Recensione Wolf Children

Il nuovo film di Mamoru Hosoda tra incanto e poesia

Recensione Wolf Children
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La giovane Hana conosce all'università un misterioso ragazzo, solitario e taciturno, del quale ben presto finisce per innamorarsi. Una sera il ragazzo le rivela un'incredibile verità: egli è un lupo mannaro, l'ultimo discendente degli estinti lupi giapponesi. Ciò nonostante l'amore di Hana non viene meno, e la coppia finisce anche per avere due bambini, Ame e Yuki, nati anche loro con la capacità paterna di potersi trasformare in un lupo. Quando i figli sono ancora piccoli però il padre muore tragicamente, e Hana si trova costretta a crescere da sola i due bambini. Decide dunque di trasferirsi in campagna, in modo da destare meno sospetti sulla natura dei piccoli, fino al giorno in cui questi decideranno cosa vorranno essere da grandi, vivendo nel mondo degli umani o divenendo lupi in tutto e per tutto.Al Future Film Festival è stato presentato, in anteprima nazionale, uno dei più attesi film d'animazione degli ultimi tempi, ad opera del rinomato Mamoru Hosoda, autore di due classici recenti quali La ragazza che saltava nel tempo e Summer Wars. Prodotto da Studio Chizu, Wolf Children vede inoltre la partecipazione d'eccellenza di Yoshiyuki Sadamoto (Evangelion) che ha curato il character design dei personaggi.

Bambini e lupi

Un racconto edificante con una messa in scena incantevole. Ancora una volta Mamoru Hosoda realizza un nuovo potenziale classico, un'opera che concilia diversi spunti di riflessione con una perfezione estetica di altissimo livello. Wolf Children vive infatti di un'eccellenza tecnica ammirevole, con disegni e animazioni che riescono a trasportare pienamente nell'atmosfera poetico/malinconica della storia, riuscendo anche grazie alla bellezza delle immagini a rendere ancor più vibrante il trasporto emotivo verso i suoi personaggi. Una profondità in grado di toccare diversi temi, dalla paura del diverso al rispetto per la natura, alla solidarietà tra le persone sino alla difficoltà di crescere, in questo caso ancor più accentuata dalla particolare condizione in cui si trovano i due, prima bambini / poi ragazzini protagonisti, esseri divisi tra due istinti così diversi. Una vicenda raccontata fuori campo dalla figlia maggiore di Hana, in uno sguardo nel passato di lei e suo fratello ma anche in quello della madre, donna provata dagli eventi ma pronta a tutto pur di garantire la miglior vita possibile alla propria prole. Un'opera sincera, che scava con innata spontaneità nelle emozioni e nei sentimenti, capace di catturare spettatori di ogni età e provenienza grazie ad un tratto che proprio nella sua piacevole classicità (niente effetti computerizzati o particolari invenzioni visive) trova lo strumento ideale per questa storia diversamente semplice e genuina. L'arco temporale che copre il film ci permette di osservare anno dopo anno la crescita di Ame e Yuki e le loro turbe emotive, che li porteranno a due diverse scelte riguardo il loro futuro, regalandoci un finale commovente ma ricco di speranza.

Wolf Children Mamoru Hosoda riconferma nuovamente tutto il suo talento con un'opera d'animazione che eccelle sia nel comparto tecnico (disegni, animazioni e scelte paesaggistiche da incanto), sia soprattutto in quello emozionale, grazie a una storia più semplice di quel che appaia, e che vaga piacevolmente con metafore sulla difficoltà dell'adolescenza e sul rapporto con la natura. Una storia che rimane saldamente nel cuore.

7.5

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