Tutti i fan dell'MCU conoscono lo scandalo VFX che ha colpito Marvel negli ultimi mesi: paghe da fame per gli artisti degli effetti speciali, orari di lavoro insostenibili e una vera e propria "lista nera" per chi non lavora secondo i tempi dei Marvel Studios. Si tratta in gran parte di accuse esagerate, in molti casi già confutate e che, comunque, non si sono mai trasformate in veri e propri procedimenti legali contro la Casa di Topolino e le sue succursali. Intanto, però, sembra che la qualità degli effetti speciali dei Marvel Studios sia tornata a migliorare: dopo la discutibile CGI di Thor Love and Thunder (corretta nella release su Disney+ della pellicola), sia Black Panther: Wakanda Forever che Ant-Man and The Wasp: Quantumania sembrano aver (ri)alzato l'asticella. Proprio nell'ultimo film dedicato a Scott Lang vediamo un Regno Quantico mozzafiato, realizzato in CGI per la maggior parte: ma come è stato possibile, per Peyton Reed e compagnia, giungere ad un risultato di tale livello?
Capsule Petri, microscopi elettronici e telescopi
L'approccio dei Marvel Studios al Regno Quantico è stato "scientifico" e analitico. Per prima cosa, dobbiamo chiederci cosa sia, in effetti, il Regno Quantico: stiamo parlando di un mondo fuori dal tempo e dallo spazio, dove questi ultimi non scorrono come nel resto dell'universo.
Inoltre, esso è uno spazio minuscolo, che si trova negli spazi subatomici tra le particelle e che è a sua volta composto da una serie di mondi separati ma sovrapposti l'uno all'altro. Ebbene, l'idea dei Marvel Studios è stata quella di giocare sulle minuscole dimensioni del Regno Quantico a confronto con il mondo reale e sulla discrasia tra queste ultime e l'ampiezza degli spazi che si trovano al suo interno. Per questo, ad esempio, il Regno Quantico non ha un cielo, non ha un sole e non ha delle stelle, che non possono essere visibili in una regione fuori dallo spazio-tempo. La geografia del mondo è stata ispirata dai frattali e dalle biforcazioni geometriche, che a loro volta forniscono luminosità alle scene del film, facendo dimenticare la mancanza di soli, lune e altre costellazioni nella volta celeste. Questi pattern, ha spiegato l'Art Director Will Htay, sono stati pensati dal team dei concept artist al lavoro sul film osservando il mondo con un microscopio elettronico e notando come vi siano delle geometrie ricorrenti a livello molecolare. Non solo: alcuni fondali del film, come il cielo della notte dell'arrivo di Kang nel Regno Quantico, non sono stati realizzati in CGI. Al contrario, si tratta di vere e proprie fotografie a delle Piastre di Petri nelle quali sono stati inseriti dei coloranti chimici.
Meno scienza e più fantasia sono invece finite nei design della flora e della fauna del Regno Quantico. La mano umana, in questo caso, si sente, come si sentono forti e chiare le influenze dei capostipiti del genere fantascientifico e delle pellicole più recenti. Per esempio, il Regno Quantico ricorda il pianeta di Avalonia del colossale flop Disney Strange World, mentre i costumi e gli animali incontrati da Janet, Hank e Hope rievocano immediatamente un ibrido tra la saga di Avatar e quella di Dune.
Certo, anche in questi casi è il nonsense a farla da padrone, con organismi biologici "impossibili" in condizioni normali, ma la coerenza artistica del Regno Quantico fa invidia a diverse altre serie sci-fi, che proprio sulla "naturalezza" dei loro habitat fanno enorme affidamento per favorire l'immersione dello spettatore. Non solo: l'intero Regno rispetta le leggi della fisica quantistica, o quantomeno della fisica quantistica "distorta" del mondo Marvel, che permette i viaggi nel tempo e l'ingrandimento e la miniaturizzazione delle persone. Per chi se lo fosse perso, addirittura, il trasmettitore di Cassie per il Regno Quantico viene definito da Hank come un telescopio Hubble subatomico, poiché capace di "mappare" il microcosmo Marvel esattamente come il progetto NASA e ESA fa per lo spazio profondo. Una citazione che farà felici tutti gli science nerds là fuori, insomma.
Un mondo vivo: gli abitanti del Regno Quantico
Benché il Regno Quantico abbia delle "regole" di base che ne orientano il funzionamento, scienza e arte si mescolano senza soluzione di continuità al suo interno.
