Batman v Superman v Wonder Woman: chi dominerà la Justice League?

Breve analisi sulla leadership della Justice League of America: il Pipistrello, l'Alieno e l'Amazzone a confronto.

Batman v Superman v Wonder Woman: chi dominerà la Justice League?
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Manca ormai davvero poco all'uscita nelle sale cinematografiche di Justice League, il film che come ben saprete riunirà per la prima volta su schermo i più grandi eroi di casa DC Comics. La strada è stata lunga, impervia e mai all'insegna dell'eccezione , ma il 17 Novembre è sempre più vicino e le domande a cui dare una risposta sono ancora molte. L'Universo Esteso cominciato con L'Uomo d'Acciaio di Zack Snyder è infatti ancora lungi dall'avere una propria identità, essendo stato più volte modificato per andare incontro ai gusti del pubblico e affrontare l'eterna rivale Marvel al botteghino mondiale. Non che la Warner/DC abbia sfornato pellicole orrende, sia chiaro, ma ognuna di loro sembra voler negare la strada intrapresa dall'altra, cosa che non avviene invece con i film del Marvel Cinematic Universe, amalgama perfetta di giggioneria e soft drama. Questo per dire che Justice League potrebbe essere la prova di maturità che decreterà le sorti di tutto il lavoro svolto fino a questo momento, quindi la carne al fuoco è molta e lascerebbe presagire meno fumo del previsto. Dopo aver messo da parte la cupezza di Batman v Superman, Wonder Woman ha impostato difatti la strada per una maggiore leggerezza di contenuti che hanno dato nuova linfa a questo Universo Esteso, per non parlare poi dell'enorme successo riscosso in patria e nel mondo, facendo divenire la pellicola il miglior incasso per un film DC. A fronte di tale successo una domanda sorge dunque spontanea: chi comanderà la squadra tra i tre che formano la cosidettà trinità?

Il carisma del Cavaliere di Gotham

Il più grande detective del mondo sembrerebbe essere la scelta più ovvia per guidare la Justice League. Forte, intelligente e carismatico, formatosi in tutte le discipline di lotta esistenti, segue una personale condotta morale, nata dall'aver assistito alla morte dei suoi genitori e sviluppatasi nel corso degli anni, che lo guida nella sua crociata contro il crimine. Preparato in ogni settore e sempre pronto all'azione, il suo carisma galvanizzante potrebbe unire gli altri membri della squadra contro i nemici che si presenteranno in futuro. Ma allora perché porsi la domanda avendo già il candidato ideale? Innanzitutto perché il Batman di Ben Affleck è un cavaliere invecchiato (non vecchio), che invece di combattere la sua crociata da Cavaliere Oscuro si comporta come se l'avesse persa ormai da tempo: non pondera le sue decisioni ma agisce d'impulso, guidato non dall'intelligenza ma bensì dalla rabbia. Violento, irruento e paradossalemtne stanco, questa versione, ispirata al Batman de "Il Ritorno del Cavaliere Oscuro" di Frank Miller, pare trovare redenzione alla fine di Batman v Superman: Dawn of Justice, quando capisce i suoi errori e tenta di porvici rimedio. Lo rivediamo anche nei trailer di Justice League intento a riunire la squadra con un ritrovato carisma. In secondo luogo, poi, perché il film è stato stroncato dalla critica di mezzo mondo. Non è stato un insuccesso al botteghino, vero, ma le dure critiche hanno spinto la produzione a rimescolare le carte in tavola, ridimensionando alcuni ruoli per il film corale, anche a fronte dell'enorme successo di Wonder Woman di cui sopra.

