Speciale Arrietty - Conferenza Stampa

Il nuovo film dello Studio Ghibli presentato dai suoi creatori.

Speciale Arrietty - Conferenza Stampa
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Lo Studio Ghibli è pronto ad affascinare nuovamente il pubblico di tutto il mondo con un nuovo incantevole film di animazione. Questa volta si tratta di Arrietty (Karigurashu no Arrietty), diretto da Hiromasa Yonebayashi e sceneggiato dal maestro Hayao Miyazaki e Keiko Niwa. Il film è basato sul romanzo The Borrowers di Mary Norton, la stessa autrice che nel 1973 ha ispirato la Disney per la creazione di Pomi d'ottone e manici di scopa. A dare voce al mondo dell'animazione made in Japan sono il regista e il produttore esecutivo della pellicola Koji Hoshino.

L'eredità del Maestro

Il film è descrivibile con un solo aggettivo: incantevole. Non solo perché è un bel film, ma proprio perché l'incanto è uno dei punti di forza dello Studio Ghibli. Com'è stato l'incontro tra l'animazione giapponese e una sensibilità occidentale, britannica, come quella di Mary Norton?
HY: Quando mi è stato proposto questo film io non avevo nessuna esperienza come regista. Avevo sempre lavorato come animatore. Poi ho letto il romanzo di Mary Norton è ho deciso che valeva la pena intraprendere questa nuova strada per farne una trasposizione animata. Mi ha stupito molto il modo delicato in cui venivano descritte le peripezie di questi piccoli esseri nel mondo degli umani. Però abbiamo voluto cambiare l'ambientazione e trasportarla in Giappone, mantenendo tutti gli altri elementi come nella versione originale.

Inizialmente Arrietty era stato annunciato come un progetto di Miyazaki. Qual è stato poi il suo ruolo nella produzione del film?
KH:
Arrietty è un progetto nato circa quarant'anni fa da Miyazaki e il suo collega e grande amico Isao Takahata. All'epoca però non riuscirono a realizzarlo e quindi è rimasto incompiuto per tutto questo tempo. Nel 2008, subito dopo l'uscita di Ponyo, Miyazaki si consultò con il produttore Toshiro Suzuki sul soggetto da prendere in considerazione per il successivo progetto e lui gli propose questo libro di Mary Norton. È curioso come si trattasse della stessa storia da cui Miyazaki era già stato affascinato quaranta anni prima.

Qual è stata la difficoltà di raccogliere l'eredità di Miyazaki?
HY:
Non è stato per niente facile, ma mi sono concentrato sul creare un film che fosse tecnicamente ben fatto e che potesse raccogliere l'eredità della tradizione dello Studio Ghibli. La sceneggiatura del film è comunque stata scritta da Miyazaki e gran parte della crew che ha lavorato al progetto fa parte di quella cerchia che lavora personalmente con lui da oltre dieci anni. Questa è stata un'occasione per loro e per me di dimostrare la nostra abilità.

L'importanza della comunicazione

Quanto del libro originale è rimasto nel film e quanto invece è frutto di lavoro di sceneggiatura?
HY:
Una delle cose che volevamo assolutamente mantenere era lo stile di vita di questi omini e il loro modo di vedere il mondo degli esseri umani. Per esempio nella scena in cui Arrietty esce fuori in giardino per la prima volta e il sole penetra tra le foglie, o le gocce di pioggia che scivolano pesanti sulle foglie. Si tratta di dettagli visivi che si adattano molto bene all'animazione. Invece abbiamo aggiunto la parte sul rapporto tra Arrietty e Sho per accentuare il messaggio che volevamo dare al film: l'importanza della comunicazione tra esseri diversi.

Il centro della storia è quindi la comunicazione: c'è qualcosa di più nascosto dietro questo? Si tratta di un messaggio sulle differenze sociali della nostra società o si tratta solo di un rapporto di amicizia?
HY:
Arrietty e Sho sono due individui che sono vissuti in due mondi differenti, con abitudini e comportamenti diversi e questo ci permette di mostrare il mondo da due diversi punti di vista. La trovo una delle cose più stimolanti di questo film. Il romanzo è stato scritto nel 1952 e personalmente ho recepito la coscienza dell'esperienza della Seconda Guerra Mondiale. Gli esseri umani sono descritti come duri e pericolosi... questa è una delle cose che non abbiamo voluto mantenere. Abbiamo reso gli uomini più vicini a quelli della nostra società.

Arrietty è un film giapponese basato su un libro inglese. Qual è secondo lei il rapporto tra animazione orientale e animazione occidentale?
HY:
Prima di iniziare a lavorare al progetto ho avuto occasione di vedere il film americano tratto da questo romanzo, ma ho voluto creare qualcosa di originale. Inoltre la precedente trasposizione era in live action. Io credo che l'animazione offra possibilità diverse di trasposizione in immagini che non dipendono dall'origine geografica.

In originale questi omini vengono chiamati "The Borrowers", ovvero letteralmente persone che prendono in prestito. Crede che questa sia una buona alternativa al consumismo della società moderna?
HY:
Miyazaki voleva comunicare proprio questo messaggio. Ma non si tratta solo di proporre questo concetto del prendere in prestito le cose. I Rubacchiotti li prendono e poi ne cambiano l'utilizzo. Si tratta quindi di modificare in modo creativo quello che si è preso in prestito.

I maligni hanno detto che UP ha più di un debito con Il Castello Errante di Howl. Lei ha la stessa sensazione?
KH:
Lo Studio Ghibli e la Pixar si apprezzano e imitano a vicenda. Non c'è competizione tra di loro, anzi si tratta di un rapporto continuo di influenza reciproca.

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