Angelina Jolie si racconta: la Cambogia, la regia e un film in arrivo su Netflix

Angelina Jolie ha presentato al Telluride Film Festival il suo nuovo Per primo hanno ucciso mio padre, disponibile dal 15 settembre su Netflix.

Angelina Jolie si racconta: la Cambogia, la regia e un film in arrivo su Netflix
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Il 2016 non è stato di certo un anno facile per Angelina Jolie. Come ben saprete l'attrice ha infatti divorziato dal marito Brad Pitt, un avvenimento ben più tragico di come i settimanali rosa lo abbiano dipinto. La coppia è finita in tribunale per l'affidamento legale dei sei figli, una disputa durata per settimane con accuse anche pesanti (alcolismo e violenze domestiche) ai danni dell'attore americano. La questione si è poi risolta, almeno legalmente, tutto questo circo mediatico ed emotivo ha però tenuto lontana dal set la bella Angelina per un intero anno, solo oggi è finalmente pronta a riprendere il lavoro a pieno ritmo. L'attrice e regista lo ha confessato all'Hollywood Reporter durante un incontro al Telluride Film Festival, dove ha presentato in anteprima Per primo hanno ucciso mio padre (First They Killed My Father). Il film uscirà in alcuni teatri americani selezionati e sarà disponibile su Netflix a partire dal prossimo 15 settembre, come si svilupperà invece il prossimo futuro professionale della Jolie?

Regia a tempo pieno

L'attrice non ha parlato esplicitamente dei progetti che ha intenzione di intraprendere, anche se la realizzazione del sequel di Maleficent è già in atto e la terrà occupata almeno fino a fine anno. Fra le nuove proposte ci sarebbe anche una sceneggiatura dedicata a Cleopatra, ma nulla è sicuro. Sicuramente però ha detto a Stephen Galloway del THR che in futuro ha intenzione di lasciare la recitazione per dedicarsi a tempo pieno alla regia - ovviamente secondo le possibilità. La Jolie si trova davvero a suo agio dietro la macchina da presa, lo ha dimostrato con Nella terra del sangue e del miele (In the Land of Blood and Honey) nel 2011, con Unbroken nel 2014, By the Sea nel 2015 e ora in Per primo hanno ucciso mio padre per l'appunto, dove coniuga la sua passione cinematografica con l'attivismo civile. L'artista infatti nutre un amore particolare per la Cambogia, una terra spesso massacrata e violentata, dove la sofferenza della gente e la bellezza della natura procedono spesso di pari passo. Il libro è tratto dal libro autobiografico Il lungo nastro rosso di Loung Ung, che figura anche come co-sceneggiatrice e produttrice esecutiva del film.


Fuga, morte e miseria

Le due donne sono arrivate insieme al Telluride Film Festival, dove hanno raccontato la loro amicizia lunga 16 anni e i tremendi fatti che hanno ispirato il libro prima, il film poi. Si parla del genocidio cambogiano avvenuto tra il 31 dicembre 1977 e il 6 gennaio 1979, avvenimento considerato come unico e senza precedenti nella storia dell'umanità. Di dimensioni talmente vaste che ancora oggi non si conosce il numero preciso delle vittime, che spazia da 800.000 a oltre 3 milioni (2 milioni e mezzo secondo lo stesso dittatore deposto Lon Nol, 1 milione 400.000 secondo Amnesty International). Nel conteggio bisogna inserire non solo le esecuzioni dei Khmer Rossi, anche le epidemie e i morti per carestia. Loung Ung, che ha poi tradotto tutto in parole, aveva 8 anni all'inizio dello sterminio di massa, la sua è una grande storia di umanità e di fuga che l'ha portata al sicuro negli Stati Uniti all'inizio del 1980. Nel mondo libero ha poi scelto di diventare attivista per i diritti civili senza mai dimenticare le sue origini, la fame e la paura. Per primo hanno ucciso mio padre, lo ricordiamo, sarà disponibile su Netflix (anche in Italia) il prossimo 15 settembre. Le prime recensioni americane sono positive, vedremo se confermare o meno queste sensazioni fra meno di due settimane.

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