Recensione Zombie Strippers

Chi vuol vedere Jenna Jameson fatta zombie?

Recensione Zombie Strippers
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In un futuro dominato dalla tirannia di Bush, il classico scienziato pazzo megalomane, smanioso di sostituirsi a Dio, elabora un virus capace di rianimare i morti, arma decisiva per le annose guerre americane nel vicino Oriente. Ma il virus si diffonde a Sartre nel Nebraska dal focolaio di uno strip club e, nonostante le azioni precise di una improbabile armata dell'esercito, le conturbanti ragazze del locale, mano a mano, sceglieranno le via della mutazione piuttosto che quella umana...Il film è una più o meno bieca commedia demenziale americana con licenze funny-splatter, condite con punte di puro trash: giusto per toglierci subito il dente, ci si potrà allietare con delle simpatiche performance di vulve utilizzate come armi da fuoco, capaci di fare di bocce da biliardo dei proiettili...(!!), il chè suggerisce subito l'andazzo generale.


Funny-splatter & sexy-zombie

La vera attrattiva del film, siamo onesti, consiste quindi nella ricca esibizione di forme femminili che sproloquiano tra di loro in continui spettacoli osè, che però mai superano la soglia dello strip. In effetti il lavoro altro non è se un continuo spettacolo di balli e danze desnudi e non offre molto di più di quanto non offrano i palinsesti più o meno scollacciati delle televisioni private nottetempo. Ma la caratteristica, l'asso che Jay Lee vorrebbe far vincente, è quello del gusto horror. Unite donne strippers a zombie ed ecco la formula, non molto sensazionale a dire il vero. Sì perché via via che il virus si propala, le ballerine, tutte logore da invidia afroditica, decideranno di abdicare alla vita per resuscitare in status zombiesco, intuizione che potenzierà, e di molto, il loro sex appeal, gli affari e la conseguente presa sul pubblico, destinato ad essere quindi... "divorato" dalle putrescenti ninfe. Quindi questo è quanto Jay Lee, regista e sceneggiatore, è riuscito ad elaborare in un plot che, dato il genere, non può certo essere più composito. La curiosità sta anche nel vedere come la celebre porno star Jenna Jameson se la cava nel suo primo film non propriamente hardcore ed i risultati sono più che accettabili. Scontando il fatto che il doppiaggio italiano quasi sempre migliora la recitazione, Jenna non si sente certo a disagio tra pali unti, articolate movenze e topless, anzi si fa capace di una certa energia che potrebbe - forse - lanciarla in lavori eventualmente anche un po' più lontani dal carrozzone della commedia sexy o soft-porn.Tuttavia il film qualche spunto vagamente interessante lo offre. Vi sono continue stilettate ben precise all'ormai ex governo Bush e, sorpresa, chiari riferimenti filosofici, giusto perché nel baraccone del trash non bisogna farsi mancare nulla. Ecco la scelta della cittadina americana Sartre, le strippers che leggono e citano Nietzsche, tutto sacrificato all'altare del nichilismo. D'altra parte l'arbitraria scelta di voler rinunciare alla vita per permutarsi in zombie potrebbe essere anche segno filosofico, ma forse è bene non caricare troppo di significato una pellicola che certamente colta non è, né pretende di esserlo. Convenzionale ma simpatica ai fini della commedia è la tipizzazione di alcuni personaggi che risultano quindi stereotipati. Si pensi soprattutto al gestore-maitresse che appare il più classico dei cinici uomini d'affari loschi e "ben" vestiti, il sarcasmo sul carnascialesco quadratismo dell'esercito americano e la parodizzazione della voglia di essere sempre più appetibili e prevalenti delle prime donne. Non mancano infine anche i motteggiamenti su un certo tipo di perbenismo americano rappresentato dalla classica ragazza tutta famiglia, buoni valori ed inibizioni, costretta a "strippare" per ammonticchiare i fatidici quattrini che salverebbero la nonnina dai più scatologici fattacci intestinali...Per quanto concerne la regia e la scelta stilistica siamo nella comune convenzione filmica, la narrazione procede a buon ritmo, con un gusto tutto votato ad esaltare le prodezze femminili in una dissacrazione delle carni; motivo di vanto invece sono i costumi adeguati al contesto pecoreccio, la scenografia un po' da Mtv, la colonna sonora che spazia dall'elettronica al rock, sicuramente ingrediente decisivo per rendere più commerciale un prodotto di questo tipo ed infine anche il trucco che riesce a coniugare horror con sexy con risultati inevitabilmente - e volutamente -  grotteschi. Difatto il lavoro non offre molto di più quindi del trinomio "trash-tette-zombie" con immancabili scene di combattimenti tra le livide donnine pettorute. Tutto è molto scontato e facilissimamente fruibile; un film da vedersi possibilmente con gli amici ed un paio di birre, capace al massimo di strappare qualche risata e qualche commento sul silicone meglio assortito.


Contenuti extra

I contenuti speciali non possono mancare in un prodotto commerciale come questo. Ridanciani sono i commenti tecnici ed il dietro le quinte che rivelano la disinibita disinvoltura delle attrici, sicuramente trascurabili le scene inedite. Video e sonoro non sono difettivi, d'altra parte la Sony sa come gestire queste cose ovviamente...ben montata le colonna sonora capace di esplodere nei giusti momenti del film con la giusta potenza.

Zombie Strippers Non si può pretendere molto da una commedia american-demenziale che fa di "tette&zombie" la cifra del lavoro. Regia e sceneggiatura sono piatte e convenzionali, ma il film, consigliato e pensato esclusivamente per un'allegra visione cameratesca, si lascia guardare come si potrebbe guardare distrattamente un videoclip da Mtv e come si potrebbero guardare le forme, o meglio le formosità, di uno strip show...in formato zombie.

4.5

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