La divina femminilità della Principessa delle Amazzoni

È proprio sulla bella Diana Prince, interpretata dalla stupenda Gal Gadot, che si concentrano le maggiorni attenzioni ridguardanti l'universo cinematografico DC. Figlia della Regina delle Amazzoni Ippolita e di Zeus, la principessa è stata cresciuta inconsapevole delle sue origini semi divine, fino a quando i poteri ereditati dal padre iniziano a manifestarsi nel quotidiano e durante gli allenamenti con la zia Antiope. Per sconfiggere il Dio della guerra Ares, lascerà l'isola paradiso di Themyscira andando a combattere al fronte della Prima Guerra Mondiale. Durante il viaggio scoprirà cosa vuol dire essere donna in un mondo di uomini, ignorando i dictat imposti dai costumi sessisti dell'epoca, ma imparerà anche a conoscere l'amore insito nel genere umano, quest'ultimo lascito e fonte di potere del padre Zeus corrotto dal figlio Ares. Come già ribadito la pellicola protofemminista diretta da Patty Jenkins che vede protagonista la Principessa delle Amazzoni ha ridefinto in larga parte lo scenario delle produzioni future, portando una spiccata leggerezza sul piano contenutistico, la stessa che pare aver invaso anche il film corale in uscita a Novembre, cosa che va in netto contrasto con quanto visto in Batman v Superman. Nel film di Snyder la pesantezza del dramma esistenziale dei due supereroi ha influito negativamente sulla buona riuscita del cinecomic, forse troppo preponderante e complesso per un film di questo genere. Così Wonder Woman ha trovato spazio per potersi imporre come guida (sia della Justice League sia dell'universo condiviso DC) al posto dei due, vuoi perché la forza divina aiuta, vuoi perché un incasso superiore agli 820.000.000 di Dollari qualche spinta verso un posto di comando la dà. E non è un caso che la Warner abbia annunciato che il seuqel sarà diretto sempre dalla stessa Jenkins, voluta assolutamente per la seconda avventura in solitaria di Diana Prince, per ribadire che la direzione intrapresa è giusta e, perché no, perfettibile.

L'umanità dell'Alieno di Metropolis

L'Uomo d'Acciaio è l'incognita più grande al momento: morto e risorto alla fine di Batman v Superman, il supereroe per antonomasia non è stato più mostrato da allora, ma la sua presenza in Justice League è certa. Questa versione del Kriptoniano, portato sullo schermo da Henry Cavill, ha diviso critica e pubblico fin dalla sua prima comparsa. Una parte ha apprezzato il nuovo percorso intrapreso, più oscuro, travagliato e con punte di esistenzialismo volte all'epifania finale che l'alieno è il più umano degli umani; un'altra ha pesantemente criticato le scelte compiute che snaturano Superman stesso, come nella battaglia finale ne L'uomo d'Acciao. Esempio lampante di come si è corsi ai ripari è il seguito stesso della pellicola, che da sola con il suo interprete principale non avrebbe retto al box-office, e così si è optato per lo scontro del secolo.

Che sia piaciuto o meno, uno dei grandi meriti che va riconosciuto a Batman v Superman è aver portato su schermo un Uomo d'Acciaio fedele al personaggio creato da Siegel e Shuster, che soffre per i mali altrui, si prodiga anche se ostracizzato e si dilania quando, nonostante la sua potenza, non riesce a salvare vite innocenti. L'estremo sacrificio che compie alla fine del film è il simbolo del suo amore per il pianeta adottivo e per le persone che lo abitano, e avvicina sempre più Superman alla divinità cristiana: morte, resurrezione e ascensione. Non sappiamo ancora in che modo tornerà (e in quali vesti) ma la sua figura resta la più maestosa tra tutti gli eroi del pantheon DC e anche nell'universo cinematografico condiviso potrebbe condurre la Justice League con una sicura leadership. La considerazione finale è che tutti e tre gli eroi sono possibili leader: i difetti che hanno permettono a chi li circonda di empatizzare con loro mentre i poteri e le qualità che possiedono li pongono un gradino più in alto degli altri, in modo da non creare un confronto che indebolisca la leadership. In definitiva chiunque assumerà la guida della Justice League tra i tre non potrà fare a meno degli altri due, perché il carisma di Batman unisce, l'umanità di Superman leviga gli animi e la femminilità di Wonder Woman crea un punto di vista differente. Come si dice insomma, Uno e Trino.

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