Avengers: le 10 scene più epiche dell'Infinity Saga

Ripercorriamo insieme il percorso dei Vendicatori cinematografici attraverso le sequenze più epiche ed emozionanti della saga.

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Pure se non dovesse mai più tornare sul grande schermo, il franchise di Avengers ci ha regalato momenti davvero indelebili. Dalla formazione del super gruppo nel 2012 allo scontro decisivo contro Thanos nel 2019 sono trascorsi 7 lunghi anni, dando modo al Marvel Cinematic Universe di espandersi e cambiare pelle, portando però a compimento la Saga dell'Infinito. I Vendicatori hanno di fatto indirizzato la storia del cinema di genere e mainstream lungo un intero decennio, consolidandosi sul mercato e nel cuore del grande pubblico come i personaggi più amati e visti in sala, e questo anche e soprattutto grazie al talento degli autori messi al servizio di sceneggiatura e regia.

Non sono poche le sequenze epiche, emozionanti e memorabili del franchise di Avengers, infatti, e di seguito abbiamo tentato di indicarvi quelle che a nostro avviso sono le 10 più significative, pure se rammaricati di averne escluse alcune che avremmo tanto voluto citare (ma lo facciamo: "genio, playboy, miliardario, filantropo", lo Scontro della Trinità Marvel, il Prologo di Age of Ultron, la Festa all'Avengers Tower, la Nascita di Visione; l'Incontro tra Thor e i Guardiani, e così via). Ecco quelle che ce l'hanno fatta.

Hulk spacca

Il primo Avengers è divenuto velocemente un cult tra i cinecomic. Il merito va a un mix vincente e riuscito di commedia e azione, scritto e diretto per portare sul grande schermo e con efficacia il primo vero supergruppo cinematografico. Vive quasi interamente d'ironia, costruendo lentamente epica e contenuto.

Basti pensare ad esempio al percorso del Bruce Banner/Hulk re-introdotto nel MCU proprio da Joss Whedon: le trasformazioni sono due ma centrate ed esplosive. Una delle due arriva in un momento clou, quando poi lo stesso scienziato rivela il segreto del suo controllo sul verde alter-ego ai compagni: "Io sono sempre arrabbiato". I vestiti si strappano, l'energia gamma prende il sopravvento, l'entusiasmo del pubblico è incontenibile.

Battaglia di New York

Non c'è una vera e propria sequenza da tenere in considerazione, allo scoppio della Battaglia di New York nel 2012, perché è il contesto totale a rappresentare qualcosa di avvincente e spettacolare. Soprattutto - e molto facilmente - è il momento effettivo in cui il progetto Avengers di Nick Fury diventa realtà,

I sei supereroi fondatori che tra un piano sequenza digitale e un susseguirsi di esplosioni e scazzottate sono pronti a fare gruppo e coprirsi le spalle a vicenda. Impossibile non fomentarsi, anche grazie all'aiuto del mitico tema musicale di Alan Silvestri.

Un dio gracile...

Un momento cinematografico dove la goduria e il divertimento abbracciano e poi superano l'epicità, ovviamente memorabile. La risposta della rabbia umana incarnata da Hulk contro la superbia del Dio degli Inganni, che stufo del blaterare di Loki decide di afferrarlo per una caviglia e mostrargli il significato della parola "dolore".

In fondo, qualche minuto prima che baciasse il pavimento, era stato lo stesso Iron Man ad avvertirlo: "Noi abbiamo un Hulk e nessuna paura di usarlo". Profetico.

Hulk vs Iron Man

Avengers: Age of Ultron. Ci troviamo nel primo atto del film, dopo una serie di eventi che hanno condotto i Vendicatori in Sud Africa sulle tracce dell'intelligenza artificiale ribelle. Una volta trovata, parte del gruppo subisce i poteri di manipolazione di Wanda Maximoff, compreso Bruce Banner, che trasformatosi in Hulk raggiunge la città più vicina del tutto fuori controllo.

È qui che Joss Whedon realizza una delle più belle sequenze dell'intera saga degli Avengers, nonché uno dei migliori scontri uno contro uno del MCU: il Golia Verde contro l'armatura Hulkbuster, per gli amici "Veronica". Una scena colossale girata al motto di "dormi, dormi, dormi".

"Sono nato ieri"

In questo dialogo alla fine di Age of Ultron si nasconde tutta l'intelligenza autoriale di Whedon, che confeziona qui un confronto finale tra due IA agli antipodi, una guerrafondaia e disillusa, l'altra speranzosa e pacifica. Due fratelli, maggiore e minore, che si affrontano sul piano ideologico, consapevoli di non poter fare altrimenti.

