Anni di fatica passati a sbracciare nel mare magnum di Hollywood alla fine hanno aiutato i cosiddetti cinegame, trasposizioni cinematografiche tratte dai videogiochi. Non solo il mercato è adesso ricettivo e fiorente attorno a questo sottogenere filmico, ma lo stesso pubblico sembra più fiducioso e attento alle novità e agli annunci, curioso di capire come saranno i tanti adattamenti annunciati. Merito certo dell'esplosione deflagrante della cultura popolare nella sua più vasta generalità, omnicomprensiva e multimediale, senza sottovalutare inoltre il valore aggiunto della riscoperta dei generi, dell'amore per un linguaggio cinematografico magari più semplice, incredibilmente efficace, spettacolare, di grande intrattenimento e comunque - a modo suo - ambizioso. E ovviamente dei videogiochi: tanti, amati, premiati, straordinari.
Tra le software house più grandi e famose del settore, poi, quella che ormai da anni sta tentando di aprirsi una buona strada in ambito cinematografico è la francese Ubisoft, il cui primo "salto della fede" dalle console al grande schermo è stato l'Assassin's Creed con Michael Fassbender con la neonata casa di produzione Ubisoft Motion Pictures, rivelatosi però un insuccesso, mediocre, stilisticamente scoordinato rispetto alle intenzioni d'adattamento, diverso da quello che il grande pubblico e i fan della saga volevano. La crisi creativa (e anche un po' di vendite) dei titoli della compagnia e il flop ai botteghini del film di Justin Kurzel hanno poi frenato momentaneamente le ambizioni della Ubisoft, che poco dopo (ormai due anni fa) ha iniziato un nuovo percorso di trasposizione e sviluppo delle sue IP, collaborando in questa ripartenza con uno dei più grandi colossi del mondo dell'intrattenimento: Netflix.
Un'accoppiata moderna
Rimasta scottata dall'enorme insuccesso di un prodotto come il film di Assassin's Creed, titolo che in ambito videoludico è il fiore all'occhiello della compagnia, Ubisoft ha deciso di cambiare strategia produttiva e collaborativa e puntare sul sicuro, quanto meno dal punto di vista dei ritorni economici. Scegliendo infatti Netflix come partner, la società francese si è assicurata un bacino d'interesse ampio e significativo, considerando che grande parte dell'utenza Ubisoft e Netflix è rappresentata da casual gamer o viewer, punto di contatto estremamente importante tra le due realtà mediatiche e quello più emblematico per comprendere (oltre le capacità di marketing, comunicazione e investimento) il perché di questa collaborazione. È infatti interessante sottolineare come Netflix non distribuisca i suoi film blockbuster al cinema, dando questa grande e prestigiosa possibilità solo ed esclusivamente ai film da premi, titoli come The Irishman di Martin Scorsese o Roma di Alfonso Cuaron, che necessitano di un'uscita cinematografica per motivi di policy dell'Academy e perché rivolti anche e soprattutto a un parterre di cinefili appassionati, amanti dell'esperienza della sala. In parole povere, unendo sforzi e soldi con Netflix, Ubisoft sta soprattutto puntando sul mondo del cinema o delle serie televisive in streaming, a uno specifico formato che ormai non rispettano più neanche le nuove piattaforme rivali come Disney+ o HBO Max. Essendo inoltre prodotti destinati al piccolo schermo e a un pubblico generalista, questo contempla la probabilità di investire più soldi e creare qualcosa di intrigante, fedele e spettacolare, sperando in un'attenzione particolare alla qualità di questi cinegame ad alto budget.
Detto questo, Ubisoft ha concesso a Netflix già parte sostanziosa del suo listino. Si è iniziato con The Division di David Leitch, lungometraggio attualmente in sviluppo che vedrà protagonisti Jake Gyllenhaal e Jessica Chastain ma di cui non abbiamo più informazioni da un anno (anche causa Pandemia). Il film è stato il primo titolo annunciato in partnership tra le due società, che messo in cantiere l'adattamento del titolo MMO sono andate recentemente oltre, scoprendo la possibilità di poter fare molto di più insieme. È così che è stata prima rivelata la serie animata dedicata a Splinter Cell, IP sorprendentemente rimessa a un reboot televisivo anziché videoludico dopo anni d'assenza, e poi l'adattamento cinematografico del bellissimo Beyond Good & Evil, uno dei titoli più amati di sempre prodotti dalla Ubisoft. Sulla prima sappiamo che sarà scritta da Derek Kolstad, sceneggiatore della saga di John Wick, e che Netflix ha già ordinato due stagioni complete da 8 episodi ciascuna, il che significa un grande impegno narrativo e idee cristalline.
