L'armatura al chiodo: il ritorno di Robert Downey Jr. in Dolittle

Dopo cinque anni di presenza scenica negli esclusivi panni di Iron Man, Robert Downey Jr. torna finalmente in un nuovo ruolo da protagonista.

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L'ultimo ruolo da protagonista di Robert Downey Jr. fuori dagli argini del Marvel Cinematic Universe risale al 2014, all'emozionante The Judge di David Dobkin. Da Avengers: Age of Ultron fino ad Avengers: Endgame, per cinque lunghi e ricchissimi anni, l'amato interprete di Tony Stark / Iron Man ha dedicato poi la sua carriera all'evoluzione di quel personaggio che nel 2006 lo riportò ai fasti della scena mediatica e cinematografica, consacrandolo come uno degli attori più richiesti, stimati e pagati della storia della settima arte.
Con l'entusiasmante e memorabile conclusione dell'Infinity Saga, però, Downey Jr. ha chiuso definitivamente i conti con il suo "genio, miliardario, playboy, filantropo", serrando un cerchio pluri-decennale con un'attestazione di forza e saggezza che ancora adesso, a mesi di distanza dall'uscita nelle sale di Endgame, si fa fatica a dimenticare.

Il momento di voltare pagina è però ormai arrivato e la star ha deciso di guardare al prossimo capitolo della sua vita lavorativa appendendo l'armatura al chiodo e circondandosi di animali nei panni del Dottor Dolittle. Non quello di Eddie Murphy nel film di Betty Thomas ma quello originale, creatura letteraria di Hugh Lofting già adattato nel 1967 nel Favoloso Dottor Dolittle da Richard Fleischer, dunque eccentrico e brillante avventuriero dell'Inghilterra Vittoriana. E dal primo trailer ufficiale sembra già una scommessa interessante.

Al servizio di sua maestà

Quella del Dottor Dolittle è una saga lunga 14 libri, ognuno dedicato a una diversa avventura. Lofting scriveva soprattutto per i bambini o i ragazzi, il che rende Dolittle un personaggio ampiamente positivo, eccentrico, divertente ma anche emozionante, sagace, profondamente british proprio come il suo creatore.
Più di ogni animale caricaturale in una CGI ancora da modellare, dall'Orso Polare (doppiato da John Cena) al Gorilla (Rami Malek), dell'impianto action accentuato rispetto al film del '67, a sorprendere sopra ogni altra cosa è rivedere Downey Jr. in un ruolo che sembra la summa dei suoi Chaplin, Tony Stark e Sherlock Holmes, per giunta con un ben ritrovato accento britannico.
È un modo di recitare che ha ormai cucito addosso ma che sa plasmare a seconda delle esigenze, risultando a volte più acuto e arrogante, altre stravagante e geniale e altre ancora caricaturale, fuori dai personaggi drammatici o di fantasia più canonici, se vogliamo.
Ma questo già da Kiss, Kiss, Bang, Bang o da Zodiac, prima ancora di abbracciare definitivamente una dimensione anticonformista a lui più adatta in Iron Man. Robert Downey Jr. non interpreta questi personaggi perché lui è questi personaggi: li vive e li abita come se abitasse se stesso, mettendoci tanto della sua personalità, del suo modo di affrontare la quotidianità, del suo vissuto.

Certo, non conosce 500 lingue comprese quelle animali come il Dottor Dolittle, ma le emozioni provate, l'amore per il prossimo, quella maschera di snobismo involontaria dietro a cui sembra nascondere ogni sua creatura cinematografica provengono dalle sue esperienze dirette e dal suo modo di essere, ed è forse per questo che risulta infallibile in simili ruoli.

Messo poi alle prese con un viaggio ai confini del mondo per trovare una cura per la Giovane Regina d'Inghilterra, circondato da amici pelosi che fungono da consiglieri e guardie del corpo, amici burloni e saccenti quadrupedi, l'attore sembra trovarsi a proprio agio nell'esagerare in modo interpretativamente composto e ricercato, motivo che ci spinge a pensare a un'altra performance interessante e tutta da gustare.
Dolittle arriverà nelle sale italiane soltanto il 30 gennaio, ma siamo certi che si tornerà a parlare preseto di questo inatteso blockbuster da qualche parte tra Vita di Pi, Sherlock e Indiana Jones.

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