Speciale American Hustle: Amy Adams

Piccolo ritratto di un'adorabile e sorridente attrice

Speciale American Hustle: Amy Adams
Articolo a cura di

Astuta ed affascinante, sfrontata e sexy, ma al tempo stesso anche inesorabilmente fragile e sola: è Sydney Prosser, la socia di truffe dell’abile Irving Rosenfeld (un appositamente imbolsito Christian Bale), ovvero il personaggio impersonato da una bravissima Amy Adams in American Hustle, il nuovo film del regista e sceneggiatore David O. Russell: una travolgente storia di corruzione, raggiri ed operazioni segrete che vede coinvolti gangster, politici poco puliti e agenti dell’FBI, scandita dal ritmo di una commedia brillante e animata da un cast che include anche Bradley Cooper, Jeremy Renner, Jennifer Lawrence e Robert De Niro. Uscito il giorno di Capodanno nelle sale italiane, American Hustle sta riportando ottimi incassi in patria (oltre 100 milioni di dollari), e dopo aver conquistato tre Golden Globe si prepara a fare incetta di nomination anche ai prossimi Oscar. E in un cast di “pesi massimi” e di grandi star, la Adams riesce a distinguersi per la sua capacità di alternare sapientemente verve comica, malinconia ed intensità drammatica, con una performance lodatissima dalla critica e che le è valsa il Golden Globe come miglior attrice di commedia. In attesa di sapere se la Adams riuscirà a strappare a “pesi massimi” quali Meryl Streep o Emma Thompson anche un posto nella cinquina per l’Oscar, ripercorriamo le tappe fondamentali nella carriera dell’attrice americana...

I PRIMI PASSI, FRA LACLOS E SPIELBERG

Amy Adams è nata qui in Italia, a Vicenza, 39 anni fa, in una famiglia di ben sette figli. Cresciuta in Colorado dall’età di otto anni, la bionda Amy coltiva il sogno di diventare una ballerina, ma in seguito decide di dedicarsi al teatro musicale, dove ha modo di sfruttare anche le sue doti canore. Nel 1999, quasi per caso, debutta al cinema dopo aver vinto un provino per una parte minore nella black-comedy Bella da morire, e sceglie quindi di trasferirsi a Los Angeles per portare avanti una carriera da attrice. La grande occasione sembra arrivare quello stesso anno, quando la 25enne Adams viene selezionata per la parte della perfida Kathryn Merteuil in una nuova serie Tv, Manchester Prep, pensata come un prequel del film Cruel Intentions (superficiale rivistazione in chiave giovanilistica del romanzo Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos); la serie, tuttavia, naufraga ancora prima di cominciare, e la Adams deve accontentarsi di comparire nel film estratto dall’episodio pilota, Cruel Intentions 2, confinato al settore dell’home-video. In compenso, nel 2002 si ritrova a recitare nel ruolo di una giovane e ingenua infermiera, accanto a Leonardo DiCaprio, in Prova a prendermi, diretto da Steven Spielberg: un ruolo non molto ampio ma significativo, che già mette in mostra la sua notevole presenza scenica.

IL SUCCESSO, COME D’INCANTO!

Tagliato il traguardo dei 30 anni, tuttavia, Amy Adams continua a faticare ad imporsi nel mondo dello show-business: il suo ingaggio in una serie televisiva della CBS, Dr. Vegas, con Rob Lowe, si risolve in un’altra delusione, con lo show sospeso dopo appena cinque episodi e la Adams coinvolta in una disputa legale con i produttori. A sorpresa, invece, nel 2005 arriva il ruolo in grado di fare la differenza: quello di Ashley, una giovane moglie incinta, dal carattere solare e un po’ naif, in Junebug, commedia familiare di produzione indie diretta da Phil Morrison e presentata fra gli applausi al Sundance Film Festival. Un piccolo ma apprezzatissimo film che permette alla Adams di aggiudicarsi la nomination all’Oscar come miglior attrice supporter e di farsi notare finalmente dalla critica, cogliendo così le successive opportunità: un recurring-role nella nota sit-com televisiva The Office ma soprattutto il suo primo vero ruolo da protagonista in una grande produzione cinematografica. Nel 2007 Amy Adams recita infatti in Come d’incanto, fiaba romantica targata Disney in cui veste i panni di Giselle, una principessa catapultata per magia dal mondo delle favole nel caos della moderna New York, dove riuscirà a conquistare il cuore del cinico avvocato Robert (Patrick Dempsey), e in cui presta la propria voce alle canzoni della colonna sonora composta dal grande Alan Menken. L’enorme successo di Come d’incanto (340 milioni di dollari e quasi 50 milioni di spettatori) trasforma di colpo la 33enne Amy da un talento emergente a uno dei nuovi “volti noti” del cinema hollywoodiano, e le permette, durante la cerimonia degli Oscar, di esibirsi dal vivo sulle note di uno dei brani candidati, Happy working song.

