Avengers: Infinity War, differenze tra versione originale e doppiata in italiano

L'epico crossover dei fratelli Russo è finalmente sbarcato in Italia in Blu-ray e 4K, valido motivo per recuperarlo in Versione Originale.

Avengers: Infinity War, differenze tra versione originale e doppiata in italiano
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Dopo tanta attesa, il colossale ed epico Avengers: Infinity War dei fratelli Russo è finalmente sbarcato in versione home video negli store italiani, con diversi contenuti speciali tra i quali scene eliminate, divertenti gag sul set e un paio di featurette molto interessanti.
La possibilità di stringere tra le mani in DVD, Blu-Ray o 4K Ultra HD il cinecomic dell'anno dà ovviamente occasione di rivedere più e più volte il crossover Marvel Studios, di cui tanti abbiamo parlato negli ultimi mesi, approfondendo molti aspetti di questo lavoro straordinario, dal suo incredibile protagonista-villain allo spiazzante e drammatico finale.
Averlo però a disposizione in home video prima di tutto significa poter godere della visione del film in lingua originale, in inglese, che ci dà poi la caratura di alcune interpretazioni in Performance Capture e vocali altrimenti perse nel doppiaggio, senza contare poi il lavoro di più di un attore nella levigazione dell'accento originale.
Proviamo allora in questo speciale a raccontarvi le più importanti differenze tra la versione in lingua italiana e quella originale di Avengers: Infinity War, non particolarmente critiche ma comunque significative.

Lost in translation

Partiamo dall'eccezionale prologo del film, durante il quale Fauce d'Ebano è impegnato a tessere le lodi della grandezza del suo signore, Thanos. Il più saggio dei membri dell'Ordine Nero in inglese è doppiato e interpretato in motion capture da Tom Vaughan-Lawlor, al suo primo ruolo in un franchise così importante.
Se i movimenti collaudati, eleganti e sinuosi dell'attore sono rimasti - per forza di cose - nella versione italiana, a perdersi nella traduzione è però la sua voce, più morbida e vibrante, meno ruvida. Quando parla di Thanos muovendosi tra i cadaveri della navicella spaziale, Fauce d'Ebano raggiunge punte di commozione che quasi sono impercettibili nel doppiaggio italiano, dove si legge invece più cinismo e cattiveria. È un modo diverso ma non completamente distante di leggere il personaggio nella sua vocalità.
Discorso simile vale anche per Thanos, che sappiamo essere stato interpretato interamente da Josh Brolin. Una delle featurette dei contenuti speciali è interamente dedicata alla trasposizione cinematografica del Titano Folle. In questa, i Russo spiegano come "pochi attori sarebbero stati in grado di donare veridicità, commozione e contenuto a un personaggio tanto imponente e sopra le righe", e Brolin si è dimostrato la sola scelta possibile. Vediamo l'attore tentare di costruire con Robert Downey Jr o Benedict Cumberbatch una narrazione action quanto più profonda e di sostanza insieme al reparto stunt, questo per comprendere come Thanos non sia solo un'eccezionale creazione in VFX ma abbia al suo interno un cuore pulsante e una voce vibrante.
Con tutto il bene che possiamo provare per il mitico Alessandro Rossi, che abbiamo imparato a conoscere soprattutto come doppiatore di Liam Neeson, la peculiarità del timbro di Brolin si perde completamente nel passaggio all'Italiano, rendendo la voce di Thanos decisamente diversa. In originale, l'eccezionale gestualità e tutte le micro e macro espressioni dell'attore colte in Performance Capture sono accompagnate da quello che non è doppiaggio, perché il labiale è esattamente quello di Brolin.
La recitazione ne guadagna così nelle varie sfumature che solo l'interprete è capace di donare al suo lavoro, alcune addirittura molto più sommesse di quelle poi raccontate da Rossi in italiano. Il Titano Folle risulta più reale e passabile di completa identificazione con Brolin, che si spende come stesse girando per i fratelli Coen anche nella recitazione vocale.
Dicevamo poi di alcuni attori che sono stati costretti a tornare a mascherare il loro accento originale come Benedict Cumberbatch o Tom Holland, interpreti di Doctor Strange e Spider-Man. Queste non sono novità, perché già nei loro film stand-alone hanno dovuto impegnarsi nel nascondere le proprie origini britanniche, ma restano comunque parte integrante di una recitazione ricercata che viene completamente ignorata nei passaggi doppiati, mostrandoci in sostanza solo un 70% dell'interpretazione nel suo insieme.
Questo per tacere, poi, dei soliti doppiaggi di personaggi creati invece in sola CGI come Rocket Raccoon, che ha la voce di Bradley Cooper. Ma anche qui, non è una grande novità.

Differenze invece più interessanti sono legate alla scena con i Guardiani della Galassia, Thor e l'Eitri di Peter Dinklage. Nel primo caso, infatti, c'è un momento in cui Peter tenta di imitare la voce profonda, calda e baritona del Dio del Tuono, cosa che in italiano raggiunge solo sfumature ridicole, perché si intuisce immediatamente che lo sta facendo di proposito.
In inglese, invece, la voce di Chris Pratt cerca davvero di adeguarsi al timbro di quella di Hemsworth, imitandola quasi perfettamente e dando un connotato certamente sciocco ma molto più sfumato e attento all'elemento "copia", rendendo poi la scena più divertente e meno assurda, per nulla eccessiva.
Restando fra i Guardiani, non si capisce perché il solito "Dude" con cui Pratt apostrofa soprattutto Drax diventa in alcuni casi "tipo" e in altri "zio" (imitando quanto fatto in Spider-Man: Homecoming), quando poi la traduzione più appetibile e forse giusta sarebbe "fratello" in senso amicale. Ovvio, il Dude americano ha molte sfumature, ma Zio non è certamente la migliore se messa in bocca a un quarantenne - per quanto infantile possa essere.
Parlando poi dell'Eitri di Peter Dinklage, nano gigante di Nidavellir, l'attore de Il Trono di Spade ha la voce modificata in inglese, più ridondante, cattiva, così da adeguarsi alla sua inusuale grandezza fisica - divertente la featurette in cui lo vediamo avvolto nel green screen dire "reciterò malissimo". Pino Insegno si rivela una scelta adeguata, in questo senso, ma quando una voce resta troppo riconoscibile la sospensione dell'incredulità viene un po' meno.
Per concludere, un punto a favore del doppiaggio. C'è una battuta in cui Bruce Banner dice "abbiamo due supereroi insetto?" che mette il sorriso (ma non fa propriamente ridere) e che in inglese invece è paradossalmente molto più insipida, perché Mark Ruffalo dice semplicemente: "Abbiamo uno Spider-Man e un Ant-Man?".
Il ritornello, in definitiva, è sempre lo stesso: per quanto ci sia una lavoro gigantesco in fase di doppiaggio e nonostante l'Italia possa vantare alcuni dei doppiatori migliori di tutto il globo terrestre, i film vanno visti quando possibile nelle loro versioni originali, così da non perdere tutte quelle sottigliezze che invece scompaiono nel processo di traduzione.

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