Aspettando Elvis: cinque biopic musicali da non perdere

Riscopriamo insieme i migliori titoli biografici dedicati ad alcune delle star della musica più amate di sempre.

Aspettando Elvis: cinque biopic musicali da non perdere
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Alcune leggende metropolitane considerano la morte di Elvis Presley soltanto una menzogna. Per loro il Re è vissuto molto più a lungo, ritiratosi chissà dove e perché, ma la verità è la fine del sovrano indiscusso del rock'n'roll arrivò per un arresto cardiaco forse causato da un abuso di barbiturici. A 45 anni dalla morte del musicista americano, però, a riportarlo in qualche modo "in vita" o alla ribalta è il biopic cinematografico firmato Baz Luhrmann e con protagonista un camaleontico Austin Butler, in arrivo al cinema il 22 giugno.

Un film atteso e discusso, questo Elvis, e interamente figlio dell'estro creativo ed esasperato dell'autore australiano che qui ha voluto creare un omaggio idolatrante, selvaggio e immaginifico su una delle leggende più amate e applaudite dell'universo musicale tutto. Non la prima a raggiungere il grande schermo sotto forma di trasposizione, comunque, spaziando per altro tra i più variopinti generi sonori. A ridosso dell'uscita di Elvis del 22 giugno, vogliamo proporvi una lista di cinque imperdibili biopic su altrettante leggendo della musica internazionale da recuperare.

Ray

Diretto nel 2004 dal regista di Ufficiale e Gentiluomo e L'avvocato del Diavolo, il film biografico dedicato alla vita del mitico Ray Charles fu un grande evento all'inizio del nuovo millennio. Ci vollero 15 anni per realizzare il progetto, soprattutto per una questione d'investimenti, e il diretto interessato fu contento della sceneggiatura e del ritratto di sé che il biopic restituiva al grande pubblico. Per l'autore Taylor Hackford si trattava di un vero passion project, finalizzato dopo anni di tentativi e ben centrato sulla vita, sulla passione e la crescita professionale e umana di Charles, tra i principali artisti jazz, blues ed r&b mai apparsi nella storia della musica, divenuto cieco all'età di 7 anni e cresciuto da una madre single e coraggiosa.

È allo stesso tempo racconto di formazione e dipinto stratificato dell'uomo e del mito, interpretato per l'occasione da un intenso Jamie Foxx, ruolo per cui ha meritato anche il suo primo e unico Oscar come Miglior Attore Protagonista. Un titolo forte di una performance straordinaria e una colonna sonora tematica trascinante. Non a caso trionfò anche nel sonoro agli Academy Awards del 2005.

8 Mile

È vero, 8 Mile di Curtis Hanson non racconta in modo diretto la storia di una leggenda della musica. Piuttosto la romanza per creare un dramma musicale ambientato nel difficile mondo del rap americano e della periferia di Detroit a metà degli anni '80. Un film cult che rappresentò nel 2002 il primo e vero e grande successo di Scott Silver, che firmò una sceneggiatura potente e passionale incentrata sulla vita Jimmy "B-Rabbit" Smith Jr, alter ego cinematografico di Eminem. La vita romanzata è infatti quella del più grande rapper bianco statunitense di tutti i tempi, e racconta soprattutto gli inizi di carriera e la ricerca di una dimensione musicale che potesse appartenergli, in cui sentirsi vivo e realizzato in uno dei quartieri più malfamati di Detroit.

Tante le scene iconiche del film (come dimenticare la battaglia rap finale) e iconica resta anche l'interpretazione di Eminem, primo e unico ruolo da protagonista mai vestito dal cantante. Un film che resta e che narra con cognizione di strumento e di causa un panorama musicale complesso infatti mai più raccontato tanto bene sul grande schermo. E Lose Yourself resta uno dei brani originali più belli mai scritti per il cinema.

Walk the Line

Oltre ad essere sincero e caloroso ritratto della vita del giovane Johnny Cash, Walk the Line di James Mangold è anche il drammatico ed emozionante racconto di una turbolenta love story, quella con June Carter, poi sua futura moglie. Il film si concentra principalmente sulla travagliata vita del cantautore country, sulla dipendenza di droghe e alcool e sulla sua ascesa nel panorama internazionale di genere appena ventenne.

A vestire i panni di Cash un'incredibile e carismatico Joaquin Phoenix che insieme a Reese Whiterspoon crea un'alchimia su schermo davvero romantica e per certi versi straziante. Mangold confeziona un film di grandiosa potenza espressiva musicale, dove tutto è suono e preciso componimento artistico, emozionante e travolgente, che sa essere vero e crudele come la vita stessa. Fino a uno dei più bei finali che il sottovalutato cinema mangoldiano ha mai saputo regalare.

Rocketman

Rocketman è un'esperienza cinematografica incalzante, pensata per essere musical biografico e non biopic musicale (non perdete la nostra recensione di Rocketman). La differenza è semplice: nel primo caso tutto diventa immaginifico e il racconto passa anche attraverso la musica stessa, in senso diegetico alla narrazione. Ed il film di Dexter Fletcher non solo è immaginifico ma esprime perfettamente l'intera anima artistica e umana di Elton John, specie la sua eccentricità e l'amore per un gusto eccessivo seppure elegante, del tutto riconoscibile e ispirato.

Di fascino e caratura pop-rock, John mancò l'etichetta glam di un soffio perché talento unico del pianoforte, suo fedele e inestimabile compagno. Rocketman è inventivo, virtuoso, trascinante e stracolmo d'iconicità, per altro interpretato splendidamente da un Taron Egerton in stato di grazia, voce e fisicità comprese. Uno dei migliori e più affascinanti e riusciti biopic dell'ultimo decennio.

Amadeus

Provocatorio, geniale, infuocato, divertente eppure straordinariamente drammatico. Amadeus del compianto Milos Forman resta ancora oggi uno dei biopic più creativi e puntuali della storia del cinema, quasi per nulla attinente alla veridicità storica che circondava la vita di Wolfgang Amadeus Mozart (proprio come l'opera teatrale di Peter Shaffer da cui è tratto) ma avventato quanto basta per raccontarne sfrontatezza, talento e unicità in un lungometraggio di passione e rivalità. Ogni sequenza è accompagnata da una delle magistrali composizioni del maestro austriaco, interpretato come "avversario e secondo" da Tom Hulce, con la virtù dell'arroganza tipica dell'ingegnosa follia.

Punta di diamante è il racconto del suo immaginario rivale, Antonio Salieri, nei cui panni si cela un eccellente e indimenticabile F. Murray Abraham anche vincitore del premio Oscar come Miglior Attore Protagonista. Un esempio di punto di vista narrativo ripreso molti anni dopo da Lin Manuel Miranda nel suo Hamilton, che tanto ha in effetti di Amadeus (riscopritelo nella nostra recensione di Hamilton).

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