Proprio per questo, gli abitanti del Regno Quantico sono diversissimi tra loro, al punto che i concept artist spiegano di aver voluto sperimentare con personaggi completamente diversi tra loro anche dal punto di vista stilistico, come gli umani Jentorra e Quaz, la melma "senza buchi" Veb, un uomo-broccolo e persino alcuni robot umanoidi con design pienamente steampunk, come Xolum. L'idea dei designer era che il Regno Quantico avesse razze e fazioni che si sovrapponessero alla guerra tra la Resistenza e Kang il Conquistatore, come in ogni buon kolossal sci-fi che si rispetti. Le premesse (e la ricerca dietro al microcosmo Marvel) sembrano così solide che l'idea di una serie TV che esplori il Regno Quantico e i suoi abitanti sembra ora più intrigante che mai: possibile che un ritorno sul piano sub-dimensionale dell'MCU sia già stato previsto? D'altro canto, con l'uscita del film sui Fantastici 4 nel 2025, un'altra "incursione" nel mondo subatomico non sembra così improbabile.
A rendere ancora più vibrante il Regno Quantico è stata una precisa scelta dell'artista Conor O'Sullivan, che si è occupato del trucco e delle protesi di Ant-Man 3: l'obiettivo di O'Sullivan era quello di ridurre al minimo l'uso della CGI per i personaggi, agendo invece sugli impianti prostetici di attori e comparse. Una decisione che sembra aver pagato, caratterizzando alcune "razze" del mondo esplorato da Scott, Cassie e Hope. Per esempio, sono completamente umanoidi i "Mistici", di cui fa parte anche Quaz, il telepate che accompagna Jentorra e che sembra guidare la Resistenza insieme a lei. Anche gli esseri non-umanoidi, poi, hanno delle forti basi scientifiche: per esempio, La melma Veb è basata su un cefalopode, ovvero su quei molluschi privi di ossatura interna come i polpi e le seppie. Xolum, l'essere che più di tutti adotta l'estetica steampunk, è ispirato ad una Supernova, e per questo ha una vera e propria stella al posto della testa.
Accanto a tutti questi personaggi e fazioni, poi, troviamo lo "Steel Group": si tratta del gruppo di esseri in cui rientrano quasi tutte le comparse della Resistenza, che si caratterizzano per un costume semplice, sui toni del grigio e del nero e che, nell'ottica dei concept artist del film, dovrebbero rappresentare gli Ewok dell'MCU, con un chiaro riferimento a Star Wars. Ciò che rende il Regno Quantico inimitabile, però, è la sua incredibile capacità di giustapporre influenze, citazioni e stili diversissimi tra loro in ogni istante, creando un mix di design diversi, di scienza e arte, di idee ripescate dalla storia del genere sci-fi che rendono Ant-Man and The Wasp: Quantumania uno dei film più intriganti di tutto l'MCU, soprattutto dal punto di vista visivo.
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L'estetica del Regno Quantico di Ant-Man and The Wasp è stupefacente: scopriamo i suoi segreti di ibrido tra arte, scienza e fantascienza.
Tutti i fan dell'MCU conoscono lo scandalo VFX che ha colpito Marvel negli ultimi mesi: paghe da fame per gli artisti degli effetti speciali, orari di lavoro insostenibili e una vera e propria "lista nera" per chi non lavora secondo i tempi dei Marvel Studios. Si tratta in gran parte di accuse esagerate, in molti casi già confutate e che, comunque, non si sono mai trasformate in veri e propri procedimenti legali contro la Casa di Topolino e le sue succursali. Intanto, però, sembra che la qualità degli effetti speciali dei Marvel Studios sia tornata a migliorare: dopo la discutibile CGI di Thor Love and Thunder (corretta nella release su Disney+ della pellicola), sia Black Panther: Wakanda Forever che Ant-Man and The Wasp: Quantumania sembrano aver (ri)alzato l'asticella. Proprio nell'ultimo film dedicato a Scott Lang vediamo un Regno Quantico mozzafiato, realizzato in CGI per la maggior parte: ma come è stato possibile, per Peyton Reed e compagnia, giungere ad un risultato di tale livello?
Capsule Petri, microscopi elettronici e telescopi
L'approccio dei Marvel Studios al Regno Quantico è stato "scientifico" e analitico. Per prima cosa, dobbiamo chiederci cosa sia, in effetti, il Regno Quantico: stiamo parlando di un mondo fuori dal tempo e dallo spazio, dove questi ultimi non scorrono come nel resto dell'universo.
Inoltre, esso è uno spazio minuscolo, che si trova negli spazi subatomici tra le particelle e che è a sua volta composto da una serie di mondi separati ma sovrapposti l'uno all'altro. Ebbene, l'idea dei Marvel Studios è stata quella di giocare sulle minuscole dimensioni del Regno Quantico a confronto con il mondo reale e sulla discrasia tra queste ultime e l'ampiezza degli spazi che si trovano al suo interno. Per questo, ad esempio, il Regno Quantico non ha un cielo, non ha un sole e non ha delle stelle, che non possono essere visibili in una regione fuori dallo spazio-tempo. La geografia del mondo è stata ispirata dai frattali e dalle biforcazioni geometriche, che a loro volta forniscono luminosità alle scene del film, facendo dimenticare la mancanza di soli, lune e altre costellazioni nella volta celeste. Questi pattern, ha spiegato l'Art Director Will Htay, sono stati pensati dal team dei concept artist al lavoro sul film osservando il mondo con un microscopio elettronico e notando come vi siano delle geometrie ricorrenti a livello molecolare. Non solo: alcuni fondali del film, come il cielo della notte dell'arrivo di Kang nel Regno Quantico, non sono stati realizzati in CGI. Al contrario, si tratta di vere e proprie fotografie a delle Piastre di Petri nelle quali sono stati inseriti dei coloranti chimici.
