5 film erotici da guardare dopo Acque Profonde

La sessualità ha il potere di trasformare le persone e deviare anche i sentimenti più puri, in un viaggio allucinato tra il corpo e lo spirito.

5 film erotici da guardare dopo Acque Profonde
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Il dibattito che infuria tra la sottile differenza che separa l'erotismo dalla pornografia non sembra aver ancora trovato una soluzione univoca, riattizzato come le braci di un fuoco mai sopito ogni volta che un regista "impegnato" sceglie di utilizzare la sessualità come veicolo di temi universali, come l'accettazione di sé, l'istinto autodistruttivo oppure, perché no, anche l'amore. Questo impulso primitivo, solo apparentemente fisico e istintuale, è una delle peculiarità che caratterizzano le specie viventi, ma il suo fortissimo richiamo ha generato una sorta di tabù cinematografico che porta le grandi storie ad evitare le immagini più esplicite - che spesso vengono lasciate all'immaginazione dello spettatore - per scampare agli orrori della censura.

Il sesso è uno dei grandi fattori della vita umana, e per fortuna c'è ancora qualcuno che sceglie di tributargli il giusto spazio all'interno di storie dal forte richiamo animalesco, ma che in realtà nascondono un significato tutt'altro che volgare. Uno dei grandi esponenti del genere erotico è sicuramente Adrian Lyne, che con i suoi Lolita e 9 Settimane e Mezzo ha raggiunto la fama mondiale, ma se anche voi non siete impazziti per il suo ultimo lungometraggio - proprio come noi, che vi abbiamo raccontato questo (non) thriller (non) erotico nella recensione di Acque Profonde - sappiate che l'eros non è morto, e che il cinema può ancora rendergli il giusto onore attraverso storie solo apparentemente superficiali, capaci di trasmettere un messaggio molto importante utilizzando i corpi madidi di sudore dei loro protagonisti abbandonati alle pulsioni sessuali.

Crash

David Cronenberg è uno di quegli artisti che cercano sempre di spingere gli spettatori oltre il limite del consentito: dagli albori del suo cinema ha raggiunto il riconoscimento internazionale e l'amore sconfinato di una nicchia di ammiratori grazie al suo body horror impegnato ma al tempo stesso cattivo, quasi disgustoso. Nel 1996 il cineasta canadese trasporta sul grande schermo il romanzo del visionario J.G. Ballard - abbiamo analizzato questa gemma nel nostro Everycult dedicato a Crash - costruendo intorno ad esso un film lontano dalle classiche atmosfere orrorifiche rese iconiche da Videodrome e Il Pasto Nudo, ma ancora una volta estremamente fisiche e disturbanti

Il produttore cinematografico James Ballard (interpretato da James Spader) e sua moglie Catherine vivono la sessualità in maniera molto peculiare, tradendosi senza remore e raccontandosi le esperienze extraconiugali come metodo per tenere alta la tensione erotica. Una notte James è coinvolto in un incidente stradale nel quale si salva per miracolo, rimanendo però ferito e psicologicamente turbato, mentre l'autista dell'altro veicolo coinvolto nello scontro muore davanti ai suoi occhi. In ospedale l'uomo incontra Helen, la compagna dell'uomo deceduto in seguito all'impatto, e l'odio profondo che separa i due comincia a mutare trasformandosi in una sessualità perversa ed oscura, la quale si rinvigorisce alla vista di altri incidenti stradali e dal racconto delle persone che durante gli stessi sono rimaste coinvolte, ferite o addirittura mutilate.

Secretary

Ritroviamo James Spader 6 anni più tardi, in un altro film dai fortissimi contenuti erotici nel quale le pulsioni sessuali corrompono una ragazza alla ricerca di un posto nella società (la nostra recensione di Secretary è ad un clic di distanza). Ispirato al racconto breve scritto da Mary Gaitskill, la pellicola diretta da Steven Shainsberg esplora il mondo del sesso (e di un amore controverso) attraverso il sempreverde tema della dominazione in tutte le sue forme.

Maggie Gyllenhall interpreta Lee Holloway, una ragazza appena uscita da una clinica psichiatrica in seguito ad un severo episodio di autolesionismo avvenuto durante il matrimonio della sorella maggiore. Decisa a lasciarsi il passato alle spalle, Lee si candida al ruolo di segretaria dell'avvocato Edward Grey (James Spader), ottenendo il posto grazie alle sue mirabolanti qualifiche. L'obbedienza della donna, resa obbligatoria dalla sua mansione e accentuata da una psiche tenuta a freno per evitare che scoppi il suo disturbo, stuzzica le fantasie sessuali dell'avvocato, che trasforma questo normale rapporto lavorativo in un assurdo gioco sadomaso del quale lui si vergogna, nonostante sembri provare sentimenti sinceri nei confronti della sua mansueta segretaria.

