Babbo Bastardo 2: la top 5 dei Santa Claus al cinema

Con l'uscita al cinema di Babbo Bastardo 2 andiamo a riscoprire alcuni Santa Claus, sia classici che iconoclasti, nella storia del cinema recente e non.

Babbo Bastardo 2: la top 5 dei Santa Claus al cinema
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Manca ancora qualche settimana a Natale ma il Santa Claus politicamente scorretto torna a invadere con un po' di anticipo le sale nostrane con Babbo Bastardo 2, il secondo capitolo delle (dis)avventure dell'iconoclasta personaggio interpretato da Billy Bob Thornton. Per celebrare la mitica figura di colui che la notte della Vigilia di Natale viaggia su una slitta carica di doni abbiamo deciso di ripercorrere l'evoluzione che il simpatico vecchietto barbuto ha attraversato nella storia di cinema di genere e non, recuperandone cinque versioni in altrettanti titoli più o meno recenti in cui l'idolo di tutti i bambini ha segnato indelebilmente la narrazione della storia, sia nelle sue vesti "classiche" che in versioni ben lontane dall'immaginario comune (è il caso di Babbo Bastardo 2). Perché in attesa dei doni reali, da fare o da ricevere, una bella maratona cinefila è sempre un gradito regalo da farsi.

Il miracolo della 34a strada

Diverse generazioni sono cresciuti col Babbo Natale de Il miracolo della 34a strada, anche per via del remake che nel 1994 ha seguito l'originale del 1947. Un Santa Claus che più classico non si può, interpretato rispettivamente nelle due versioni da Richard Attenborough ed Edmund Gwenn, protagonista di una moderna favola senza tempo che recupera il sogno americano in un'accezione positiva e piena di speranza, elemento sottolineato maggiormente nel film degli anni '40 in quanto realizzato in un'epica post-bellica ancora intrisa di dubbi e incertezze. Kris Kingle, qui il nome dell'anziano uomo scelto per vestire i panni dell'arzillo portatore di regali di un centro commerciale, sostiene di essere il vero Babbo Natale e nelle sue fittizie o reali che siano vesti, si trova ad aiutare la famiglia della piccola Susan, promettendole una nuova casa, un papà ed un fratellino. Buoni sentimenti, un pizzico di magia e una sana atmosfera natalizia sorreggono una struttura narrativa, abbastanza fedele nel godibile rifacimento, adatta a tutta la famiglia.

Nightmare Before Christmas

Rapire Babbo Natale: è questa la folle idea di Jack Skeletron, re di Halloween, sovrano di un Paese immaginario popolato da creature mostruose e all'oscuro della celebrazione del 25 dicembre. Qui la figura di Santa Claus è elemento secondario ma scatenante gli eventi di questo folle musical animato, diventato un vero e proprio cult per grandi e piccini. Il Nostro qui rischia la pelle ma, come scontato in ogni fiaba che si rispetti (anche palesemente dark come in quest'occasione) il lieto fine è più che scontato. Operazione affascinante e poliedrica partotita da Tim Burton e dal regista Henry Selick, Nightmare Before Christmas è un caleidoscopio di invenzioni visivi e di influenze dall'immaginario gotico-horror, messo in scena tramite un rivoluzionario uso della step-motion avvolgente e affascinante, accompagnato da una colonna sonora ad hoc (con Renato Zero mattatore nella versione italiana) capace di conquistare il pubblico di ogni età.

Trasporto eccezionale - Un racconto di Natale

Ecco invece un Babbo Natale atipico, protagonista di questa horror/comedy di co-produzione scandinava (tra Finlandia e Norvegia) diretta nel 2010 da Jalmari Helander. Qui un piccolo paesino è vittima di strani avvenimenti, con l'improvvisa e inspiegabile scomparsa di forni e termosifoni e la morte per cause violenti di numerose renne. In più nelle montagne vicine una ditta di escavazioni sta procedendo all'estrazione di un misterioso carico: ben presto si scoprirà che l'autore delle malefatte è proprio Santa Claus, anche se non nelle vesti classiche impresse nell'immaginario comune. Nelle origini della leggenda lappone infatti il Nostro non è il simpatico uomo barbuto dispensatore di regali ma bensì un demone dall'aspetto caprino che pretende che siano i bambini a ricoprirlo di doni la notte del 25 dicembre. Se il dono gli fosse stato rifiutato, la creatura avrebbe divorato senza pietà i piccoli. Tratto da un corto pubblicitario, Trasporto eccezionale - Un racconto di Natale, si ispira proprio a questo lato dark e misconosciuto del personaggio, dando vita ad un innocuo ma divertente horror colmo di ironia nera che sa intrattenere senza troppa fatica.

Silent Night

Ancora horror, ancora un Santa Claus assassino anche se in questo caso di origine umana. Silent Night è una saga slasher a basso costo nata nel 1984 e consistente ad oggi di ben sei titoli, l'ultimo dei quali risalente al 2012 e, a conti fatti, sorta di remake-reboot del capitolo originario. La trama infatti vede uno psicopatico Babbo Natale fare mattanza di vittime innocenti, dando il via ad una narrazione legata strettamente ad un tragico evento nel passato del serial killer natalizio. I meriti artistici non sono mai stati un elemento cardine del franchise che, pur avendo raggiunto lo status di piccolo cult di genere (almeno Oltreoceano), non si è mai elevato da uno stile rozzo e spesso gratuito, più portato a scioccare con scelte facili e violente che cercare di costruire una vicenda di tal nome. Un'anima thriller e la presenza di Malcolm McDowell nei panni dello sceriffo provano a svecchiare il canovaccio, rendendo questa nuova incarnazione un prodotto rozzo ma non privo di un malsano fascino almeno per gli appassionati del filone.

Love & Peace

Lungi svelare l'identità del Babbo Natale in quest'ultima folle opera firmata da Sion Sono, anche se il prescelto potrebbe risultare parzialmente prevedibile. Parzialmente appunto perché in questo recente titolo del cineasta nipponico convivono influenze da ogni dove che rendono la visione un continuo succedersi di sorprese in una favola magica e colorata intrisa di contagiosa e malinconica pazzia. La storia, che si concluderà proprio nel periodo natalizio, vede per protagonista un classico "perdente" con il sogno di diventare una rockstar che, in seguito all'ennesima delusione, getta nel water la sua tartarughina di compagnia. L'animale sopravvive e, vagando nelle fogne, si imbatte in una comunità gestita da un uomo che recupera giocattoli e animali abbandonati. La piccola testuggine ingoia qui per sbaglio una pillola dei desideri, augurandosi che il suo vecchio padrone possa raggiungere il successo. Risvolti paradossali, richiami ai kaiju-eiga, concerti rock e quant'altro in una narrazione eclettica e sfaccettata, ricolma anche di inaspettatamente toccanti scene madri riguardanti i giocattoli abbandonati (dotati di movenze e parola) e con un colpo di scena nell'ultima parte che giustifica la presenza di Love & Peace in questa particolarissima lista.

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