Speciale Another Earth

In che modo nasce un film come Another Earth?

Speciale Another Earth
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“Nella grandiosa storia del cosmo, che vive da oltre tredici miliardi di anni, la nostra Terra si è duplicata altrove. C’è qualcuno identico a te, da qualche parte nello spazio”
-- Voce narrante, Another Earth

Che cosa faresti se incontrassi un’altra versione di te? Coglieresti l’occasione di una vita diversa, in un altro posto? Saresti curioso o spaventato? E cosa, eventualmente, ti fermerebbe?
Another Earth, l’originale e provocatorio film di esordio alla regia di Mike Cahill, racconta la commovente storia di Rhoda Williams (Brit Marling), una brillante giovane donna che cerca di superare una terribile tragedia. Il suo mondo è come il nostro, con l’unica differenza che di notte, un misterioso pianeta del tutto simile alla Terra - denominato infatti Terra 2 - appare nel cielo ed incombe come uno specchio gigantesco sospeso sopra il nostro pianeta.
Per Rhoda, questo strano e ignoto pianeta - che secondo gli scienziati presenta una realtà parallela - rappresenta la sua ultima speranza. La donna, vittima di uno sconvolgente incidente che ha spezzato per sempre il suo sogno di diventare un’astrofisica, non vede più un senso nel futuro. Spinta solo dalla necessità di confrontarsi con il suo passato, Rhoda un giorno capita alla porta dell’uomo a cui ha cambiato inesorabilmente la vita: il noto compositore John Burroughs (William Mapother).
Entrambi sconnessi, sfiduciati e incerti rispetto alla loro identità, queste due anime perse si avventurano in una storia d’amore improbabile e rischiosa. Ma quando a Rhoda verrà offerta l’incredibile possibilità di visitare la Terra 2, emergeranno le reciproche verità nascoste a cui farà seguito un grande quesito: e se il più grande mistero del mondo fossimo proprio noi?
Another Earth, reduce da un grande successo al Sundance Film Festival di quest’anno, ha ricevuto l’Alfred P. Sloan Prize per gli interessanti temi di scienza e tecnologia di cui tratta, nonché il Premio Speciale della Giuria.

Il potere di una storia “filosofica”

Another Earth, che segna il debutto alla regia di Mike Cahill, esplora il regno della cosiddetta ‘fiction speculativa’ (che esplora argomenti di fantascienza, horror, soprannaturali e apocalittici) inoltrandoci nei meandri profondi e misteriosi del cuore umano. Sullo sfondo di una fantasiosa Terra alternativa e di una indagine nello spazio senza precedenti, assistiamo alla drammatica relazione di due persone proiettate in un viaggio più intimo e personale, che si confrontano con i sentimenti del rimorso, della rabbia, del perdono, della speranza e della pura meraviglia.
Cahill, che ha scritto la sceneggiatura insieme alla protagonista femminile del film, Brit Marling, racconta come tutto abbia avuto inizio dall’idea dei sosia, cioè di qualcuno che - da qualche parte nell’universo - è identico a noi ma che non necessariamente conduce la nostra stessa esistenza. Da qui è nato l’impressionante concetto di una seconda Terra che appare nel nostro cielo, spazzando via per sempre il dubbio di essere gli unici abitanti dell’universo.
“Tutto è iniziato con la domanda: cosa proverebbe qualcuno se incontrasse un altro se stesso?” si chiede Cahill. “Cosa proverebbe vedendo esternati tutti i suoi sentimenti attraverso un altro essere che si materializza fisicamente di fronte a se stesso? Vorrebbe conoscere quella persona? Come si sentirebbe? Riuscirebbe a perdonare quella persona per tutto ciò che ha fatto? Questa era l’idea da cui siamo partiti, quindi l’abbiamo sviluppata, e il risultato finale è che un intero mondo è costretto a confrontarsi con un altro pianeta identico a sé”.

Terra 2

Questa idea si intreccia con la vicenda più realistica e drammatica di una promettente giovane donna che fin da bambina sogna di diventare astrofisica ma la cui vita a un certo punto subisce un cambiamento radicale. Ma da quando Terra 2 è apparsa improvvisamente nel cielo, questa donna inizia a chiedersi se esiste forse un’alternativa di vita per lei, la possibilità di cancellare l’imperdonabile errore che le ha sconvolto l’esistenza.
“Volevamo esplorare il concetto della possibilità di una seconda chance nella vita”, dice Cahill. “Tutti noi attraversiamo momenti in cui ci chiediamo: cosa sarebbe accaduto se le cose fossero andate diversamente? Nel film la domanda è: cosa succederebbe se un vostro sosia seguisse una strada alternativa, forse quella ideale? Quanto sarebbe diversa quella persona? La sua vita sarebbe migliore della nostra? Ci siamo resi conto che il sosia di qualcuno che conduce un’ideale vita alternativa non avrebbe avuto l’impatto che cercavamo. Le persone non sanno che tipo di vita conduce il proprio sosia nel film, non lo sanno fino al momento in cui non lo incontrano”.
Cahill e Marling avevano già collaborato in un documentario ma questa volta si trattava di una sfida completamente diversa, che li avrebbe spinti ad esplorare un campo del tutto nuovo. Al posto di seguire schemi ormai superati, i due filmmakers si sono lasciati guidare dall’intuizione, dalla spontaneità e da uno stile asciutto e contenuto.
“E’ davvero un film unico”, dichiara Marling. “La nostra intenzione era quella di stimolare la fantasia del pubblico, di incoraggiare il suo stupore. Il film ci porta lontano dalla nostra vita ‘mondana’, catapultandoci in un mondo in cui tutto è possibile, compresa una realtà alternativa alla nostra. L’altra Terra diventa lo specchio di noi stessi, della nostra cultura, della nostra esistenza e ci costringe al confronto”.
Cahill è contento che nessuno possa realmente individuare che genere di film sia Another Earth, perché uno dei suoi obiettivi era proprio quello di realizzare un film sul senso dell’immenso mistero dell’universo.
“Another Earth è un film di fantascienza? Un dramma dai risvolti romantici? O piuttosto una storia di redenzione personale? Anche se avete già letto qualcosa del film che vedrete, sicuramente vi renderete conto di ciò che avete visto solo quando scorreranno i titoli di coda”, dichiara Cahill.

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