Sul secondo le informazioni latitano, anche se il colosso dello streaming ha fatto sapere che il film "è in fase di sviluppo", con i lavori base di pre-produzione già iniziati. Diamo per scontato il fatto che l'adattamento cinematografico riguardi il primo capitolo della saga fantascientifica dedicata a Jade e Pay'j, e questo riflettendo anche sull'evidenza che l'annunciato Beyond Good & Evil 2 non uscirà sicuramente prima dell'aprile 2021. Forse in attesa dell'arrivo della nuova generazione di console, con una potenza e un concetto di hardware e game design sicuramente più vicini all'ottica di gioco di Beyond Good & Evil 2, Ubisoft sta puntando parallelamente (se non addirittura prima) su di un'espansione mediatica del franchise per aumentare hype e interesse generale, ed è possibile che abbia adottato lo stesso tipo di ragionamento per Splinter Cell.
Guardando infine alla fantomatica serie televisiva su Assassin's Creed "in via di sviluppo" già a fine 2017 e di cui non si è più saputo niente, considerando anche le parole di Kurzel "sull'efficacia di una serializzazione della saga vidoeoludica", non rimarremmo poi troppo sorpresi su di un prossimo ed eventuale annuncio dedicato a una nuova trasposizione del Credo dell'Assassino, che sarebbe solo l'ennesima conferma delle solidità intenzionale di una nuova accoppiata produttiva dal potenziale illimitato.
Beyond Good & Evil: Ubisoft cinema riparte da Netflix
La grande compagnia videoludica francese trova un nuovo e sorprendente partner per adattare in chiave cinematografica (e non solo) le sue IP.
Anni di fatica passati a sbracciare nel mare magnum di Hollywood alla fine hanno aiutato i cosiddetti cinegame, trasposizioni cinematografiche tratte dai videogiochi. Non solo il mercato è adesso ricettivo e fiorente attorno a questo sottogenere filmico, ma lo stesso pubblico sembra più fiducioso e attento alle novità e agli annunci, curioso di capire come saranno i tanti adattamenti annunciati. Merito certo dell'esplosione deflagrante della cultura popolare nella sua più vasta generalità, omnicomprensiva e multimediale, senza sottovalutare inoltre il valore aggiunto della riscoperta dei generi, dell'amore per un linguaggio cinematografico magari più semplice, incredibilmente efficace, spettacolare, di grande intrattenimento e comunque - a modo suo - ambizioso. E ovviamente dei videogiochi: tanti, amati, premiati, straordinari.
Tra le software house più grandi e famose del settore, poi, quella che ormai da anni sta tentando di aprirsi una buona strada in ambito cinematografico è la francese Ubisoft, il cui primo "salto della fede" dalle console al grande schermo è stato l'Assassin's Creed con Michael Fassbender con la neonata casa di produzione Ubisoft Motion Pictures, rivelatosi però un insuccesso, mediocre, stilisticamente scoordinato rispetto alle intenzioni d'adattamento, diverso da quello che il grande pubblico e i fan della saga volevano. La crisi creativa (e anche un po' di vendite) dei titoli della compagnia e il flop ai botteghini del film di Justin Kurzel hanno poi frenato momentaneamente le ambizioni della Ubisoft, che poco dopo (ormai due anni fa) ha iniziato un nuovo percorso di trasposizione e sviluppo delle sue IP, collaborando in questa ripartenza con uno dei più grandi colossi del mondo dell'intrattenimento: Netflix.