The Dreamers

Bernardo Bertolucci, che il nostro Paese può vantare come uno dei più grandi registi della storia, ha spesso utilizzato la sessualità come moto principe delle sue storie. Partendo dalla pellicola che l'ha consacrato a livello internazionale, quello scabroso Ultimo Tango a Parigi sempre al centro di un ciclone di polemiche (tanto che è in lavorazione una serie che racconterà i retroscena di Ultimo Tango a Parigi), fino ad arrivare alla sua ultima opera, il delicato Io e Te, il quale è però rimasto sul vago di una relazione incestuosa tra fratellastri. Nel 2003 il cineasta emiliano porta sul grande schermo il racconto The Holy Innocents di Gilbert Adair, segnando l'esordio della giovane Eva Green nel mondo del cinema.

Il giovane americano Matthew (Michael Pitt) arriva a Parigi per studiare francese, ma il suo viaggio culturale viene ben presto sconvolto dalle lotte studentesche che ribollono nella capitale. Durante l'occupazione del Cinémathèque Française conosce Isabelle (Eva Green), la quale si mostra da subito molto aperta e invita lo straniero a casa sua presentandogli il fratello gemello Théo (Louis Garrel). Il rapporto fra i tre si consolida attraverso il cinema e la lotta studentesca, ma si evolve in una relazione multipla ed estremamente complicata nella quale la gelosia e l'amore incestuoso guidano i giovani ragazzi attraverso un'esperienza onirica.

Shame

Steve McQueen esplora il mondo dell'eros attraverso una vicenda intima e molto sentita, ma bersagliata da un'infinità di critiche a causa del suo contenuto coraggiosamente esplicito (in molti paesi ne fu censurata addirittura la locandina). Shame è un film del 2011, presentato in concorso alla Mostra internazionale del Cinema di Venezia che premierà il suo protagonista Michael Fassbender con la Coppa Volpi (sapevate che Fassbender non aveva mai sentito parlare di Assassin's Creed prima del suo film?).

Brandon Sullivan è un uomo d'affari sulla trentina che conduce una vita apparentemente perfetta: è ricco, ha molti amici e riscuote un discreto successo con le donne. Il suo rapporto con l'altro sesso è costante ma sempre privo di trasporto sentimentale, un'evidenza che si manifesta con sempre maggior allarme, visto che Brandon è avviluppato in un vortice di incontri occasionali, prostituzione e furiose sessioni masturbatorie. La visita inaspettata della sorella inizialmente lo irrita, ma in breve tempo l'uomo capisce che riesce a provare un sentimento genuino soltanto per lei, mentre vede alla stregua di oggetti tutti coloro che lo circondano. Brandon intraprende quindi un viaggio personale che passa obbligatoriamente per la sua sessualità morbosa, mettendo in discussione la sua intera vita basata su freddi rapporti privi di passione.

Nymphomaniac

Ammettere che von Trier ci ha sorpresi con questo film sarebbe quantomeno riduttivo. Il regista danese aveva già testato la resistenza degli spettatori con le terribili scene sessuali di Antichrist, e la sua nomea di artista estremo aveva trasformato Nymphomaniac - che racconta la vita di una donna affetta da ninfomania - in un evento tanto atteso quanto temuto. E invece, la "Persona non Grata" al Festival di Cannes (una battuta antisemitica costò la Palma d'Oro a von Trier) è riuscita ancora una volta a stravolgere le aspettative, dirigendo una pellicola dai fortissimi - e fieramente espliciti - contenuti sessuali, ma al tempo stesso tenera ed elegante.

La vita di Joe (Charlotte Gainsbourg) è una giostra erotica che vortica intorno ad una pulsione incontrollabile, che nasce allo sbocciare della maturità femminile che la ragazza utilizza anche per ribellarsi al mondo che la circonda. Ma il piacere di innumerevoli partner lascia ben presto il passo ad un contatto fisico obbligatorio e gelido, mentre l'età adulta è sconvolta da questa condizione patologica che la mette in costante pericolo e la allontana dagli altri. Nymphomaniac è un film che riesce a raccontare il sesso e la malattia in maniera delicata, riuscendo anche a strappare qualche sorriso grazie ad alcune scene che prendono in giro la stravaganza dei suoi protagonisti.

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