protagonisti della fantomatica fotografia, con la Disney che inizialmente l'ha definita un fake, spingendo il Daily Mail a correggersi, per poi ammettere che, pur non trattandosi di foto ufficiali della produzione, erano autentiche. "Le immagini non sono foto ufficiali del film. Mostrano delle controfigure usate per gli attori e non contengono al loro interno Rachel Zegler o Andrew Burnap", ha poi confermato un portavoce Disney a The Independent.
E quindi?
Nonostante non si abbia ancora nulla concreto tra le mani, gli appassionati stanno già traendo, o cominciando a trarre, le proprie conclusioni su Biancaneve (un esempio di ciò lo troviamo nelle dichiarazioni del figlio del regista del classico animato), basandosi esclusivamente sulle dichiarazioni e i dettagli trapelati finora. Una situazione del genere, ovviamente, giova anche alla stessa Disney che, volente o nolente, riesce sempre a far parlare dei prossimi prodotti in cantiere, suscitando discussioni attuali nell'ambito cinematografico e creativo. Ecco che la tendenza a lamentarsi di tutto il web può diventare un vero e proprio strumento di marketing, per ipotesi, di cui potersi servire per promuovere i propri lavori in uscita, anche a distanza di molto tempo.
Le varie voci, le immagini trapelate, le dichiarazioni, le prese di posizione ancor prima dell'uscita ufficiale, le controversie, le discussioni, rimangono in ogni caso mezzi pubblicitari affascinanti tramite i quali questi remake riescono sempre a brillare di luce propria, sia in senso positivo che negativo, intasando le chat e i commenti di tutto il mondo. Pertanto, non sarà né la prima né l'ultima volta che una fiaba o un prodotto di intrattenimento verrà trasformato per rispecchiare la sensibilità del nuovo pubblico che si avvicina alle sale (anche lo stesso classico Disney degli anni '30 si mosse in questa direzione rispetto alla fiaba originale); è solo che oggi una scelta simile ha implicazioni molto più vaste e complesse, specialmente in una società in cui le informazioni circolano a velocità impressionante e le persone, diversamente dal passato, sono sempre pronte a esprimere le loro opinioni in modo diretto e senza troppi fronzoli.
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