Ormai entrato nella sua seconda metà, il Festival sembra aver finalmente ingranato una buona marcia: sesto giorno e di nuovo, dopo la straordinaria prova di Pablo Larraìn e del suo The Club (che aveva a ben vedere già preso il posto di un altro gigante, Terrence Malick con il suo Knight of Cups) il festival spara la sua terza cartuccia consecutiva e va a segno, confermando la qualità del suo concorso con un enorme maestro. È stato presentato infatti alla stampa l’ultimo lavoro di Wim Wenders intitolato Every Thing Will Be Fine, che ha come protagonisti principali James Franco, Charlotte Gainsbourg e Rachel McAdams. Una pellicola attesissima qui alla Berlinale che non ha deluso le aspettative, presentandosi come una vera e propria lezione di stile per chiunque voglia intraprendere il mestiere di regista. Un lavoro elegante, di gran classe e profondamente emotivo che rimette in gioco la corsa all’Orso d’Oro, a questo punto della competizione più aperta che mai.
Wim Wenders: “quando ho scoperto il 3D era l’inizio di una nuova era”
Presente in conferenza stampa, un Wim Wenders gentile e pacato ha portato ai giornalisti la stessa serafica classe che si rispecchia nelle sue immagini, raccontando la genesi del film e rivelando un piccolo azzardo finale: « Quando ho saputo dell’apertura della selezione, il film era ancora in fase di montaggio del suono e stavo lavorando con Alexandre (Desplat, compositore della colonna sonora, ndr). È stato un azzardo decidere di proporlo, anche perché il film è stato ufficialmente terminato tre giorni fa, a festival già iniziato. » Il regista tedesco ha anche avuto modo di parlare delle qualità del 3D e della sua decisione di utilizzarlo di nuovo dopo Pina: « Avevo da tempo voglia di girare una storia in 3D drammatica, e quando è arrivato lo script sapevo che sarebbe stato perfetto. »
Un lavoro interiore: l’esperienza di James Franco e Charlotte Gainsbourg
L’esperienza degli attori nel girare con un regista del genere è certamente particolare, e nel caso di Charlotte Gainsbourg e James Franco sembra essere addirittura opposta. « Quando io e Wim ci siamo incontrati per la prima volta abbiamo parlato molto del personaggio, e nonostante la sua maniacale precisione nella composizione dell’inquadratura sul set ho avuto sempre l’impressione di avere molto spazio. Mi ha guidato e ho comunque creato un suo personaggio, ma il suo tocco è stato davvero leggero. » Racconta James Franco, a cui segue invece l’esperienza diversa di Charlotte Gainsbourg: « Mi sono sentita fortunatissima quando mi ha chiesto di fare questo film, e nel parlarne con lui ho trovato una direzione diversa rispetto a quella che avevo per il mio personaggio. Lui ha avuto l’abilità di portarmi da un’altra parte. »
Speciale Berlinale 65: Day 06
E il sesto giorno arrivò Wim Wenders, che con Every Thing Will Be Fine diventa assoluto protagonista della giornata
Ormai entrato nella sua seconda metà, il Festival sembra aver finalmente ingranato una buona marcia: sesto giorno e di nuovo, dopo la straordinaria prova di Pablo Larraìn e del suo The Club (che aveva a ben vedere già preso il posto di un altro gigante, Terrence Malick con il suo Knight of Cups) il festival spara la sua terza cartuccia consecutiva e va a segno, confermando la qualità del suo concorso con un enorme maestro. È stato presentato infatti alla stampa l’ultimo lavoro di Wim Wenders intitolato Every Thing Will Be Fine, che ha come protagonisti principali James Franco, Charlotte Gainsbourg e Rachel McAdams. Una pellicola attesissima qui alla Berlinale che non ha deluso le aspettative, presentandosi come una vera e propria lezione di stile per chiunque voglia intraprendere il mestiere di regista. Un lavoro elegante, di gran classe e profondamente emotivo che rimette in gioco la corsa all’Orso d’Oro, a questo punto della competizione più aperta che mai.
Wim Wenders: “quando ho scoperto il 3D era l’inizio di una nuova era”
Presente in conferenza stampa, un Wim Wenders gentile e pacato ha portato ai giornalisti la stessa serafica classe che si rispecchia nelle sue immagini, raccontando la genesi del film e rivelando un piccolo azzardo finale: « Quando ho saputo dell’apertura della selezione, il film era ancora in fase di montaggio del suono e stavo lavorando con Alexandre (Desplat, compositore della colonna sonora, ndr). È stato un azzardo decidere di proporlo, anche perché il film è stato ufficialmente terminato tre giorni fa, a festival già iniziato. »
Il regista tedesco ha anche avuto modo di parlare delle qualità del 3D e della sua decisione di utilizzarlo di nuovo dopo Pina: « Avevo da tempo voglia di girare una storia in 3D drammatica, e quando è arrivato lo script sapevo che sarebbe stato perfetto. »
Un lavoro interiore: l’esperienza di James Franco e Charlotte Gainsbourg
L’esperienza degli attori nel girare con un regista del genere è certamente particolare, e nel caso di Charlotte Gainsbourg e James Franco sembra essere addirittura opposta. « Quando io e Wim ci siamo incontrati per la prima volta abbiamo parlato molto del personaggio, e nonostante la sua maniacale precisione nella composizione dell’inquadratura sul set ho avuto sempre l’impressione di avere molto spazio. Mi ha guidato e ho comunque creato un suo personaggio, ma il suo tocco è stato davvero leggero. » Racconta James Franco, a cui segue invece l’esperienza diversa di Charlotte Gainsbourg: « Mi sono sentita fortunatissima quando mi ha chiesto di fare questo film, e nel parlarne con lui ho trovato una direzione diversa rispetto a quella che avevo per il mio personaggio. Lui ha avuto l’abilità di portarmi da un’altra parte. »
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