Everycult: Wall-E, il capolavoro Pixar firmato Andrew Stanton

Alla riscoperta di Wall-E, film d'animazione scritto e diretto da Andrew Stanton che ci porta in un futuro che non vorremmo mai vedere.

Everycult: Wall-E, il capolavoro Pixar firmato Andrew Stanton
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Siamo più che addentrati nel 2019 e purtroppo sono ancora tantissimi quelli che, anacronisticamente e soprattutto erroneamente, continuano a considerare i film d'animazione come prodotti destinati solo ai più piccoli, confondendo il genere con quella definizione così snob nota come "film per bambini".
E' dal 1995 che Pixar, guidata fino all'altro ieri da John Lasseter, ha combattuto con ogni mezzo a propria disposizione questo pensiero retrogrado così ampiamente diffuso, che come vi abbiamo riportato puntualmente e non a caso manda letteralmente su tutte le furie il regista Brad Bird, acclamato autore de Il Gigante Di Ferro, i due Gli Incredibili e Ratatouille.
Tenendo da parte l'animazione orientale, tipicamente più matura non solo da un punto di vista grafico ma proprio a livello contenutistico e volgendo il nostro sguardo dall'altra parte dell'oceano, non potremmo che identificare nella Pixar la casa di produzione che più di tutte ha innalzato il valore dell'arte cinematografica in forma animata, quasi a volerne fare una sorta di missione, a metà fra una politica aziendale e una crociata culturale.

Quando un cartone animato cambiò il cinema di fantascienza

Da Toy Story (1995) la Pixar Animation Studios ha inanellato una sequela di successi imponente, seguendo la cadenza del canonico ritmo industriale che da sempre caratterizza il cinema hollywoodiano: A Bug's Life nel 1998, Toy Story 2 nel 1999 (appena un anno dopo!), e poi ancora Monsters & Co. (2001), Alla Ricerca di Nemo (2003), Gli Incredibili (2004), Cars - Motori Ruggenti (2006) e Ratatouille (2007). Per il nono lungometraggio della propria filmografia lo studio tentò un approccio diverso, sicuramente rischioso (ai limiti dell'autolesionismo per come schivava completamente il pubblico infantile, rinunciando quasi in toto ai dialoghi), che però in fotogrammi si tradusse in uno dei migliori film d'animazione del XXI secolo: WALL-E, il visionario capolavoro di Andrew Stanton.

Nato dal famoso e ormai mitologico conciliabolo nel quale Stanton, Lassater e Pete Docter si intrattennero subito dopo l'uscita di Toy Story - si parla di un incontro-cena durante il quale vennero buttate giù le idee per Nemo, A Bug's Life e Monsters & Co. - WALL-E è stato il primo film in assoluto (sia live-action che animato) a ribaltare in maniera sistematica la dialettica uomo-macchina, per la quale la seconda era sempre stata vista come minaccia per il primo.

Stanton, che prima di WALL-E era stato nominato all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale (Toy Story) e ne aveva vinto uno per il miglior film animato (Alla Ricerca di Nemo), rovescia il concetto che aveva dominato la fantascienza di gran parte del '900 e di quei primi scampoli di 2000 raccontando la storia della fine del mondo dal punto di vista di un robot e coi tempi e l'estetica di un film muto, su un pianeta Terra sommerso dai rifiuti che gli umani hanno abbandonato da secoli.

Per il suo unico film di fantascienza (anche se ce n'è un'infarinatura in Inside Out), la Pixar fece le cose in grande, chiamando a raccolta sia Ben Burtt, sound designer di Star Wars (a lui si devono i ronzii delle spade laser dei Jedi, i versi di Chewbacca, i pigolii di C3PO e gli squilli di R2D2), sia Roger Deakins (insieme ad Emmanuel Lubezki il miglior direttore della fotografia degli ultimi vent'anni), e perfino Dennis Muren, effettista pluripremio agli Oscar che aveva lavorato a Guerre Stellari, Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo, E.T., The Abyss, Jurassic Park.
Questa particolare e irripetibile triade, sotto la guida di Stanton, lavorò con gli artisti Pixar per dare a WALL-E un look unico: mai prima di allora un film d'animazione era stato tanto curato a livello artistico e viceversa pochi film live-action erano stati così dettagliati prima, e infatti l'opera Pixar non si limita a rivisitare la fantascienza e a citarne i film, ma inizia ad influenzarla.

Tecnologia donna

Nel 2008 la tecnologia si trovava in un momento di transizione e Wall-E oltre ad esserne consapevole ce lo racconta: nell'anno in cui Tony Stark costruiva il suo Iron Man (leggi: Everycult su Iron Man) e Bruce Wayne costringeva il suo collaboratore Lucius Fox a trasformare ogni cellulare di Gotham in un sonar per trovare Joker, il film Pixar composto da due anime (la prima sulla Terra, la seconda nello spazio) ci racconta nel futuro il nostro prima e il nostro dopo, che è anche il prima e il dopo della tecnologia.
Un'idea incredibile che spiega l'importanza del processo tecnologico nel mondo attuale, dove la coscienza collettiva è diventata digitale e non è più tanto chiaro se gli apparati tecnologici sono estensioni delle persone che li posseggono o sono le persone ad esserlo dei propri apparati tecnologici: qui entrano in gioco Wall-E e Eve, lui simile a un vecchio computer Apple (dimenticato, superato, da rottamare) lei dal design di quelli nuovi (perché la donna è il futuro, è più trendy, è più sinuosa, il film ce lo dice 9 anni prima che il Me Too Movement diventi virale).

Ma la Pixar non si ferma qui e gira il coltello nella piega, mostrandoci degli umani disumanizzati dalla modernizzazione e dei robot finalmente "più umani degli umani", come recitava lo slogan della Tyrell Corporation.
E nel perpetrare il dogma secondo il quale in ogni singolo film Pixar una verità viene sempre scoperta tramite un filmato (qui Eve capisce quanto Wall-E sia innamorato di lei da un video di repertorio) ecco che il film chiosa la sua riflessione sull'importanza della tecnologia spiegandoci quanto l'umanità sia diventata fredda rispetto all'elettricità che alimenta (e unisce) invece i computer.

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