Speciale 5 brutti film di Ridley Scott

Non solo Alien, Blade Runner e Thelma e Louise. Non solo capolavori e pellicole di culto. Ecco i film del grande regista hollywoodiano che avete rimosso dalla memoria. Riscopriamoli insieme!

Speciale 5 brutti film di Ridley Scott
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Ridley Scott è tornato alla ribalta con Sopravvissuto - The Martian, che ha convinto la critica e buona parte del pubblico con la sua carica ironica e il suo acceso spirito d'avventura. Il regista è sicuramente uno degli autori più importanti del cinema hollywoodiano e nessun appassionato della settima arte può dirsi veramente tale se non ha visto e apprezzato più volte Alien e Blade Runner. Non solo: Scott è noto per essere un artista poliedrico, capace di spaziare agevolmente tra i generi e creando inni generazionali del calibro del road-movie femminista Thelma & Louise o fenomeni di autentico culto come il fantasy Legend. Di ogni cosa si tende a ricordare solo il meglio, ma non tutte le ciambelle riescono col buco e anche i migliori sbagliano. Ecco 5 film dove il grande regista - secondo una stima ragionata dell'indice di gradimento della media degli spettatori - non era decisamente al massimo della sua forma.

Soldato Jane (1997)

Il sex-symbol femminile anni '90 per antonomasia, Demi Moore, si spoglia del sex-appeal mostrato in Ghost e Striptease per diventare una cadetta delle forze armate tosta come l'acciaio, rasata a zero e un po' masochista. La regia arranca e i dialoghi, poco credibili, sono però recuperabili in chiave trash, come quando la protagonista rivolge al sadico addestratore un esplicito "succhiami il c....!", a supporto della necessità di ribadire parità dei sessi nel parlare sguaiato.

Hannibal (2001)

Ci si aspettava grandi cose dal sequel de Il silenzio degli innocenti. Sulla carta c'era veramente tanta carne al fuoco, naturalmente umana. L'ambientazione fiorentina, il ritorno di Anthony Hopkins nei panni del dottore cannibale e la mano di un esperto di genere a sostituire il velleitario Jonathan Demme. Ma, non aiutato dal romanzo da cui è tratto, il film fatica a decollare, suscitando spesso il riso involontario come nella scena in cui Lecter frigge le cervella di una sua vittima persuadendola a mangiarle, con tanto di mugulii d'approvazione. Peccato anche per l'assenza di Jodie Foster nei panni del detective Clarice Starling, sostituita da una Julianne Moore statuaria ma poco partecipativa.

Un'ottima annata (2006)

Era dai tempi dell'incasso record de Il Gladiatore che Ridley & Russell si ripromettevano di festeggiare con una ‘porca' vacanza a base di cibo e vino, e Un'ottima annata, una stitica cartolina della Provenza con Russellone cinico broker londinese che si lascia affascinare dalle bellezze della natura agricola (e da quelle di Marion Cotillard), offre un'ottima occasione per unire l'utile al dilettevole. Però il dilettevole prevale, come sottolinea la scena di Crowe che, preso dai ricordi, si mette a danzare vittorioso su un campo da tennis deserto. E almeno ci dicesse cosa aveva bevuto.

Robin Hood (2010)

Non riuscendo a trovare una scusa plausibile per resuscitare Massimo Decimo Meridio - e meno male: una sceneggiatura per un sequel de Il Gladiatore, scritta dal cantautore Nick Cave, gira da tempo per gli studios e si tratta di un derivante delirio simil Highlander, con immortalità, reincarnazione e viaggi nel tempo annessi - Scott decide di usare un personaggio noto all'immaginario comune per realizzare un seguito ‘spirituale', che inizialmente doveva chiamarsi solo Nottingham. Probabilmente sarebbe stato meglio, perché il pubblico ha reagito malissimo a questa versione rivisitata delle origini dell'eroe di Sherwood, una sorta di ‘Robin Begins' con qualche eco pirandelliana e uno scambio di persona alla Sommersby. Molti hanno trovato inoltre Crowe troppo in là con gli anni per interpretare un eroe all'inizio della carriera. In effetti, nel 2010, aveva 46 anni. La stessa età che aveva Sean Connery quando interpretò lo stesso personaggio, anziano, in Robin e Marian.

Prometheus (2012)

Ok, più che essere ‘brutto' il prequel/remake di Alien - diretto dallo stesso regista del primo storico episodio: le aspettative non potevano che essere sopra le stelle, forse anche troppo - rientra nella categoria del ‘bizzarro'. Parte parlando di temi filosofici profondi: l'origine della vita, la mortalità, il libero arbitrio. Prosegue come un B-Movie della Troma, con gente che partorisce polipi al sugo, mutazioni genetiche casuali e un androide (interpretato da un algido Michael Fassbender) simpatico come un movimento intestinale sul finale di un film, che compie delle azioni poco sensate di cui ancora molti si chiedono il motivo. Forse ce lo spiegherà nel capitolo in lavorazione, Alien: Paradise Lost. Particolarmente ‘cheesy' la scena in cui la protagonista (Noomi Rapace, che cerca di riproporre un modello di donna tosta ‘alla Ripley' aggiungendole però qualche punta di fragilità) si ricuce la pancia con una pinzatrice dopo un parto cesareo, per poi tornare a saltellare più in forma che mai solo pochi minuti più avanti. Evidentemente a Ridley le pinzatrici piacciono, dato che ripropone un metodo curativo simile proprio in The Martian, con risultati decisamente più credibili.

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