Uno ferito, l'altro in perfetta forma; il primo contro l'umanità, il secondo in sua difesa. Ultron schernisce Visione e il suo pensiero positivo sull'Uomo: "Sei ingenuo, come un bambino". Visione risponde sorridendo, prima di ucciderlo: "Beh, sono nato ieri". Ancora oggi, tra le battute più intelligenti e puntuali del franchise, bella e ricca di significato esattamente come tutto il confronto. Vogliamo ripeterlo: Age of Ultron è un film da rivalutare.

L'arrivo di Thanos

Non poteva che essere presentato con un'ode epica, Thanos. Entra in scena in Avegers: Infinity War con "la musa" Fauce d'Ebano intento a raccontarne gesta e grandezza, a tessere le lodi dell'Araldo della Morte.

Nel frastornante e spettacolare prologo del film, i fratelli Russo chiariscono due cose: il vero protagonista della storia è il Titano Folle; la sua forza è qualcosa di devastante, un avversario mai visto prima. In sostanza è un canto alla grandezza ineguagliabile del nemico posto in essere dalle sue azioni, compresa l'uccisione di Loki e la sconfitta di Hulk. Una sequenza impressionante, davvero da brividi.

Il confronto su Titano

In difesa della Gemma del Tempo, alcuni Vendicatori e i Guardiani della Galassia si ritrovano su Titano, il pianeta Natale di Thanos. Qui ingaggiano molto presto una battaglia senza esclusione di colpi contro l'avversario, in un susseguirsi spettacolare d'azione che vede 8 supereroi in difficoltà contro 1 solo nemico, per altro dotato "solo" della sua forza e della sua intelligenza.

Gli attacchi di Spider-Man, le catene e le copie di Doctor Strange, l'armatura infranta di Iron Man, un pezzetto dopo l'altro, e poi la sconfitta, il solo modo di poter vincere in un prossimo futuro. Una macro-sequenza sorprendente, forse la battaglia più importante persa dagli Avengers, quella più tragica ed essenziale.

Lo schiocco delle dita

Il piano di Thanos è quello di cancellare metà dell'esistenza dall'universo. La sua morale è però basata sull'imparzialità, convinto che non stia a lui il compito di decidere chi eliminare ma solo quello di dare il via al processo. Giudice e boia, senza giuria. Per questo l'eventuale Schiocco delle Dita ci viene immediatamente presentato come qualcosa da evitare a tutti i costi, nascondendo a Thanos le Gemme e difendendo a costo della propria vita i vari possessori delle stesse.

Ma davanti all'ineluttabilità della forza del nemico, ma pure della sua determinazione, i Vendicatori in un primo momento nulla possono contro l'avversario, anche se Thor era in procinto di ucciderlo. Lo Schiocco arriva, la musica si abbassa e metà della vita dell'Universo comincia a evaporare nel nulla. Un finale così non si era mai visto in un cinecomic. Una vetta drammaturgica sostanziale, tra le più inarrivabili del MCU.

Avengers Uniti

Cos'è il cinema? Tante cose, tanti generi, tante forme. Se parliamo però di epica cinematografica, forse è proprio questo momento fondamentale di Avengers: Endgame a rappresentare concretamente tutta la potenza artistica e commerciale della Settima Arte, momento d'unione non solo per i Vendicatori ma anche per il grande pubblico, trascinante, rinvigorente, essenziale. L'eroismo e la resistenza fluiscono dallo schermo allo spettatore, coinvolgendolo a ogni livello d'interesse e partecipazione, come fosse parte degli Avengers, pronto a seguire in battaglia Captain America e tutti gli altri supereroi.

Una scena scandita ancora una volta dalla possanza musicale delle composizioni di Silvestri, che nell'apice di "Portals" intercetta completamente il massimo del sublime cinematografico. Vista e rivsita 10, 100, 1000 volte, la scena di Avengers Assemble rimane la sequenza manifesto del franchise, qualcosa di unico e davvero irripetibile.

"Io sono Iron Man"

Ormai vicini alla fine dell'interno franchise, Thanos sembra inarrestabile. La battaglia tra i Vendicatori e l'Araldo della Morte è ormai agli sgoccioli e il Titano Folle è in procinto di schioccare nuovamente le dita. A un passo dalla sconfitta, però, Tony Stark interviene e ruba le Gemme dal Guanto dell'Infinito del nemico, incastonandole nel sua tuta nanotecnologica.

Grande esempio di eroico sacrificio per un bene superiore contro l'irrefrenabile furia della volontà castigatrice del singolo rivolta all'intero universo: uno scontro di secondi, di sguardi e intensità, dove le ultime parole di Tony risuonano perentorie nell'aria, rimanendo nella storia del genere e del cinema.

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