Meno scienza e più fantasia sono invece finite nei design della flora e della fauna del Regno Quantico. La mano umana, in questo caso, si sente, come si sentono forti e chiare le influenze dei capostipiti del genere fantascientifico e delle pellicole più recenti. Per esempio, il Regno Quantico ricorda il pianeta di Avalonia del colossale flop Disney Strange World, mentre i costumi e gli animali incontrati da Janet, Hank e Hope rievocano immediatamente un ibrido tra la saga di Avatar e quella di Dune.
Certo, anche in questi casi è il nonsense a farla da padrone, con organismi biologici "impossibili" in condizioni normali, ma la coerenza artistica del Regno Quantico fa invidia a diverse altre serie sci-fi, che proprio sulla "naturalezza" dei loro habitat fanno enorme affidamento per favorire l'immersione dello spettatore. Non solo: l'intero Regno rispetta le leggi della fisica quantistica, o quantomeno della fisica quantistica "distorta" del mondo Marvel, che permette i viaggi nel tempo e l'ingrandimento e la miniaturizzazione delle persone. Per chi se lo fosse perso, addirittura, il trasmettitore di Cassie per il Regno Quantico viene definito da Hank come un telescopio Hubble subatomico, poiché capace di "mappare" il microcosmo Marvel esattamente come il progetto NASA e ESA fa per lo spazio profondo. Una citazione che farà felici tutti gli science nerds là fuori, insomma.
Un mondo vivo: gli abitanti del Regno Quantico
Benché il Regno Quantico abbia delle "regole" di base che ne orientano il funzionamento, scienza e arte si mescolano senza soluzione di continuità al suo interno.
Proprio per questo, gli abitanti del Regno Quantico sono diversissimi tra loro, al punto che i concept artist spiegano di aver voluto sperimentare con personaggi completamente diversi tra loro anche dal punto di vista stilistico, come gli umani Jentorra e Quaz, la melma "senza buchi" Veb, un uomo-broccolo e persino alcuni robot umanoidi con design pienamente steampunk, come Xolum. L'idea dei designer era che il Regno Quantico avesse razze e fazioni che si sovrapponessero alla guerra tra la Resistenza e Kang il Conquistatore, come in ogni buon kolossal sci-fi che si rispetti. Le premesse (e la ricerca dietro al microcosmo Marvel) sembrano così solide che l'idea di una serie TV che esplori il Regno Quantico e i suoi abitanti sembra ora più intrigante che mai: possibile che un ritorno sul piano sub-dimensionale dell'MCU sia già stato previsto? D'altro canto, con l'uscita del film sui Fantastici 4 nel 2025, un'altra "incursione" nel mondo subatomico non sembra così improbabile.
A rendere ancora più vibrante il Regno Quantico è stata una precisa scelta dell'artista Conor O'Sullivan, che si è occupato del trucco e delle protesi di Ant-Man 3: l'obiettivo di O'Sullivan era quello di ridurre al minimo l'uso della CGI per i personaggi, agendo invece sugli impianti prostetici di attori e comparse. Una decisione che sembra aver pagato, caratterizzando alcune "razze" del mondo esplorato da Scott, Cassie e Hope. Per esempio, sono completamente umanoidi i "Mistici", di cui fa parte anche Quaz, il telepate che accompagna Jentorra e che sembra guidare la Resistenza insieme a lei. Anche gli esseri non-umanoidi, poi, hanno delle forti basi scientifiche: per esempio, La melma Veb è basata su un cefalopode, ovvero su quei molluschi privi di ossatura interna come i polpi e le seppie. Xolum, l'essere che più di tutti adotta l'estetica steampunk, è ispirato ad una Supernova, e per questo ha una vera e propria stella al posto della testa.
Accanto a tutti questi personaggi e fazioni, poi, troviamo lo "Steel Group": si tratta del gruppo di esseri in cui rientrano quasi tutte le comparse della Resistenza, che si caratterizzano per un costume semplice, sui toni del grigio e del nero e che, nell'ottica dei concept artist del film, dovrebbero rappresentare gli Ewok dell'MCU, con un chiaro riferimento a Star Wars. Ciò che rende il Regno Quantico inimitabile, però, è la sua incredibile capacità di giustapporre influenze, citazioni e stili diversissimi tra loro in ogni istante, creando un mix di design diversi, di scienza e arte, di idee ripescate dalla storia del genere sci-fi che rendono Ant-Man and The Wasp: Quantumania uno dei film più intriganti di tutto l'MCU, soprattutto dal punto di vista visivo.
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