RECITANDO CON MERYL: IL DUBBIO E JULIE & JULIA

I successivi progetti della Adams si dividono fra una parte secondaria ne La guerra di Charlie Wilson di Mike Nichols, accanto a Tom Hanks e Julia Roberts, il film in costume Miss Pettigrew, ambientato nella Londra di fine Anni ’30 e interpretato dalla Adams insieme a Frances McDormand, e un’altra commedia indipendente, Sunshine Cleaning, in coppia con Emily Blunt. L’attrice sembra ormai destinata ad impersonare immancabilmente personaggi gentili, mansueti e decisamente naïve: a questa descrizione corrisponde anche sorella James, una benevola suora che, in una scuola cattolica nella New York degli Anni ’60, è testimone dello scontro implacabile fra la rigida suor Aloysius (Meryl Streep) e padre Flynn (Philip Seymour Hoffman), un sacerdote accusato di atti di pedofilia. Il film, il magnifico Il dubbio, diretto nel 2008 da John Patrick Shanley dal suo stesso, pluripremiato dramma teatrale, costituisce l’ennesima conferma del talento della Adams, e le vale la candidatura all’Oscar come miglior attrice supporter. Di lei, il regista afferma: «Amy ha questa luce particolare, alla Ingrid Bergman: quella di un’anima benevola alle prese con un mondo complicatissimo». Una “luce”, una gioia di vivere e un ottimismo che la Adams - dopo la parentesi quasi cartoonesca di Una notte al museo 2, in cui impersona una versione immaginaria dell’aviatrice Amelia Earhart - torna a far brillare un anno più tardi in Julie & Julia, commedia a sfondo culinario diretta da Nora Ephron sulle storie parallele della leggendaria chef Julia Child, a cui presta il volto una mimetica Meryl Streep, e della blogger Julie, che diversi decenni più tardi decide di seguire le orme del proprio idolo.

DA SUPERMAN AL CINEMA D’AUTORE: RUSSELL, ANDERSON E JONZE

Se fino al 2010 Amy Adams era stata ingaggiata soprattutto per dar vita a personaggi teneri, candidi e ingenui, è proprio il regista David O. Russell a vedere in lei anche altre potenzialità, ancora inesplorate, e ad affidarle pertanto il ruolo di Charlene, cameriera dal piglio tenace e addirittura aggressivo che sostiene il fidanzato, il pugile Micky Ward, nel dramma sportivo The Fighter. Il film, basato su una storia vera e accolto da ampi consensi di critica e di pubblico, permette alla Adams di mostrare un altro aspetto del suo profilo di attrice e le fa guadagnare la nomination all’Oscar, mentre Christian Bale e Melissa Leo ottengono le statuette come migliori interpreti non protagonisti. Dopo un’altra parentesi disneyana nel 2011 con il film I Muppet, nel 2012 la Adams viene messa ancora una volta alla prova da un regista deciso a rivelare ulteriori sfaccettature del suo talento: è Paul Thomas Anderson, che nello splendido The Master, premiato con il Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia, le fa impersonare la parte di Peggy, la consorte ferocemente determinata di Lancaster Dodd (Philip Seymour Hoffman), leader di un’ambigua setta in cui si ritrova coinvolto il protagonista Freddie Quell (Joaquin Phoenix). Grazie a The Master, in cui sfodera una performance sapientemente sotto le righe, Amy Adams riceve la sua quarta candidatura all’Oscar nella categoria per la miglior attrice supporter. Nel frattempo, nel 2012 interpreta la figlia dell’anziano ex allenatore di baseball Clint Eastwood nel dramma sportivo Di nuovo in gioco, mentre lo scorso anno ha dato vita a una nuova versione del personaggio della giornalista Lois Lane ne L’uomo d’acciaio di Zack Snyder, reboot della saga di Superman, con Henry Cavill nel duplice ruolo di Clark Kent e del suo eroico alter-ego. Attualmente, invece, oltre a farsi apprezzare in American Hustle, dal prossimo marzo la deliziosa Amy sarà nelle sale italiane anche con Her, commedia surreale firmata da Spike Jonze e già acclamatissima all’ultimo Festival di Roma, nella parte dell'omonima Amy, l’affettuosa collega del solitario Theodor (Joaquin Phoenix): un uomo diviso fra l’amore per una “ragazza virtuale” e la paura di un rapporto più concreto ed imperfetto...

Che voto dai a: American Hustle

Media Voto Utenti
Voti: 12
8.5
nd