Un'accoppiata moderna
Rimasta scottata dall'enorme insuccesso di un prodotto come il film di Assassin's Creed, titolo che in ambito videoludico è il fiore all'occhiello della compagnia, Ubisoft ha deciso di cambiare strategia produttiva e collaborativa e puntare sul sicuro, quanto meno dal punto di vista dei ritorni economici. Scegliendo infatti Netflix come partner, la società francese si è assicurata un bacino d'interesse ampio e significativo, considerando che grande parte dell'utenza Ubisoft e Netflix è rappresentata da casual gamer o viewer, punto di contatto estremamente importante tra le due realtà mediatiche e quello più emblematico per comprendere (oltre le capacità di marketing, comunicazione e investimento) il perché di questa collaborazione.
È infatti interessante sottolineare come Netflix non distribuisca i suoi film blockbuster al cinema, dando questa grande e prestigiosa possibilità solo ed esclusivamente ai film da premi, titoli come The Irishman di Martin Scorsese o Roma di Alfonso Cuaron, che necessitano di un'uscita cinematografica per motivi di policy dell'Academy e perché rivolti anche e soprattutto a un parterre di cinefili appassionati, amanti dell'esperienza della sala. In parole povere, unendo sforzi e soldi con Netflix, Ubisoft sta soprattutto puntando sul mondo del cinema o delle serie televisive in streaming, a uno specifico formato che ormai non rispettano più neanche le nuove piattaforme rivali come Disney+ o HBO Max. Essendo inoltre prodotti destinati al piccolo schermo e a un pubblico generalista, questo contempla la probabilità di investire più soldi e creare qualcosa di intrigante, fedele e spettacolare, sperando in un'attenzione particolare alla qualità di questi cinegame ad alto budget.
Detto questo, Ubisoft ha concesso a Netflix già parte sostanziosa del suo listino. Si è iniziato con The Division di David Leitch, lungometraggio attualmente in sviluppo che vedrà protagonisti Jake Gyllenhaal e Jessica Chastain ma di cui non abbiamo più informazioni da un anno (anche causa Pandemia). Il film è stato il primo titolo annunciato in partnership tra le due società, che messo in cantiere l'adattamento del titolo MMO sono andate recentemente oltre, scoprendo la possibilità di poter fare molto di più insieme.
È così che è stata prima rivelata la serie animata dedicata a Splinter Cell, IP sorprendentemente rimessa a un reboot televisivo anziché videoludico dopo anni d'assenza, e poi l'adattamento cinematografico del bellissimo Beyond Good & Evil, uno dei titoli più amati di sempre prodotti dalla Ubisoft. Sulla prima sappiamo che sarà scritta da Derek Kolstad, sceneggiatore della saga di John Wick, e che Netflix ha già ordinato due stagioni complete da 8 episodi ciascuna, il che significa un grande impegno narrativo e idee cristalline.
Sul secondo le informazioni latitano, anche se il colosso dello streaming ha fatto sapere che il film "è in fase di sviluppo", con i lavori base di pre-produzione già iniziati. Diamo per scontato il fatto che l'adattamento cinematografico riguardi il primo capitolo della saga fantascientifica dedicata a Jade e Pay'j, e questo riflettendo anche sull'evidenza che l'annunciato Beyond Good & Evil 2 non uscirà sicuramente prima dell'aprile 2021.
Forse in attesa dell'arrivo della nuova generazione di console, con una potenza e un concetto di hardware e game design sicuramente più vicini all'ottica di gioco di Beyond Good & Evil 2, Ubisoft sta puntando parallelamente (se non addirittura prima) su di un'espansione mediatica del franchise per aumentare hype e interesse generale, ed è possibile che abbia adottato lo stesso tipo di ragionamento per Splinter Cell.
Guardando infine alla fantomatica serie televisiva su Assassin's Creed "in via di sviluppo" già a fine 2017 e di cui non si è più saputo niente, considerando anche le parole di Kurzel "sull'efficacia di una serializzazione della saga vidoeoludica", non rimarremmo poi troppo sorpresi su di un prossimo ed eventuale annuncio dedicato a una nuova trasposizione del Credo dell'Assassino, che sarebbe solo l'ennesima conferma delle solidità intenzionale di una nuova accoppiata produttiva dal potenziale illimitato.
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