Avengers: Infinity War e la sequenza della morte degli eroi

Analizziamo insieme una delle sequenze più toccanti (e coraggiose) del film Marvel campione d'incassi Avengers: Infinity War.

Avengers: Infinity War e la sequenza della morte degli eroi
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Il Marvel Cinematic Universe, fin dal primo Iron Man, ha macinato una quantità di successi davvero fuori scala, riuscendo a tenere sempre vivo l'interesse del pubblico attraverso alcune intuizioni vincenti, soprattutto a livello di incassi.
L'idea poi di strutturare le vicende vissute dai personaggi in Fasi, con uno o più film culminati in un mega evento capace di riunire tutti i supereroi comparsi singolarmente in precedenza, ha portato l'intero Marvel Universe a dettare le regole del genere supereroistico cinematografico moderno.
Con Avengers: Infinity War, uno dei film più importanti della Fase Tre, si è deciso di sconvolgere il pubblico con una scelta tanto spiazzante quanto coraggiosa, cioè quella di far morire alcuni tra i supereroi più famosi di sempre nella celebre scena finale della pellicola, che analizzeremo qui di seguito.

La battaglia più importante fra tutte

Nella sequenza finale del film uscito nel 2018, diretto da Anthony e Joe Russo, vediamo un Thanos ormai all'apice della sua potenza intento a lottare senza esclusione di colpi per l'ultima Gemma dell'Infinito, capace di fargli ottenere un potere smisurato.
Da subito diviene chiaro il netto divario di potenza fra l'antagonista principale e i suoi avversari, in un crescendo di pathos emozionale atto a rimarcare quello che di lì a poco succederà: la fine di ogni cosa.
La lunga sequenza finale si basa così su due fronti contrapposti, dove da un lato vediamo un'enorme battaglia campale senza esclusione di colpi mentre dall'altra un piccolo gruppo di supereroi tentare di contrastare l'avanzata inarrestabile di Thanos.
Nonostante però gli sforzi, il villain principale (che in alcuni punti della pellicola assume in realtà quasi il ruolo del protagonista assoluto) continua la sua avanzata.
La potenza della scena risiede principalmente nella caratterizzazione dei personaggi, con un Capitan America che, seppur conscio di non essere in grado di affrontare un avversario ormai virtualmente invincibile, prova il tutto per tutto cercando di fermarlo a mani nude.
Wanda si ritrova a compiere un gesto estremo arrivando addirittura a disintegrare la Gemma della Mente (inserita in maniera indelebile all'interno di Visione), così da uccidere il suo amato per scongiurare definitivamente la minaccia di Thanos.

Purtroppo però, la potenza del folle titano, ormai arrivata fuori scala proprio grazie alle altre Gemme, gli permette di tornare indietro nel tempo in modo da ottenere l'ultimo potentissimo artefatto atto a compiere la sua missione primaria: cancellare metà universo.
Eppure, quando tutto sembra perduto, Thor riesce a colpire il villain con il suo Stormbreaker, ponendo di fatto fine alla folle corsa di uno dei nemici più pericolosi di casa Marvel.
Ma è proprio nel momento in cui tutto sembra finire per il meglio che in realtà accade l'impensabile: Thanos, colpito quasi a morte ma comunque ancora cosciente, riesce infine a schioccare le dita riuscendo nella sua impresa più folle e maestosa di sempre, lasciando Thor interdetto su quanto appena avvenuto.

E apocalisse fu

Il clamore della battaglia è ormai lontano. Un Capitan America sbigottito almeno quanto il suo alleato Thor si domanda che fine abbia fatto Thanos, rimanendo semplicemente spiazzato da quanto successo. Un silenzio spettrale inizia così ad avvolgere tutti gli eroi.
I protagonisti che fin lì avevano combattuto con anima e corpo per grandi ideali di giustizia iniziano improvvisamente a dissolversi, cancellati dall'esistenza in un battito di ciglia.
Per rendere ancora più drammatica la scena, gli autori hanno infatti ben pensato di "eliminare" anche alcuni tra gli eroi considerati intoccabili, così da rendere il gesto di Thanos realmente terribile agli occhi di praticamente qualunque spettatore.
Puntare invece a far sparire solo eroi di secondo piano avrebbe infatti depotenziato di molto la sequenza, scelta che, per fortuna, non è stata adottata.

Vedere Rocket Racoon impotente di fronte alla morte di Groot, così come osservare Wanda dissolversi senza possibilità di replica alcuna, sono solo alcuni dei momenti più toccanti dell'intera sequenza, capace di colpire nel profondo anche il più incallito detrattore dei film Marvel.
La scena entra poi ancora più nel vivo quando vediamo il Dottor Strange osservare Tony Stark, attraverso un dialogo che solo nel film successivo potremo comprendere nella sua interezza. Un solo modo possibile per sconfiggere Thanos, una sola infinitesimale sequenza di eventi.

Lo spostare infatti il setting dalla Terra a Titano risulta molto importante per comprendere la portata del folle gesto compiuto dall'implacabile villain, capace di travalicare i confini stessi dello spazio eliminando, di fatto, qualsiasi tipo di speranza.
Ma il punto più alto viene sicuramente raggiunto quando l'attenzione si sposta su Spider-Man e Iron-Man, ora spogliati da qualsiasi sovrastruttura supereroistica perché ritratti nella loro dimensione più fragile quanto empatica: quella umana. La morte di Peter è infatti probabilmente il momento più toccante dell'intero film.
Tony, visibilmente scioccato e distrutto per quanto appena accaduto, non può quindi che rifugiarsi in una parabola di silenzio e impotenza che lo porterà sempre più vicino all'autodistruzione.

Il grande legame empatico quanto affettivo nato tra Tony e Peter, analogo a quello tra padre e figlio, troverà la sua massima espressione proprio nei primi minuti di Avengers: Endgame, in cui lo stesso Iron-Man, una volta tornato sulla Terra ormai distrutta, farà presente a tutti di non essere riuscito a salvare Peter.
I minuti finali di Infinity War risultano così ammantati da una forte componente fatalista, capace realmente di spiazzare lo spettatore lasciandolo con un'unica, quanto inquietante, certezza: i buoni hanno perso.

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